Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVII - Numero 1/2009 - GENNAIO 2009
Progresso e tecnologia
L'aumento della produttività delle gru STS: uno
strumento per ridurre i costi
Ottenere una piccola tregua nel contesto dell'implacabile
crescita e della crescente domanda è qualcosa in cui molti
operatori terminalistici si sarebbero gettati a capofitto un anno
fa: tempo per prendere fiato ed organizzarsi per far fronte alla
domanda ancora maggiore ingenerata dalle navi più grandi.
La tregua che è arrivata, peraltro, è stata
improvvisa e spettacolare e porta con sé molta incertezza per
il futuro.
La crisi creditizia seguita dalla recessione in molti paesi ed
il serio rallentamento dei traffici a livello mondiale hanno
generato molta incertezza.
Ci sarà denaro a disposizione per finanziare le navi
sotto ordinazione?
La domanda tornerà a riempirle quando saranno in
servizio?
Ci sarà una richiesta di gru da destinare al servizio
delle nuove navi e ci sarà denaro a disposizione per
acquistarle?
La cascata di navi panamax e post-panamax giungerà presto
come ci si aspettava ed i terminal che la stavano aspettando
dovranno ripensare le proprie strategie?
Il numero di gru STS consegnate annualmente è stato
superiore alle 300 unità nell'ultimo paio d'anni, mentre
quasi 1.500 ne erano state consegnate negli ultimi cinque anni, con
un investimento complessivo per circa 10,5 miliardi di dollari USA.
E' probabile che le consegne del 2009 non saranno inferiori in
modo apprezzabile rispetto alle annate precedenti, poiché la
maggior parte di tali navi era stata ordinata in precedenza.
I terminal che dovranno riceverle spereranno che la domanda
possa tornare ai livelli precedenti alla crisi creditizia e che i
loro investimenti di capitale risultino così giustificati.
Peraltro, vi sono segnali secondo cui alcuni operatori
terminalistici che erano intenzionati a piazzare ordinazioni con
consegna nel 2010 e 2011 con tutta probabilità le
sospenderanno per un po'.
C'è stato un considerevole balzo dei prezzi delle gru STS
nel corso dell'ultimo paio d'anni, secondo Dave Rudolf della
TechPort Consultants, che lavora come consulente con il produttore
cinese ZPMC ed in precedenza aveva fatto esperienza per molti anni
con la VIT (Virginia International Terminals).
A suo dire, una gru post-panamax standard da 1.500 tonnellate
con velocità e sbraccio tipici adesso si aggira sui 9,5
milioni di dollari USA, rispetto ai 7,5 milioni di dollari di un
paio d'anni fa.
Una combinazione di fattori ha indotto questo incremento, ma in
prima linea ci sono la debolezza del dollaro ed il prezzo
dell'acciaio, seguiti dall'incremento del costo del lavoro in Cina e
del costo del carburante.
Gran parte di tali aumenti hanno avuto un'inversione di tendenza
da ultimo; il dollaro ha riguadagnato un po' di terreno, al punto
che la preferenza dei produttori cinesi per l'euro si sta
attenuando.
La minaccia di recessione può avere avuto un impatto sul
consumo di acciaio e, perciò, sui prezzi, mentre i prezzi del
carburante sono calati.
Il costo del lavoro, peraltro, in particolare in Cina,
probabilmente non diminuirà in modo apprezzabile.
L'emergente classe media in Cina domanda un miglioramento dei
benefit d'impiego ed i lavoratori chiedono una maggiore protezione
dell'occupazione.
La gestione dei costi del lavoro della produzione è
un'area cui tutti i produttori di gru si sono rivolti nel corso
dell'ultimo decennio, molti dei quali mediante l'istituzione di
qualche capacità produttiva in zone a basso costo, fossero in
Europa orientale, in Cina od altrove in Asia.
Il costo del carburante è una questione che riguarda non
solo la produzione ma anche la consegna delle gru STS.
Trasportare questi mostri attraverso gli oceani è costoso
e costituisce una porzione non insignificante del prezzo di
consegna.
Il fatto che la ZPMC abbia una flotta di 24 navi di proprietà
dedicate alla consegna delle gru - siano esse gru da piazzale o STS
- le conferisce un netto vantaggio rispetto ai suoi concorrenti per
quanto attiene il controllo dei costi e la pianificazione dei tempi.
