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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 28 FEBBRAIO 2013
INDUSTRIA
PRIMA FABBRICA DI CONTENITORI REEFER FUORI DALLA CINA
Quando aprirà a dicembre, la MCI (Maersk Container
Industry) San Antonio, in Cile, sarà la prima fabbrica al di
fuori della Cina a produrre contenitori reefer climatizzati.
Attualmente, i produttori di container climatizzati - CIMC, MCI
e Singamas - hanno tutti quanti le proprie infrastrutture produttive
in Cina.
La MCI San Antonio sarà anche la prima fabbrica di
contenitori reefer del Sudamerica e produrrà sia container
climatizzati che macchinari per la refrigerazione.
La scelta di costruire la propria seconda fabbrica di box reefer
in Cile è dovuta ai mutamenti avvenuti nei flussi di
traffico, spiega il portavoce della MCI, Erik Høgh-Sørensen.
“C'è un enorme quantitativo di derrate alimentari
in esportazione dalla costa occidentale del Sudamerica e tutti gli
anni si verifica una notevole carenza di reefer.
I nostri calcoli mostrano che la localizzazione della fabbrica
in Cile farà risparmiare ai proprietari di reefer 1.400
dollari USA perché essi non dovranno imbarcare box vuoti”.
Inoltre, ammette Høgh-Sørensen, la produzione in
Cina è diventata più costosa, ma afferma anche che la
ragione principale per avere scelto il Cile è stato il
cambiamento avvenuto nei flussi di traffico.
La fabbrica di box refrigerati della MCI a Qingdao, nel nord-est
della Cina, produce 40.000 container e macchinari reefer Star Cool
all'anno.
La fabbrica di San Antonio da 170 milioni di dollari USA
eguaglierà quel livello di risultati quando la produzione
sarà completamente operativa.
“Potremo disporre di due fabbriche per reefer
completamente sviluppate quando avvieremo la seconda” afferma
Høgh-Sørensen, il quale si dichiara certo che anche
questa fonte produttiva non riuscirà a far fronte alla
domanda.
“Avremo il mercato sudamericano tutto per noi e, con le
attuali tendenze dei consumatori, anche quando raggiungeremo i
40.000 reefer presso la nuova fabbrica ciò non soddisferà
ancora il mercato”.
Se sarà davvero così, sicuramente ci sarà
bisogno di altre fabbriche.
Ma quante probabilità ci sono che esse possano essere
realizzate in Cina?
“La Cina sarà sempre un'opportunità”
concorda Høgh-Sørensen.
“Data la carenza di reefer abbiamo visto che in Sudamerica
c'era l'opportunità di stabilirvisi, ma questo non significa
che non si debba contare sulla Cina in futuro”.
La Cina si sta avviando a non essere più un centro di
produzione a basso costo, specialmente nelle zone produttive ormai
affermate.
Peraltro, Høgh-Sørensen non considera ciò
una ragione abbastanza buona per dirottare le fabbriche verso ovest
o fuori dal paese: la forza lavoro - a suo dire - sta diventando più
esigente e costosa, ma anche più qualificata.
“Ciò significa, tuttavia, che è diventato
più difficile attirare i lavoratori nel sud della Cina, dove
abbiamo la nostra fabbrica di contenitori per carichi secchi a
Dongguan, nei pressi del delta del Fiume delle Perle”.
In reazione a tale situazione, la MCI a Dongguan ha incrementato
i salari allo scopo di attirare nuovi assunti e ha adottato tecniche
di fidelizzazione del personale per trattenerli.
“Quando il mercato dei box per carichi secchi era imploso
nel 2009, avevamo deciso di mandare a casa i nostri dipendenti in
ferie.
Noi non li abbiamo licenziati come hanno fatto moltissimi altri
ed io penso che ciò abbia impressionato molti di loro, tanto
è vero che sono tornati quando abbiamo dovuto intensificare
la produzione.
Ciò ha indotto un senso di fedeltà verso la nostra
società, tanto che stiamo ancora avvalendoci di questo.
Siamo ben affermati a Dongguan e affronteremo le sfide apportate
dall'ambiente in cui lavoriamo.
Ritengo che da questo punto di vista stiamo facendo piuttosto
bene.
Inoltre, in loco collaboriamo bene con le autorità cinesi
che apprezzano il fatto che noi disponiamo di un buon ambiente
lavorativo presso la nostra fabbrica”.
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