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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 2/2005 - FEBBRAIO 2005 |
Legislazione
Nuove stroncature per la proposta di direttiva europea sui servizi portuali
Le sezioni portuali e marittime sia della ITF che della ETF (rispettivamente, le federazioni internazionale ed europea dei lavoratori del trasporto) hanno espresso "il proprio profondo rammarico e la loro seria preoccupazione" in ordine alla reiterazione da parte della Commissione Europea della già riveduta versione della direttiva sui servizi portuali.
"Anche se la proposta cerca di bilanciare le competitività e la qualità dei servizi nei porti dell'Unione Europea, la Commissione non riconosce che molti porti europei in questo momento sono tra i più efficienti e razionali dal punto di vista dei costi del mondo' Inoltre, la liberalizzazione dei servizi tecnico-nautici di pilotaggio, se si considera quest'ultimo come un servizio commerciale, è contraria alla politica europea sulla sicurezza marittima".
"E' altresì opinione dei marittimi e dei lavoratori portuali" continua la dichiarazione "che il lavoro che da sempre viene svolto dai portuali dovrebbe continuare ad essere prestato da lavoratori portuali basati a terra, in regola e ben addestrati. Tuttavia, la proposta, nel contesto del cabotaggio marittimo a corto raggio, consentirebbe invece agli equipaggi di movimentare il carico.
La sicurezza ed il benessere dei marittimi non è stata presa in considerazione nella proposta. I marittimi in genere, ed in particolare i marittimi sulle navi di dimensioni ridotte, che dispongono di equipaggi con un numero di persone inferiore alla media, sono soggetti alla stanchezza. Tale stanchezza risulta dal crescente numero di compiti che agli equipaggi viene richiesto di svolgere, dai rapidi tempi di lavorazione-nave e dal fatto che i battelli navigano in acque costiere intasate.
Il lavoro straordinario indotto dai compiti inerenti alla sicurezza richiesti dal codice ISPS ha ingenerato lavoro aggiuntivo per i marittimi che sono già sovraccarichi ed ai quali viene richiesto di lavorare un numero eccessivo di ore. Aggiungere anche la movimentazione, lo scioglimento e la fissazione dei carichi è inumano e potrebbe altresì mettere a repentaglio la sicurezza della nave e di coloro che la fanno viaggiare".
Nel contempo, Giuliano Gallanti, recentemente eletto presidente della ESPO (Organizzazione degli Scali Marittimi Europei), ha lanciato un appello al Parlamento europeo, al Consiglio dei Ministri ed alla Commissione affinché prendessero in considerazione, congiuntamente al settore portuale, una revisione completa della proposta di nuova direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali.
"Oggi all'ESPO adottiamo una serie di linee-guida pratiche in base alle quali pensiamo che possa essere sviluppata con successo una struttura politica solida e pragmatica della politica europea in materia di porti" afferma Gallanti "ed inoltre riteniamo che la Commissione avrebbe dovuto attendere i risultati di un dibattito approfondito su di esse, prima di presentare la propria proposta di nuova direttiva.
"Temo che la proposta che adesso abbiamo sul tavolo non aiuti i porti nell'affrontare le proprie sfide quotidiane" aggiunge. "Invece di creare un clima allettante per gli investimenti nei porti di cui ci sarebbe grande bisogno, essa probabilmente spaventerà i potenziali investitori facendoli fuggire. La nuova proposta avrà bisogno di un mucchio di emendamenti, prima che noi possiamo concederle la nostra benedizione".
Il testo della Commissione al momento prevede una indennità calcolata sulle attività inutilizzate piuttosto che sul mancato reddito. "I prezzi delle azioni riflettono perlopiù i futuri ricavi, piuttosto che le attività, di modo che il metodo di calcolo adottato è per noi fonte di preoccupazione" ha detto un esperto di sviluppi portuali.
(da: PortStrategy, dicembre 2004)
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