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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 9/2005 - SETTEMBRE 2005 |
Porti
Buone speranze per l'espansione dei porti britannici
Il governo britannico ha comunicato di essere in procinto di approvare la proposta di realizzazione di un terminal contenitori da 3,5 milioni di TEU/anno e di un complesso industriale da 300 ettari a Shell Haven da parte della POP (P&O Ports).
Il suo accordo è soggetto ad ulteriori iniziative da intraprendere presso l'Agenzia Britannica Autostrade nei prossimi tre mesi, al fine di intraprendere un migliore accesso stradale.
Robert Woods, dirigente in capo della società-madre P&O, ha commentato: "Siamo deliziati da questo annuncio. Stiamo studiando i dettagli del progetto, compresi quelli inerenti alle questioni autostradali. Abbiamo in programma di darci da fare in entrambe le iniziative al più presto possibile".
Situato presso la raffineria in disuso della Shell sull'estuario del Tamigi, a 10 km risalendo il fiume da Tilbury, il terminal sarà situato in favorevole posizione per il mercato londinese e comprende collegamenti ferroviari e stradali con il resto del paese la ricerca della POP indica che la destinazione finale di un quarto di tutti i contenitori importati nel Regno Unito sono situati in un raggio di 40 km da Shell Haven.
E' stata programmata una banchina containerizzata da 2.300 metri, oltre ad una infrastruttura ro-ro in grado di movimentare due navi con carico da prua e poppa.
Il pescaggio massimo lungobanchina in condizione di bassa marea sarà di 16 metri, ma il canale di accesso l'avrà di soli 14,5 metri per l'80% della giornata.
La POP già possiede un terzo della vicina Nearby Tilbury Container Services, che effettua operazioni in un terminal dalla capacità di 600.000 TEU/anno.
Se tutto dovesse andare secondo i piani, le prime unità del parco industriale a Shell Haven potrebbero essere occupate per la fine del 2007, mentre le operazioni ai primi ormeggi containerizzati potrebbero cominciare nel corso della prima metà del 2008.
La mosca nel bicchiere è rappresentata dal clamoroso calo della crescita dei carichi nei porti del Regno Unito. Nella principale direttrice di traffico del Regno Unito, quella dall'Asia, la crescita dei carichi da un anno all'altro nel corso dei primi sei mesi di quest'anno è stato del solo 4,3%, rispetto al 13,7% nel 2004, secondo la FEFC.
Anche la corrispondente crescita nei traffici del subcontinente indiano è diminuita, dal 16% al 5%.
(da: Containerisation International, settembre 2005, pag. 35)
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