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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 15 NOVEMBRE 2015
STUDI E RICERCHE
I COSTI OPERATIVI DELLE NAVI SONO DESTINATI AD AUMENTARE NEL
2015 E 2016
Secondo l'ultima indagine della Moore Stephens, ci si aspetta
che i costi operativi delle navi aumentino sia nel 2015 che nel
2016.
I salari degli equipaggi, le riparazioni e la manutenzione,
nonché i bacini di carenaggio sono le categorie di costi che
probabilmente si incrementeranno in modo più significativo
nel corso del periodo in questione.
L'indagine si basa sulle risposte di soggetti di primaria
importanza nel settore marittimo internazionale, in prevalenza
armatori e dirigenti in Europa ed in Asia.
Tali risposte hanno rivelato che ci si aspetta che i costi
operativi delle navi aumentino del 2,8% nel 2015 e del 3,1% nel
2016.
Ci si attende che i salari degli equipaggi si incrementino del
2,4% nel 2015 e del 2,3% nel 2016, mentre gli altri costi correlati
all'equipaggio è probabile che aumentino del 2,0% e dell'1,9%
rispettivamente nelle annate sotto esame.
Ci si aspetta che il costo delle riparazioni e delle
manutenzioni salga del 2,3% nel 2015 e del 2,4% nel 2016, mentre si
prevede che la spesa per i bacini di carenaggio si incrementi
rispettivamente del 2,6% e del 2,3% nel 2015 e nel 2016.
Si prevede che il costo dell'assicurazione dello scafo e delle
macchine aumenti dell'1,8% e dell'1,9% rispettivamente nel 2015 e
nel 2016, mentre per l'assicurazione per protezione ed indennizzo
gli aumenti previsti sono leggermente più bassi:
rispettivamente dell'1,% e dell'1,8%.
Ci si aspetta che la spesa per i pezzi di ricambio aumenti del
2,3% nel 2015 e del 2,2% nel 2016, mentre per i depositi i
corrispondenti aumenti previsti sono dell'1,8% e dell'1,9%.
L'incremento dell'esborso per i lubrificanti, nel contempo, è
previsto nell'ordine dell'1,1% e dell'1,7% rispettivamente per il
2015 e per il 2016, mentre quello per gli oneri di gestione è
stato dell'1,7% in ciascuno dei due anni sotto esame.
Gli incrementi previsti per i costi complessivi nel 2015 sono
stati più alti nel settore offshore, in cui hanno fatto
registrare in media il 3,4% rispetto all'incremento dell'indagine
complessiva fissato al 2,8%.
Per il 2016, è stato il settore delle petroliere e
cisterne quello per il quale sono stati previsti i maggiori livelli
di incremento: 3,4% rispetto alla media generale dell'indagine del
3,1%.
Il settore delle portacontainer, nel contempo, non è
rimasto molto indietro con il 3,3%.
Uno degli interpellati ha risposto: "Ci aspettiamo che i
costi generalmente si incrementino a causa delle tariffe di
noleggio, per quanto esse probabilmente resteranno indietro.
Dato che al momento le tariffe di noleggio sono in genere basse,
occorre che la fornitura di servizi al settore dello shipping resti
competitiva, con i fornitori riluttanti ad applicare sovrapprezzi
troppo presto per timore di perdere affari".
Altrove, è stato notato, "in futuro i costi
operativi aumenteranno esponenzialmente a causa degli innumerevoli
nuovi regolamenti, della scarsa competenza dei marittimi,
dell'elevato potere di contrattazione dei petrolieri, delle più
rigorose regole relative alla manutenzione ed alle riparazioni
effettuate nei porti, dell'avvento di macchinari di bordo più
sofisticati e del crescente consolidamento delle attrezzature
marittime e del settore dei servizi, che comportano un maggiore
potere di contrattazione per meno compagnie di navigazione più
grandi".
Un altro degli interpellati ha sottolineato il fatto che i
gestori delle navi sono sotto una sempre maggiore pressione,
evidenziando come "l'eccesso di capacità nell'ambito dei
mercati stia tirando giù le tariffe di noleggio, gli armatori
stiano affrontando costi più alti per finanziare le navi e
gli operatori stiano lottando sempre più duramente per i
carichi.
Ai gestori delle navi adesso si richiede di occuparsi molto di
più degli stessi oneri di gestione".
Un altro ancora ha rimarcato che "a causa degli elevati
costi finanziari comportati dall'effettuazione di operazioni con una
flotta mondiale più nuova e di un eccesso di offerta di
tonnellaggio e dei mercati di trasporto merci depressi, ci sarà
una pressione sempre maggiore per conservare o congelare il livello
dei costi operativi affinché gli armatori possano restare
competitivi.
È probabile che questo cambi fra il 2017 ed il 2020,
tuttavia, quando verrà richiesta una notevole spesa di
capitale per conformarsi alla normativa".
Uno di coloro che hanno risposto prevede che "i costi
inerenti gli equipaggi continueranno ad essere la principale area di
aumento delle spese operative", sentimento, questo,
riecheggiato da un altro partecipante all'indagine, che ha fatto
riferimento agli effetti della Convenzione 2006 sul Lavoro Marittimo
a questo riguardo per supportare tale supposizione.
Altrove, tuttavia, è stato notato, "i costi degli
equipaggi resteranno stabili perché la forza-lavoro verrà
sempre reclutata presso i paesi più a buon mercato".
Gli "sbalorditivi" incrementi dei costi, dovuti
all'esubero di navigazione elettronica e di equipaggiamenti per le
comunicazioni, nonché l'aumento degli oneri portuali, sono
stati fra gli altri argomenti che a giudizio di coloro che hanno
risposto all'indagine probabilmente comporteranno un incremento dei
costi operativi.
È stato inoltre chiesto agli interpellati di identificare
i tre fattori che più probabilmente influenzeranno il livello
dei costi operativi delle navi nel corso dei prossimi 12 mesi.
Complessivamente, i fattori più significativi
identificati dai partecipanti all'indagine sono stati i costi
finanziari al 22% (rispetto al 21% dell'indagine dell'anno sorso) e
la concorrenza, anch'essa al 22% (in aumento dal 18% dell'ultima
volta).
La messa a disposizione degli equipaggi si è attestata al
terzo posto con il 17% (in ribasso di 3 punti percentuali rispetto
all'ultima volta), seguita dalla tendenza della domanda (giù
di un punto percentuale al 16%) e dal costo del lavoro, immutato al
13%.
Il costo delle materie prime è stato citato dall'8% di
coloro che hanno risposto (rispetto al 10% dell'indagine dello
scorso anno) quale fattore da tenere presente per l'incremento dei
costi operativi.
Il partner della Moore Stephens per lo shipping Richard Greiner
afferma: "Gli incrementi previsti per i costi operativi nel
trasporto marittimo per quest'anno e per il prossimo sono
confrontabili con un calo medio dell'8% nel 2014 dei costi operativi
in tutti i principali tipi di nave registrato nel nostro recente
rapporto OpCost.
Nondimeno, il livello degli incrementi anticipati per il 2015 ed
il 2016 è basso rispetto a molti di quelli che abbiamo
testimoniato negli ultimi anni.
Lo shipping ha assistito a molto peggio e ce l'ha fatta.
Ad esempio, molte delle compagnie di navigazione che hanno
sopportato un aumento del 16% dei costi operativi nel 2008 stanno
ancora operando con successo oggi.
"Non è una sorpresa il fatto che i salari degli
equipaggi si siano attestati quasi in prossimità degli
incrementi dei costi operativi sia per il 2015 che del 2016, non da
ultimo a causa dell'entrata in vigore della Convenzione 2006 sul
Lavoro Marittimo, che impone le modalità con sui i marittimi
devono essere pagati.
Per il trasporto marittimo, così come per qualsiasi
settore, gli investimenti in buon personale saranno sempre soldi ben
spesi.
Ci si aspetta che le spese in riparazioni e manutenzioni, nel
contempo, aumentino nel corso del periodo di due anni dello stesso
importo aggregato di quello relativo ai salari degli equipaggi.
Anche qui, non si tratta di una sorpresa".
Secondo l'OpCost, la spesa in riparazioni e manutenzione è
stata marginalmente in calo nel 2014 rispetto all'anno precedente:
situazione in parte da attribuirsi alla diminuzione dei prezzi
mondiali dell'acciaio al loro livello più basso nel decennio
nel corso delle annate 2014-2015, nonché alle deludenti
tariffe di nolo.
Ma è probabile che le cose cambino.
Si prevede che i prezzi dell'acciaio salgano stabilmente nel
corso dei prossimi quattro anni, ci sono realistiche prospettive di
un miglioramento dei mercati del trasporto merci e le disposizioni
normative si apprestano a mordere ancora più forte.
È probabile che tutti questi sviluppi facciano altresì
comportare senza dubbio un impatto sui costi dei bacini di
carenaggio, che si prevede saranno assoggettati ad alcuni dei
maggiori incrementi nel 2015 e nel 2016.
Anche i costi dei lubrificanti stanno per aumentare nel 2016
sullo scorta della ripresa dei prezzi del petrolio.
"Oltre ai tradizionali costi operativi, il livello dei
quali può in genere essere previsto fino ad un certo punto,
lo shipping presenta altri potenziali costi che incombono sulla sua
testa e che sono molto difficili da quantificare.
Ad esempio, la ratifica della Convenzione sulla Gestione delle
Acque di Zavorra si è apparentemente bloccata sulla linea del
traguardo.
Essa ha firmatari più che sufficienti, ma ha ancora
bisogno di un altro poco più di 2% in termini di tonnellaggio
per raggiungere la quota occorrente.
Anche se la ratifica dovesse tardare, nessuno dubita che essa
costerà agli armatori ed agli operatori un sacco di soldi una
volta entrata in vigore la convenzione.
Nel contempo, un portavoce del governo delle Isole Marshall ha
recentemente descritto il segretario generale dell'IMO come un
"pericolo per il pianeta" per il suo presunto insuccesso
nell'apporre paletti più rigorosi al settore del trasporto
marittimo per quanto attiene le emissioni di CO2.
Si tratta di una situazione che Sherlock Holmes avrebbe potuto
descrivere come un "problema da tre pipe": politica, gas e
concorrenza.
Non è una combinazione insolita nel trasporto marittimo.
Alla fine, tuttavia, è probabile che essa comporti un
impatto sui costi operativi del settore e non è
contabilizzabile".
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