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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 15 MAGGIO 2015
TRASPORTI ED AMBIENTE
IL DILEMMA DELL'ACQUA DI ZAVORRA
Il settore marittimo, malgrado coloro che potrebbero suggerire
altrimenti, ha un record assai rispettabile di miglioramenti in
materia ambientale che risale a moltissimi anni addietro.
È una reazione alle domande della società quella
che porta a ridurre l'inquinamento, eliminare le emissioni dannose
ed operare in maniera più sostenibile.
Peraltro, pur fornendo queste risposte, il settore sottolinea
costantemente come una necessità dell'industria a livello
globale consista nella messa in atto di regole in tutto il mondo e
che l'IMO (International Maritime Organisation) dovrebbe essere
considerata come il veicolo per tutte le modifiche normative.
Il BIMCO (Baltic and International Maritime Council) ha più
volte segnalato nel corso degli anni che le regole unilaterali o
locali rendono costose e poco pratiche le operazione navali in tutto
il mondo.
Il settore marittimo farà tutto ciò che verrà
richiesto, fino a quando si tratterà di iniziative
internazionali e ragionevoli.
Da qualche tempo il BIMCO, unitamente ai propri partner della
Tavola Rotonda International Chamber of Shipping, Intertanko ed
Intercargo, avverte della problematica comportata dalla realistica
implementazione di un programma ai fini di una convenzione
internazionale che regoli l'acqua di zavorra delle navi.
Non ha alcun senso che il settore cerchi di ritardare questo
processo o che esso ritenga gli scopi della convenzione, finalizzati
ad evitare il trasferimento di specie invasive ed elementi patogeni
nell'acqua di zavorra, come qualcosa di poco valido o non
necessario.
Il problema è esclusivamente quello della implementazione
e della preoccupazione che questa convenzione possa entrare in
vigore l'anno prossimo, cosa che costringerebbe qualcosa come 50.000
armatori ad adeguare gli equipaggiamenti delle loro navi ad un costo
da 1 a 5 milioni di dollari.
La Tavola Rotonda ha ora ribadito le proprie preoccupazioni, dal
momento che il sistema di approvazione statunitense per queste
attrezzature è diverso da quello previsto dal regime
dell'IMO, sottolineando che gli armatori che hanno speso ingenti
somme per conformarsi all'equipaggiamento approvato dall'IMO possono
scoprire che esso non riesce a soddisfare i requisiti del regime di
collaudo della Guardia Costiera degli Stati Uniti e che questo
costoso investimento debba essere sostituito nel giro di cinque anni
al fine di continuare ad effettuare operazioni nelle acque
statunitensi.
Man mano che la procedura di ratifica della convenzione si
avvicina alla sua conclusione, il dilemma cui gli operatori si
trovano di fronte diviene sempre più problematico.
Finora esistono 54 sistemi che sono stati approvati ai sensi del
regime dell'IMO, ma nessuno di loro è stato fino adesso
approvato dagli Stati Uniti e solo 17 produttori hanno indicato
l'intenzione di sottomettere il loro sistema all'approvazione da
parte statunitense.
Come nota la Tavola Rotonda, non c'è alcuna garanzia che
si otterrà l'approvazione, con la conseguenza che
l'investimento effettuato da un operatore attivo nelle acque degli
Stati Uniti potrebbe in effetti risultare inutile.
La parola "ragionevole" ha acquisito grande importanza
nel processo normativo a livello mondiale che è stato
sviluppato nel corso degli anni dall'IMO.
C'è un piacevole pragmatismo riguardo alla normativa
marittima, che ammette le realtà commerciali e gli sviluppi
tecnici, il che è - sotto molti aspetti - ragionevole.
Peraltro, di fronte a questo dilemma per gli armatori, ciò
che è ragionevole e pragmatico sembra essere stato portato
sino al punto di rottura.
Perché un armatore di buon senso dovrebbe investire
ingenti somme (nessuna delle quali renderebbe la nave più
efficiente o migliorerebbe la sua capacità di rendimento) in
equipaggiamenti che potrebbero in seguito non riuscire a soddisfare
i requisiti della Guarda Costiera degli Stati Uniti e nel tempo
diventare un bel po' di ferrovecchio?
Ma se gli Stati Uniti non hanno approvato nessuno dei sistemi
presenti sul mercato, quale armatore al mondo lo farà?
Questo è un vero dilemma, che dev'essere affrontato con
la massima urgenza.
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