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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 6/2008 - GIUGNO 2008
Safery & security
Portacontainer sotto esame
L'anno scorso, nel giro di un solo mese, due portacontenitori,
entrambe battenti la stessa bandiera ed entrambe più o meno
nella stessa parte del mondo, hanno dovuto sottostare a problemi in
mare.
Una è sopravvissuta, l'altra no, ma entrambe sono state
adesso assoggettate a relazioni ufficiali, il combinato effetto
delle quali potrebbe comportare notevoli cambiamenti nella
pianificazione e nelle procedure di carico di tali navi in futuro,
nonché alla fonritura di informazioni sul carico.
L'incidente che ha coinvolto la Annabella ha avuto luogo
nel Baltico a febbraio 2007 e ha comportato la perdita di stabilità
ed il crollo di una pila di container.
La bandiera era quella del Regno Unito e questo ha indotto
l'agenzie incaricata delle indagini, la MAIB (Marine Accident
Investigation Branch), ad affermare nella propria relazione lo
scorso settembre che esistesse la stringente necessità di un
codice di comportamento del settore per le attività di
trasporto contenitori.
Ciò si fondava sulla conclusione, in base a quella e ad
altre indagini condotte in precedenza, che la realtà della
sicurezza di navi, equipaggi ed ambiente era compromessa dal
preponderante desiderio di conservare la regolamentazione radicata
ovvero di ottimizzare i tempi di lavorazione portuale.
L'indagine sulla MSC Napoli, per necessità, ha
richiesto molto più tempo e la conseguente relazione
"Rapporto sulle indagini inerenti all'avaria strutturale
della MSC Napoli nel Canale della Manica il 18 febbraio 2007"
è stata pubblicata solamente il 22 aprile di quest'anno.
La nave era in transito da Anversa al Portogallo nel suo
cammino alla volta del Sudfarica, allorqusndo si trovò a
sperimentare un'emergenza in mare che risultò nel suo
spiaggiamento volontario.
Questo accadde un mese prima dell'incidente della Annabella
e fu molto più drammatico.
La nave dovette subire una catastrofica avaria dello scafo nel
corso del transito del Canale della Manica.
Ciò comportò l'abbandono della nave da parte
dell'equipaggio, che fortunatamente, malgrado il mare grosso, venne
tutto tratto in salvo.
A causa della considerevole possibilità di inquinamento
diffuso, la nave dovette essere spiaggiata sulla costa meridionale
dell'Inghilterra ed alla fine venne rottamata.
Tuttavia, fatta eccezione per alcuni relativamente pochi
contenitori caduti fuoribordo nel corso delle operazioni di
spiaggiamento, la maggior parte del carico era ancora intatto e le
operazioni di salvataggio hanno comportato la rimozione di ogni
singolo contenitore.
Ciò ha consentito il controllo del loro peso e la
constatazione della loro posizione in relazione al peso ed alla
posizione indicati nel manifesto di carico.
Si è trattato di un'operazione davvero minuziosa che ha
comportato la rimozione di ciascun contenitore mediante una chiatta
dotata di gru per spostare i container su un'imbarcazione che
potesse trasportarli nelle più vicine infrastrutture portuali
in cui potessero essere esaminati.
Ciò ha permesso la realizzazione di un quadro chiaro sul
carico delle merci e sulla loro posizione dentro la nave.
La relazione, necessariamente, si concentra sulle ragioni
dell'avaria allo scafo e su cosa si possa fare per prevenire eventi
simili.
Nella relazione si fa notare come la sola altra avaria
registrata sullo scafo di una portacontainer sia stata quella della
MSC Carla nel 1997 quando, grazie alla sezione di poppa che
rimase a galla, fu possibile stabilire che l'incidente era stato
causato al guasto di una saldatura con una nuova sezione dello scafo
che era stata inserita successivamente alla costruzione.
Anche se la MSC Napoli non era stata assoggettata a tale
procedimento, si è scoperto che la causa fondamentale
dell'incidente poteva essere ricondotta alla progettazione; ciò
aveva comportato la revisione di centinaia di altre portacontenitori
e l'adozione di rimedi in un certo numero di casi, oltre
all'osservanza, nel contempo, di procedure operative riviste.
Questa accuratissima indagine, tuttavia, mostra che - nella
maggior parte dei casi - c'è stato un certo numero di fattori
che hanno contribuito alla sua avaria, uno dei quali si poteva
ricollegare al carico trasportato.
Alcuni elementi riscontrati nell'ambito dell'indagine hanno
portato ad una ulteriore conferma delle conclusioni della relazione
sulla Annabella ed al rafforzamento della richiesta di un nuovo
codice comportamentale da parte della MAIB.
