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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 12/2005 - DICEMBRE 2005 |
Trasporto intermodale
I vettori contro i ritardi delle ferrovie statunitensi
I vettori marittimi attivi nei traffici nel transpacifico hanno accusato le ferrovie nordamericane di causare ritardi agli importatori.
In una dichiarazione del TSA (Accordo Stabilizzazione Transpacifico) i vettori hanno puntato il dito contro le ferrovie in relazione ai ritardi sulle banchine di 24-48 ore, con punte sino a 72 ore lungo il corridoio Sunset, nonché alle soste di tre-quattro giorni per gli interscambi attorno a Chicago.
Tuttavia, un portavoce della BNSF ha commentato: "La nostra rete è generalmente fluida. Ci sono alcuni giorni in cui abbiamo fluttuazioni nel servizio, ma disponiamo di programmi per la normalizzazione del servizio: non si tratta certo di una condizione sistematica".
Nella dichiarazione del TSA si legge che la ICTF (Intermodal Container Transfer Facility), gestita dalla UP, ha dovuto subire quattro giorni di ritardo per i carichi movimentati attraverso l'infrastruttura. La Union Pacific, peraltro, ha negato che i dati forniti fossero accurati e comunicando i suoi risultati relativi al 3' trimestre del 2005 ha asserito di avere ridotto i tempi morti terminalistici e di avere incrementato i propri volumi presso l'ICTF.
Riferisce il TSA: "I danni comportati dagli uragani in Texas, Louisiana, Mississippi e Florida hanno rallentato ancora ulteriormente il traffico nel corridoio meridionale. L'effetto combinato di tali ritardi ha comportato ingorghi periodici all'arrivo dei carichi e tempi più lunghi presso i varchi dei terminals portuali per i camion".
Albert Pierce, direttore esecutivo del TSA, commenta: "I vettori marittimi hanno risposto alla domanda di carichi dell'Asia impiegando navi ed equipaggiamenti, investendo in personale e sistemi informatici ed adattando le rotte e le operazioni al fine di riuscire a ridurre la congestione dei porti e dei terminals, ma essi non gestiscono l'intera catena e ciò alla fine produce effetti negativi sulla loro capacità di rete".
Un dirigente di un vettore commenta al riguardo: "Stiamo supplicando la BNSF perché dicano chiaramente come stanno le cose e riconoscano pubblicamente i problemi. Ed io capisco che i clienti della UP stiano facendo la stessa cosa dal canto loro".
I volumi intermodali continuano a crescere, secondo i dati del terzo trimestre 2005 forniti dalla IANA (Associazione Intermodale del Nord America). I contenitori marittimi internazionali restano il settore di traffico ferroviario intermodale nordamericano sia di maggiori dimensioni che in maggior rapida crescita. La crescita da un anno all'altro rispetto al 3' trimestre del 2004 è stata del 10,2% sino a 2.076.390 containers, mentre la crescita dell'equipaggiamento nazionale, che comprende semirimorchi e contenitori, è calata dello 0,3% sino a 1.451.318 unità.
La crescita internazionale è stata maggiore nella regione del nord-ovest, che ha assistito ad un aumento del 32%, in seguito all'incoraggiamento da parte delle ferrovie affinché i caricatori utilizzassero la capacità ferroviaria in eccesso del Pacifico Nord-Occidentale.
(da: Containerisation International, dicembre 2005, pag. 27)
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