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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 15 APRILE 2015
PROGRESSO E TECNOLOGIA
LA TECNOLOGIA EOLICA POTREBBE COMPORTARE "RISPARMI A
DOPPIA CIFRA SUL CARBURANTE" PER LE LINEE DI NAVIGAZIONE
Con il recente drastico calo dei prezzi del petrolio, la domanda
di nuove tecnologie per la propulsione navale sembrerebbe essere in
declino, ma un nuovo rapporto della società britannica di
classificazione navale Lloyd's Register ha concluso che gli
operatori potrebbero ancora assistere a significativi risparmi di
carburante, con periodi di recupero dell'investimento relativamente
brevi, se si potesse superare un certo numero di barriere.
"La propulsione assistita dal vento è oggi una delle
poche tecnologie potenzialmente in grado di offrire risparmi a
doppia cifra sul carburante" si legge nel rapporto, che
aggiunge: "La Lloyd's Register è impegnata a lavorare in
stretto contatto con i fornitori di tecnologia e le parti
interessate in tutta la filiera distributiva, allo scopo di superare
tali difficoltà e rendere la propulsione assistita dal vento
una realtà".
Il rapporto, elaborato dagli uffici della LR con il contributo
di Craig Eason, redattore tecnico di Lloyd's List, ha preso
in esame i quattro principali tipi di tecnologia di propulsione
eolicamente assistita che possono essere - ed in alcuni casi
sperimentali sono effettivamente stati - applicati alla navigazione
mercantile: le vele ad ala rigida, simili alle ali degli aeroplani,
che vengono impiegate in lamine singole o multiple installate su
base singola; i sistemi a vela quadra avvolgibili internamente su
longheroni rotanti con tele simili a quelle dei clipper dell'era dei
velieri; gli aquiloni di traino collegati ad una unità di
controllo a prua ed innalzati ad alta quota in mare aperto; infine,
i rotori Flettner, cioè le strutture cilindriche montate sui
ponti che generano una spinta in avanti.
Si è scoperto che i tempi di recupero dell'investimento
economico per ciascuna tecnologia variano a seconda del tipo di nave
su cui si trova, della rotta seguita dall'operatore e di quali porti
si scalano, così come, naturalmente, di quanto alto sia il
prezzo del petrolio.
In tutti questi casi il rapporto ha preso in considerazione in
che misura il sistema eolico assisterebbe la propulsione complessiva
della nave, espressa in percentuale di risparmio del carburante.
In breve, le vele ad ala rigida offrono un risparmio di
carburante del 10-40% e le vele avvolgibili quadre un risparmio sino
al 50%, mentre le vele ad aquilone e quelle a rotore Flettner
offrono entrambe risparmi sino al 10-35%; in tutti e quattro i casi
vi sono esempi reali in cui le tecnologie sono state applicate alla
navigazione mercantile, sebbene nella maggior parte dei casi ciò
sia avvenuto nei settori delle rinfusiere e delle petroliere.
Le navi containerizzate rappresentano una difficoltà
peculiare per molte tecniche di propulsione eolica, poiché
esse tendono ad essere montate sul ponte o sull'albero e c'è
un elevato rischio di collisione con le gru in banchina; tuttavia,
alcune linee di navigazione giapponesi hanno sperimentato la
tecnologia delle vele ad aquilone.
Tuttavia, il potenziale di recupero degli investimenti può
essere impressionante.
Immaginando un futuro in cui il petrolio possa costare 1.000
dollari alla tonnellata, il gruppo di lavoro della LR calcola che
una nave che realizza un risparmio del 30% sul carburante e che
consumi 30 tonnellate di carburante al giorno, partendo dal
presupposto che essa stia in mare 200 giorni all'anno, si vedrà
ripagare il proprio investimento nel giro di sei mesi.
Anche nel caso che il prezzo del petrolio sia di 600 dollari per
tonnellata, il periodo per ripagare l'investimento sarebbe di poco
meno di un anno.
Gavin Allwright, segretario generale della IWSA (International
Wind Shipping Association), ha accolto favorevolmente il rapporto e
ha dichiarato: "La nostra associazione è stata davvero
contenta del fatto che sia stata finalmente effettuata una
valutazione indipendente della propulsione eolica nella navigazione
mercantile e ci troviamo d'accordo sulla circostanza che esistono
barriere che ne impediscono una adozione più ampia".
Il rapporto ha riassunto sette barriere principali:
la struttura del settore marittimo, in particolare le relazioni
fra armatori e noleggiatori;
il timore dell'insuccesso;
la mancanza di esempi operativi;
i requisiti patrimoniali per lo sviluppo;
la carenza di trasferimento tecnologico ("ad esempio, gli
avanzamenti delle auto da corsa di Formula Uno hanno indotto
notevoli progressi nelle normali auto di tutti i giorni; questo
sviluppo non si è verificato nelle medesime dimensioni nella
navigazione mercantile");
infine, le difficoltà operative e tecniche.
Aggiunge Allwright: "La barriera numero uno che ravvisiamo
consiste nella mancanza di navi dimostrative in acqua che provino la
tecnologia ed affrontino il problema della percezione descritto dal
rapporto.
Cosa che poi si collega al problema dei costi: la maggior parte
delle più importanti personalità del settore avrebbero
bisogno di tre punti di riferimento per poter effettuare un
investimento di rilievo".
Allwright, peraltro, afferma che esistono cinque-sei progetti
dei membri della IWSA che "sarebbero sul punto" di essere
realizzati nel giro dei prossimi 12-24 mesi.
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