La pianificazione delle operazioni terminalistiche per la
movimentazione di navi di crescenti dimensioni e costi è la
sfida che gli operatori terminalistici devono affrontare.
Dati i costi delle operazioni navali superiori ai 50.000 dollari
al giorno - e quelli delle nuove e più grandi navi sono
attestati a 60.000 dollari - i loro clienti delle linee di
navigazione ovviamente domandano molto.
Gli accordi commerciali fra terminal e linee di navigazione non
sono di dominio pubblico ma, se essi non esistono già, gli
accordi con penalità od incentivi per operazioni in ritardo o
puntuali non tarderanno ad essere sottoscritti.
La produttività terminalistica è una questione
complessa.
Molta attenzione viene prestata ai sollevamenti di contenitori
all'ora conseguiti dalle gru STS ma, naturalmente, ciò può
alimentare la produttività complessiva del terminal solo se
le operazioni terrestri reggono il passo.
Vi sono pochi studi empirici sulle cause dei ritardi delle STS
ma qualche anno fa è stato elaborato uno studio al VIT
mediante l'uso di squadre di osservatori per monitorare e registrare
ogni ritardo.
Naturalmente ogni terminal è diverso e Rudolf sostiene
che è impossibile "confrontare una mela con un'altra",
ma i risultati dello studio sono degni di nota e quelli fondamentali
sono cambiati di poco nel corso degli anni.
Si è stabilito che i ritardi rappresentano il 18% del
tempo operativo complessivo.
Naturalmente, ci sarà sempre qualche ritardo inevitabile
nelle operazioni con gru, il che mette in evidenza la necessità
di lavorare il più alla svelta possibile quando le cose vanno
per il verso giusto.
I produttori di gru mettono nelle proprie macchine ogni sorta di
congegno atto a massimizzare la produttività.
Una delle principali cause di ritardo avviene nel momento in cui
la STS si interfaccia con le operazioni terrestri.
Il caso più estremo si ha quando non c'è nessun
camion disponibile per consegnare o prendere un box.
Ma ci sono anche molti ritardi di pochi secondi quando la gru
deve destreggiarsi un po' per collocare il container.
La Liebherr Container Cranes con sede a Killarney, in Irlanda,
ha affrontato questo problema mediante l'adozione di sistemi di
posizionamento delle gru straddle e dei camion.
Gerry Bunyan, direttore vendite e marketing, dichiara che il
produttore offre diversi sistemi differenti sulle proprie gru STS,
da un sistema di base per il posizionamento delle straddle carrier
impostato su un riflettore posteriore, sino ad un più
avanzato sistema di posizionamento dei trailer che utilizza
scannerizzatori laser montato a livello del predellino.
L'obiettivo di entrambi i sistemi è quello di consentire
un posizionamento preciso delle straddle carrier e dei trailer
nell'ambito della campata della gru o sotto il raggio d'azione
posteriore della gru per movimentazione rapide di carico/scarico.
Nel corso dell'operazione, gli autisti dei camion o delle
straddle posizionano i propri veicoli nella zona della corsia di
servizio ed il semaforo di conferma indica il posizionamento
ottimale per la successiva movimentazione della gru.
Si elimina così l'avanzamento per piccoli spostamenti dei
camion sotto la gru e, a detta di Bunyan, la Liebherr ha ricevuto
buone relazioni circa le prestazioni di miglioramento della
produttività di questi strumenti.
La competenza dell'operatore delle gru è probabilmente il
fattore più decisivo nella produttività delle gru e
molti strumenti sono stati sviluppati per assisterli, ma parecchi di
loro non sono stati utilizzati quanto si sarebbe potuto.
Spesso gli operatori più esperti ritengono di poter fare
il lavoro meglio se lo fanno da sé.
Sulle gru vengono comunemente installati sistemi anti-rollio ed
i produttori dichiarano di aver riscosso un grande successo, ma gli
operatori esperti spesso li usano solo parzialmente o per nulla del
tutto.
Sono stati condotti anche esperimenti finalizzati a portare gli
operatori fuori dal trolley, ma in genere questo non piace loro
poiché affermano che così perdono la sensibilità
della movimentazione.
