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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXV - Numero 9/2007 - SETTEMBRE 2007
Porti
Tangeri: la realizzazione di un sogno africano
Con un pescaggio sino a 18 metri, due enormi terminal
contenitori ed installazioni per traghetti, ro-ro ed altri traffici
merci, il Tangier Med è pronto a diventare un nuovo
importante porto strategico all’ingresso del Mediterraneo,
così come il motore dello sviluppo dell’intero Marocco
settentrionale.
Le prime infrastrutture dovrebbero essere inaugurate al più
presto, entro la seconda metà di quest’anno.
Il cuore dello sviluppo sarà costituito da un’area
per containers equipaggiata con 16 gru a cavaliere ed una banchina
da 1.600 metri suddivisa in due sezioni, ciascuna delle quali con un
proprio operatore.
Alla APM Terminals, consociata della Maersk, è stata
assegnata una concessione trentennale al fine di condurre le
operazioni nella prima delle due sezioni.
La concessione per l’altro terminal sarà gestita
da un’associazione fra la tedesca Eurogate e l’italiana
Contship, che già gestisce 11 terminal nel Mare del Nord, nel
Mediterraneo e nell’Atlantico.
La APM Terminals sta investendo 150 milioni di euro da qui al
2010 allo scopo di assicurare un terminal con una capacità
annua di 1,5 milioni di TEU che farà parte della rete globale
della Maersk.
La maggiore linea di navigazione containerizzata a livello
mondiale per lungo tempo si è servita di uno hub di trasbordo
ad Algesiras, nel sud della Spagna, dove le possibilità di
espansione sono limitate, ed ora sta rapidamente costruendo altri
hub in tutto il Mediterraneo: uno dei più recenti è
costituito dal Port Said East all’ingresso del Canale di Suez,
all’altri capo del Mediterraneo.
In programma presso il Tangier Med vi sono altresì
un’infrastruttura ro-ro dedicata, due ormeggi per merci
generali adibiti a carichi quali cereali e mangimi animali ed una
stazione per carburanti, tutte situate nella medesima “baia
industriale” di quella per i containers.
Appena fuori da quest’ultima, vi sarà una distinta
baia per i traghetti con otto ormeggi ed una capacità annuale
di 5 milioni di passeggeri, 1 milione di automobili e 500.000
camion.
Si dice che, una volta in funzione tutte le infrastrutture, il
porto nel suo complesso potrà rivaleggiare con Durban quale
più grande porto africano.
Inoltre, i dirigenti del Tangier Med sperano che il porto possa
presto affermarsi come una della manciata di infrastrutture
containerizzate che nel mondo sono in grado di accogliere la nuova
generazione di navi-madre da 12.000 TEU ed oltre.
“Il viaggio attorno al mondo più logico prevede
cinque o sei fermate” afferma El Mostafa Almouzani, direttore
dei lavori di costruzione del porto, ritenendo senza dubbio che lo
Stretto di Gibilterra possa dimostrarsi una di loro.
Il porto di Algesiras sta collaborando con il Tangier Med al
fine di istituire condizioni tariffarie comuni per rafforzare la
posizione dello stretto quale centro di potere dei traffici
mondiali.
L’infrastruttura dal lato terrestre dovrebbe altresì
dimostrarsi la chiave per lo sviluppo sia del Marocco, sia
dell’Africa settentrionale.
Sono stati programmati attorno al porto un gruppo zone
logistiche e zone franche - tra cui una zona franca portuale da 130
ettari con 49.000 metri quadrati di magazzini che verrà
gestita dalla Jebel Ali Free Zone International della Dubai World -
così come una serie di migliorate connessioni stradali e
ferroviarie con il resto del Marocco ed oltre.
Così facendo, il Tangier Med andrà a porre
rimedio ad uno storico squilibrio nello sviluppo del paese che, sin
dall’indipendenza, ha favorito le regioni occidentali attorno
a Casablanca.
I soli lavori di realizzazione del progetto, gestiti dalla
società statale Tangier Med Special Operations, stanno
offrendo impiego a qualcosa come 25.000 maestranze locali, così
come la visione di un più prospero futuro all’intero
paese.
Con il suo prezzo complessivo nell’ordine di circa 1
miliardo di dollari USA - di cui 390 milioni di dollari destinati al
solo porto - esso resta meno costoso del sogno nazionale,
rappresentato dalla costruzione un giorno di un tunnel sotto lo
stretto per unire i due continenti.
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