Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
11:31 GMT+1
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 31 DECEMBRE 2015
STUDI E RICERCHE
AUMENTA LA FLOTTA CONTAINERIZZATA INATTIVA
I vettori stanno intensificando la propria attività di
ritiro della capacità ed a novembre si è assistito ad
un grosso aumento del numero di portacontainer inattive.
Le dimensioni della flotta inattiva si sono gonfiate del 52% da
ottobre a novembre fino a raggiungere i 900.000 TEU, il maggiore
totale mensile dall'inizio del 2010 in seguito al crollo del mercato
del 2009.
Il tonnellaggio inattivo adesso rappresenta il 4,6% della flotta
mondiale, che è ancora in qualche modo lontano dall'apice
dell'11% circa visto alla fine del 2009.
Per chiarire, la Drewry classifica una nave come inattiva quando
è stata ferma per un minimo di 14 giorni.
I cosiddetti viaggi mancati non contano perché queste
navi continuano a salpare senza fare scalo nei porti, di modo che
esse possono essere facilmente reinserite negli orari.
L'ultima impennata mensile è stata indotta dal numero
maggiore di navi delle classi più grandi messe in disarmo.
La Drewry ha conteggiato complessivamente 31 navi inattive da
8.000 TEU ed oltre alla data del 16 novembre, compreso un gigante da
18.000 TEU.
L'inattività di beni patrimoniali così grandi non
viene decisa alla leggera, ma le crescenti dimensioni di questo
settore dimostrano come i vettori abbiano capito che la navigazione
a bassa velocità e le partenze mancate siano insufficienti di
per se stesse a far fronte al problema dell'eccesso di capacità
nei traffici est-ovest.
Le ragioni che sottostanno all'ultimo ingrandimento dimensionale
della flotta inattiva sono di conoscenza comune: domanda fiacca,
eccesso di capacità e tariffe di nolo ultra basse.
Ciò che è più difficile da giudicare è
quante altre navi dovranno essere parcheggiate al fine di ribaltare
la situazione.
Come menzionato in precedenza, la flotta inattiva aveva
raggiunto il suo apice nel 2009 quando qualcosa come 1,4 milioni di
TEU di capacità navale, che allora rappresentavano l'11%
della flotta mondiale, era stata messa in disarmo.
Tuttavia, anche se l'attuale situazione presenta qualche
somiglianza con il 2009, ci sono differenze più fondamentali.
L'inattività su larga scala del 2009 era stata la
risposta ad un crollo della domanda causato dalla crisi finanziaria
globale, mentre i problemi odierni sono più autoindotti.
I traffici containerizzati attualmente sono perlomeno ancora in
crescita, per quanto in modo anemico, ma il vero problema oggi è
costituito dalle enormi aggiunte alla flotta containerizzata che
hanno fatto sì che l'offerta superasse la domanda in ognuno
degli ultimi quattro anni.
Tornando al 2009, i vettori erano stati troppo lenti a reagire
alla recessione o non erano andati abbastanza a fondo con i tagli
alla loro capacità per evitare che il settore registrasse
perdite operative annue nell'ordine di 17-18 miliardi di dollari
USA.
Essi peraltro erano stati abbastanza furbi da agevolare
gradualmente la reimmissione di navi nelle operazioni quando la
domanda inaspettatamente era tornata ad oltranza l'anno successivo,
comportando profitti da record per il settore pari a circa 20
miliardi di dollari USA.
I problemi dei vettori oggi derivano in misura maggiore dal lato
dell'offerta più che da quello della domanda.
Data l'ordinazione di più navi grandi, la Drewry al
momento prevede che il settore dovrà sopportare almeno tre
anni di eccesso di capacità e, poiché ci si aspetta
che la domanda risalga solamente in modo modesto nel corso del
periodo in questione, i vettori avranno a che fare con l'inattività
più a lungo al fine di rimettere a posto le cose.
La domanda successiva è: quando si andrà a fondo
con i tagli relativi all'inattività?
Le tariffe di nolo sono attualmente molto vicine al punto basso
in cui erano al minimo del 2009, cosa che potrebbe suggerire che le
linee di navigazione agirebbero con saggezza se apportassero
riduzioni simili alla capacità del sistema, se non ci fosse
la considerazione che il quantitativo rimosso si era dimostrato
insufficiente ad arginare il flusso di bilanci in rosso.
Riportare indietro la flotta inattiva all'11% della flotta
complessiva richiederebbe il fermo di almeno un altro milione di TEU
in aggiunta ai 900.000 TEU attualmente all'ancora.
Ciò è probabilmente eccessivo.
L'obbligo di tagliare la capacità era maggiore nel 2009
dal momento che i vettori stavano subendo una emorragia di liquidità
così veloce da portare molti di loro vicini al fallimento,
mentre ora la maggior parte è stata in grado di ricavare un
profitto persino fino al terzo trimestre, sebbene probabilmente la
situazione cambierà quando arriveranno i risultati del quarto
trimestre.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore