
|
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 8/2005 - AGOSTO 2005 |
Conferenze e convegni
Il trasporto intermodale nella filiera dell'ortofrutta
Il 22 luglio scorso si è svolto a Catania il convegno "Due tecniche nel trasporto intermodale della filiera dell'ortofrutta - refrigerazione passiva e refrigerazione attiva a confronto".
La manifestazione, che ha visto la partecipazione di Trenitalia e della compagnia di navigazione tedesca Hapag-Lloyd, nonché di numerosi operatori del settore, si proponeva di mettere a confronto i metodi di trasporto ottimali per gli esportatori di frutta e verdura, analizzando e confrontando l'aspetto tecnico della refrigerazione attiva e passiva, alla luce dei moderni metodi di trasporto nella filiera dell'ortofrutta siciliana.
L'iniziativa deve essere inquadrata nel più ampio contesto delle azioni poste in essere, da un po' di tempo a questa parte e sempre con maggiore incisività, da parte della Regione Siciliana per promuovere l'esportazione dei prodotti ortofrutticoli siciliani in tutto il mondo.
E' notorio che, ormai da anni, l'attività agricola di importanti comprensori siciliani, oltre la tradizionale produzione agrumicola, si è specializzata nella produzione orticola, passando in breve tempo da un assetto artigianale di nicchia ad un assetto industriale improntato a quantità e qualità, con particolare riferimento all'eccellenza della primizie.
Questa scelta imprenditoriale aveva trovato la sua ragion d'essere, favorita dallo spirito imprenditoriale e dalla curiosità professionale degli operatori locali del settore, dalle condizioni climatiche, dal cambiamento in senso salutista delle abitudini alimentari dei cittadini, dalla maggiore - pur se estremamente onerosa - possibilità di raggiungere in tempi brevi i mercati di riferimento, senza significativi interventi agevolativi da parte delle Istituzioni.
La trasformazione dell'agricoltura siciliana dai settori tradizionali, grano duro e avena, al settore orticolo e florovivaistico ha generato negli ultimi dieci anni il nascere ed il proliferare di insediamenti di serre, alcune ad altissima tecnologia, prevalentemente nella fascia sud-orientale dell'isola, con interessamento delle province di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa, e, comunque, salvo rari casi, in tutto il restante territorio.
I risultati economici di tale orientamento produttivo hanno premiato, particolarmente nei primi periodi, la scelta e hanno consentito di creare, oltre che ricchezza ragionevolmente diffusa, anche una validissima alternativa occupazionale al contemporaneo declino dell'attività chimico-petrolifera massicciamente presente sullo stesso territorio.
Negli ultimi anni, però, complice il fenomeno imitativo in sede locale, gli effetti negativi determinati soprattutto dalla scarsa conoscenza e capacità di gestire le norme comunitarie, la concorrenza di produttori stranieri più bravi e/o più spregiudicati, la contrazione dei consumi, si è dovuta registrare una significativa inversione di tendenza, più significativamente sotto il profilo economico, che rischia di cronicizzare l'arretramento dell'intero comparto ortofrutticolo siciliano, marginalizzandolo nel contesto quotidiano di globalizzazione del mercato.
I segnali pesantemente negativi e il disagio degli agricoltori hanno indotto le istituzioni, Regione Sicilia in testa, a promuovere una serie di iniziative, come già detto, il cui scopo è la sensibilizzazione degli operatori e la fornitura a loro favore di canali facilitati all'esportazione e alla migliore penetrazione sui mercati della loro produzione, adeguatamente orientata e professionalmente assistita.
E' in questa ottica che vanno inquadrati i numerosi convegni promossi e realizzati sul territorio, gli altrettanto numerosi interventi dell'I.C.E. e lo stimolo, oltre l'iniziativa professionale dei singoli, rivolto agli operatori del trasporto in genere al fine di favorire - sotto il profilo tecnico ed economico - lo sforzo di conquista dei mercati da parte dei produttori.
E' di tutta evidenza il ruolo che il trasporto, nel significato più ampio e completo del termine, gioca nella filiera dell'ortofrutta.
Se da un lato la produzione agricola è facilitata dall'utilizzo di risorse, se non inestinguibili, certamente rinnovabili che la connotano geograficamente, dall'altro sconta una inevitabile difficoltà alla delocalizzazione produttiva che è sinonimo di necessità di trasporto.
Inoltre, la peribilità dei prodotti freschi unita alla delicatezza del loro uso crea la necessità di risposte tecniche sofisticate alla domanda di trasferimento dalla zona di produzione alla zona di consumo, che, per le ragioni prima espresse, è molto spesso e considerevolmente lontana e problematica.
L'esportazione dei prodotti ortofrutticoli siciliani è prevalentemente destinata al territorio nazionale ed europeo che raggiunge prevalentemente con trasporto gommato; esistono canali molto modesti, più significativamente dedicati alla produzione frutticola, verso l'Estremo Oriente e il Nord America normalmente raggiunti con spedizioni a container; si verificano episodicamente spedizioni aeree non significative, allo stato.
In questo scenario si cala l'iniziativa di Catania, intesa a dare una risposta "intermodale", ecologicamente corretta, alle necessità in precedenza disegnate.
La risposta intermodale evidenziata consiste nell'offrire ai produttori ortofrutticoli, ai commercializzatori, alla grande distribuzione, ai mercati esteri ed intercontinentali uno strumento:
- performante, affidabile e tracciabile, - alternativo ma integrabile - con la gomma sui percorsi nazionali ed europei;
- performante, affidabile, tracciabile e direttamente presente per i mercati intercontinentali oltre oceano.
La risposta intermodale, che scaturisce dall'iniziativa del 22 Luglio, si basa:
- sul servizio ferroviario veloce, eseguito da Trenitalia con casse mobili a refrigerazione passiva, tra Catania /Scalo Aci Reale e Bologna/Scalo San Donato, con possibilità di rilancio con direzione Milano e Monaco di Baviera e con terminalizzazione stradale garantita da e per qualunque destinazione;
- sul servizio di collegamento marittimo veloce tra Catania ed i principali porti del mondo, eseguito da Hapag-Lloyd, con containers refrigerati dell'ultima generazione, telecontrollabili a distanza e con terminalizzazione stradale "door to door" direttamente gestita e garantita.
Questi due servizi realizzano, già attualmente, reciproche forme di collaborazione e di sinergia, essendo spesso partners tra loro in forme assai complesse ed importanti di intermodalità, e potrebbero trovare, anche attraverso una omogeneizzazione delle unità di carico (containers e casse mobili), ulteriori forme di collaborazione tra loro e con le auspicate ed auspicabili "Autostrade del Mare", divenendo così e di fatto il trampolino per il rilancio e il pilastro di consolidamento del settore agroindustriale ortofrutticolo e dell'intera economia siciliana.
Non a caso l'organizzazione dell'iniziativa è stata promossa e curata da:
- C.I.S.Co. che da sempre si prefigge la promozione della cultura trasportistica in genere e dello sviluppo delle tecniche e delle unità di carico;
- l'Autorità Portuale di Catania che, per dovere istituzionale e per particolare sensibilità, segue con grande attenzione lo sviluppo anche tecnologico dei traffici gravitanti nel suo porto e si appresta a mettere a disposizione del traffico containers un moderno terminal attrezzato e corredato secondo le più moderne tecnologie e in rispondenza delle più recenti necessità;
- EST Europea Servizi Terminalistici s.r.l. che fornisce ad entrambi gli operatori intermodali, all'interno del porto così come negli scali ferroviari, il necessario supporto terminalistico, organizzativo ed operativo.
|