Rudolf ha effettuato qualche simulazione al computer per
stabilire se, data l'esigenza di gru più grandi per servire
le navi più grandi, la produttività delle STS possa
essere mantenuta o addirittura migliorata mediante l'incremento
della velocità e dell'accelerazione del paranco e del
trolley.
Le odierne tipiche gru STS di tipo alto dispongono di velocità
del paranco pari a 90 metri/minuto e di un'accelerazione di 0,75
metri/secondo con velocità del trolley pari a 244
metri/minuto ed un'accelerazione di 0,7 metri/secondo.
Utilizzando queste cifre, la simulazione mostra come una nave
panamax servita da una gru appropriata con scartamento di 30 metri
potrebbe movimentare 50 contenitori all'ora, mentre una unità
della classe Emma servita da una gru con scartamento di 43 metri
potrebbe conseguire 43 movimentazioni di contenitori all'ora, ovvero
il 15% in meno.
Naturalmente, poiché le cifre inerenti al numero di
contenitori/ora deriva da una simulazione computerizzata, esso
dev'essere adattato a fattori operativi reali quali quelli delineati
pocanzi.
La domanda è se incrementando la velocità del
paranco e del trolley si riesce a colmare questo divario.
Un fattore di cui occorre tener conto è l'effetto delle
maggiori velocità sull'operatore della gru.
Le forze di gravità sperimentate sono di un livello
accettabile?
Rudolf afferma che la forza esercitata sul corpo umano dalle
montagne russe è di 5G, quella di una macchina da corsa Indy
è di 2G in fase di accelerazione e 5G in curva, mentre una
Porsche Turbo in fase di accelerazione esercita una forza di 10G.
Ciò, rispetto ad una forza di 0,08G sperimentata da un
gruista STS che lavora sulle odierne gru top-end.
Pertanto, in questo caso non sembra vi siano troppi problemi.
Per avere conferma di questo, Rudolf ha intervistato molti
operatori esperti di gru che gli hanno riferito di ritenere che non
avrebbero avuto problemi con una velocità del trolley due
volte superiore a quella odierna.
Peraltro, in effetti, la velocità del trolley non è
il principale contribuente all'equazione.
Se le velocità del paranco venissero incrementate dalle
attuali cifre del 35% sia per la velocità che per
l'accelerazione e se le velocità del trolley venissero
aumentate del 25% per la velocità e dell'80% per
l'accelerazione, la simulazione ha mostrato che la maggior parte del
divario fra panamax e mega-navi potrebbe essere recuperato quasi del
3%.
Il principale contribuente è la velocità del
paranco, in cui il guadagno è pari al 6%, seguito dal 3%
ottenuto dall'incremento dell'accelerazione del paranco stesso.
Subito dietro seguono la velocità e l'accelerazione del
trolley, dalle quali derivano rispettivamente guadagni del 2% e 1%.
I risultati della simulazione sono stati confermati da un
confronto operativo reale svolto al VIT.
La prestazione delle gru installate nel 1999 è stata
messa a confronto con quella di alcune macchine più grandi
del 2005.
I modelli del 1999 avevano una velocità del paranco di 75
metri/minuto ed un'accelerazione di 0,67 metri/secondo rispetto ai
90 metri/minuto ed agli 0,80 metri/secondo riscontrati sulle
macchine più recenti.
Il numero reale di contenitori all'ora movimentati è
aumentato da 32 a 36, con un incremento del 12,5%, che - è
interessante notare - è stato superiore al miglioramento del
7% previsto da una simulazione al computer.
Pertanto, sembra che le velocità delle gru più
rapide riesca a mantenere i livelli di produttività
richiesti, ma vi sono conseguenze per quel che attiene i costi.
Velocità maggiori significano motori, cavi, componenti
elettrici e - ciò che più importa - struttura delle
gru rinforzati.
In tal modo, prima di seguire questo percorso, occorre
effettuare una minuziosa analisi dei costi/benefici che ne derivano.
Si dovrebbero affrontare, poi, le vecchie e meno sostanziali
questioni della stivatura della nave e dell'interfaccia terrestre.
Se una di queste componenti non dovesse essere ottimizzata, i
vantaggi derivanti da una gru più veloce potrebbero essere
annullati. (da: Cargo Systems, dicembre 2008, pagg. 42-43)
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