La raccomandazione, che viene ripetuta nell'ultimo rapporto,
consiste nel suggerimento secondo cui la ICS (International Chamber
of Shipping) dovrebbe collaborare con gli operatori del settore al
fine di sviluppare e promuovere l'adesione ad un migliore codice
delle procedure di sicurezza per far sì che:
esistano effettive comunicazioni e procedure fra tutte le parti
coinvolte nella programmazione e nella consegna di contenitori per
assicurare che il personale delle navi abbia le risorse e
l'opportunità di supervisionare in sicurezza il carico e la
fissazione dei carichi;
i manuali di fissazione del carico siano esaustivi e redattti in
una forma che assicuri un accesso facile ed immediato a tutti le
pertinenti informazioni di carico e fissaggio;
i programmi computerizzati inerenti al carico comprendano tutte
quante le specifiche sul fissaggio dei carichi su una nave; tali
computer dovrebbero essere approvati adeguatamente al fine di far sì
che gli ufficiali possano fare completo affidamento sulle
informazioni fornite;
la disponibilità o meno di un computer relativo al carico
affidabile ed approvato sia un fattore da includere nel processo
decisionale inerente all'appropriato livello di reclutamento del
personale per le navi con programmi di viaggio intensivi;
il risultante incremento delle forze di accelerazione e la
conseguente riduzione dei pesi di impilaggio consentiti quando
l'altezza metacentrica della nave viene aumentata oltre il valore
segnalato nel manuale di fissaggio del carico sia chiaramente
compreso dagli ufficiali della nave; il conseguente effetto sul
peso, l'altezza ed il fissaggio delle pile di contenitori per le
modifiche apportate all'altezza metacentrica della nave dovrebbe
essere reso prontamente disponibile e spiegato con chiarezza al
personale della nave;
coloro che sono impegnati nelle operazioni containerizzate siano
consapevoli che i contenitori con pesi di impilaggio consentiti al
di sotto degli standard ISO sono regolarmente utilizzati e devono
essere identificati con chiarezza nelle fasi sia di pianificazione
che di carico allo scopo di evitare la possibilità che quei
container si scontrino;
riguardo alle operazioni con i carichi:
che i
pianificatori del carico abbiano un'appropriata esperienza marittima
o siano stati addestrati per far sì che le considerazioni
inerenti alla sicurezza della nave siano completamente
riconosciute;
che il software per la pianificazione del
carico fornito sia in grado di riconoscere le conseguenze dei dati
variabili (ad esempio l'altezza metacentrica e le specifiche dei
contenitori non standard) per poter avvertire di conseguenza i
pianificatori;
che le lezioni apprese dai problemi
individuati nel corso delle operazioni di pianificazione dei
contenitori vengano formalmente riviste e che vengano poste in atto
appropriate misure di correzione;
che al personale delle
navi venga dato tempo sufficiente per verificare/approvare i
programmi di carico proposti.
Il rapporto nota che lo sviluppo del codice è in corso e
che ci si aspetta che esso venga completato per la fine del 2008,
dopo di che sarà presentato all'IMO perché venga
adottato.
La verifica dei contenitori rimasti sulla nave ha riguardato
anche il controllo del peso di ciascun box.
La maggior parte di quelli nelle stive sono stati sommersi ed
inzuppati, aumentando così notevolmente il peso ed impendendo
qualsiasi tentativo di confronto.
Tuttavia, i pesi di tutti i contenitori rimasti asciutti nelle
stive e di quelli sul ponte sono stati confrontati con quelli
dichiarati alla compagnia di navigazione dall''imballatore o dal
caricatore.
Si è scoperto che il peso di 137 (20%) di questi box era
superiore sino a tre tonnellate rispetto al loro peso dichiarato.
La singola maggiore differenza era di 20 tonnellate, mentre il
peso complessivo dei 137 container era di 312 tonnellate in più
rispetto a quello riportato sul manifesto di carico.
Il rapporto sottolinea come questa difformità sia
diffusa nell'ambito del trasporto marittimo di contenitori e sia
dovuta agli imballatori ed ai caricatori che non hanno le
infrastrutture per pesare i contenitori presso i propri locali.
E' stato altresì sottolineato come le dichiarazioni
errate volontarie avvengano per varie ragioni.
La conseguenza, tuttavia, è che alla luce del fatto che
le portacontainer invariabilmente salpano in condizioni assai
prossime al limite massimo permesso, il peso aggiuntivo non
dichiarato potenzialmente induce le navi a superare quel massimo.
Il trasporto marittimo di contenitori è il solo settore
industriale in cui il peso di un carico non è conosciuto e,
se lo sforzo che agisce sulle portacontainer dev'essere
accuratamente controllato, è essenziale che i contenitori
siano pesati prima di essere caricati sulle navi.
Per sottolineare meglio questo argomento, la MAIB ha aggiunto
tale aspetto alla lista suggerita degli argomenti che dovrebbero
essere previsti dal codice relativo alle procedure.
La nave in questione era stata caricata in Europa occidentale
ed il rapporto fa notare come in questa regione non sia richiesto
che i contenitori vengano pesati in un porto prima di essere
caricati su una nave.
A questo si potrebbe aggiungere che, anche se gran parte
dell'equipaggiamento per la movimentazione di contenitori è
in grado di far fronte a sovrappesi di tre tonnellate, non è
però immune rispetto agli effetti di 20 tonnellate o più,
e che vi possono essere conseguenze anche in relazione alla
movimentazione sicura al largo.
Un'altra questione citata concerneva la posizione dei
contenitori sulla nave.
La posizione di tutti i container sul ponte rimasti a bordo -
vale a dire la maggior parte - è stata confrontata con la
posizione immessa nel computer di carico per determinare le
condizioni di stabilità.
Essa avrebbe dovuto essere equivalente alle posizioni
registrate dall'operatore terminalistico.
Di queste unità, il 7% erano in una posizione sbagliata
oppure erano dichiarate erroneamente quanto al contenitore; il
rapporto nota come, generalmente, nell'ambito del settore
containerizzato si concorda sul fatto che sino al 10% dei box
caricati su una nave potrebbero non essere nella loro posizione
programmata.
Anche se molte delle raccomandazioni contenute nell'ultimo
rapporto riguardavano la progettazione e le operazioni delle
portacontainer, i due rapporti sono strettamente collegati per
quanto attiene la necessità di un codice settoriale delle
procedure e si può prevedere che alcuni cambiamenti potranno
derivarne nel prossimo futuro. (da: Cargo Systems, maggio
2008, pagg. 58-59)
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