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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 30 GIUGNO 2017
TRASPORTO MARITTIMO
EMBARGO AL QATAR: LE IMPLICAZIONI PER IL SETTORE DEL
TRASPORTO MARITTIMO
Il 5 giugno scorso, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti,
il Bahrain e l'Egitto hanno interrotto le relazioni diplomatiche con
lo stato del Qatar.
È stato riferito che l'iniziativa nei confronti del Qatar
è supportata anche dallo Yemen, da un governo minoritario
della Libia e dalle Maldive.
Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrain hanno adesso
chiuso il proprio spazio aereo e le proprie acque territoriali al
Qatar.
L'Arabia Saudita ha altresì chiuso la propria frontiera
terrestre con il Qatar, che rappresenta l'unico confine terrestre
del Qatar con un altro paese.
Anche l'Egitto ha chiuso il proprio spazio aereo a tutti i voli
da e per il Qatar.
Una diretta conseguenza è che i porti le cui operazioni
sono effettuate dall'alleanza contro il Qatar stanno ora bloccando
le navi battenti bandiera qatariota, unitamente ad altre navi
dirette verso il Qatar o da esso provenienti.
In particolare:
Le autorità portuali dell'Arabia Saudita e degli Emirati
Arabi Uniti hanno ora bandito dalle proprie acque territoriali tutte
le navi che battono bandiera qatariota o appartenenti a compagnie di
navigazione o a singoli qatarioti.
I porti degli Emirati
Arabi Uniti, come Fujairah o quelli gestiti dalla DP World UAE
Region hanno bandito tutte le navi destinate ai porti del Qatar o in
arrivo da lì senza tener conto della natura del loro
scalo.
Inoltre, la DP World UAE Region ha esteso il divieto a
tutte le navi che caricano o scaricano merci da e per il Qatar.
È stato riferito che gli Affari Portuali e Marittimi del
Ministero dei Trasporti e delle Telecomunicazioni del Bahrain hanno
sospeso tutta la navigazione marittima da e per il Qatar con effetto
immediato.
Anche l'Autorità dei Porti del Petrolio di Abu Dhabi ha
pubblicato un avviso ai sensi del quale alle navi battenti bandiera
del Qatar non sarebbe stato consentito l'ingresso alla Abu Dhabi
Petroleum Ports Operating Co o IRSHAD, una partecipata della Abu
Dhabi National Oil Co.
L'Egitto non ha ancora indicato se intende bloccare l'uso del
Canale di Suez - una rotta comune per le petroliere - da parte delle
navi e dei carichi collegati al Qatar.
Implicazioni pratiche per il trasporto marittimo
Questi sviluppi segnano un cambiamento senza precedenti nelle
relazioni in Medio Oriente che senza dubbio comporterà
conseguenze per le compagnie di navigazione che percorrono rotte
commerciali da e per il Qatar.
Gli analisti suggeriscono che è probabile che ne
risentiranno di più le compagnie di navigazione con grandi
volumi di traffici od operazioni al dettaglio in Qatar.
Fra loro vi sono imprese logistiche e compagnie di navigazione.
Anche se gli aspetti che possono risultare dalle attuali
inibizioni al Qatar non sono ancora evidenti, lo studio legale
Holman Fenwick Willan LLP ravvisa come sia probabile che le seguenti
implicazioni operative siano le più immediate nel settore
dello shipping, che avranno tutte ripercussioni sui costi per le
parti coinvolte:
È probabile che la chiusura degli attraversamenti
frontalieri fra l'Arabia Saudita ed il Qatar crei lunghe code e
ritardi.
Ciò potrebbe in particolare andare ad
impattare le consegne effettuate tramite trasbordo stradale da e per
il Qatar.
Inoltre, i rapporti suggeriscono che potrebbero
esserci conseguenze per le forniture navali in Qatar che in gran
parte vengono fatte viaggiare su strada attraverso l'Arabia Saudita.
Il Qatar è un importante esportatore di condensato, una
qualità ultra-leggera di petroli greggio.
Il bando sui
traffici potrebbe rendere più difficile l'acquisto del
greggio e del condensato qatarioti.
Infatti, le
superpetroliere portano regolarmente carichi multipli di greggio
presso molteplici porti del Medio Oriente.
Impedire alle navi
che hanno effettuato scali in Qatar di entrare in altri porti della
regione potrebbe far sì che gli operatori debbano variare i
propri modelli commerciali.
È probabile che anche il bunkeraggio ne risenta.
Ad
esempio, importanti porti di bunkeraggio come Fujairah, dove grosso
modo i tre quarti delle petroliere che viaggiano nel Golfo si
fermano per rifornirsi di carburante, stanno rifiutando tutte le
navi dirette in Qatar o da lì provenienti.
Dal lato del trasbordo, alcuni rapporti indicano che non è
consentito scaricare le merci sulle navi feeder dirette in Qatar.
A
Fujairah, ogni carico qatariota già in porto dev'essere
sdoganato nel giro di 24 ore.
I dirigenti dello shipping indicano di stare incontrando
difficoltà correlate agli equipaggi ed al personale.
Ad
esempio, è stato riferito che l'immigrazione del porto di
Fujairah non consente agli equipaggi di aggregarsi alle navi o di
lasciarle quando vanno in Qatar o ne provengono.
Parallelamente,
si sta dimostrando difficile reperire membri dell'equipaggio ed
altro personale residente a Doha dato l'attuale blocco.
In relazione ai contratti di noleggio, dovrebbero essere rivisti
per stabilire se includono una disposizione che preveda
specificamente i blocchi: ad esempio, il CONWARTIME 2013 fa
riferimento ai "blocchi (se imposti nei confronti di tutte le
navi o selettivamente nei confronti di navi di certe bandiere o
determinati armatori, ovvero nei confronti di certi carichi od
equipaggi o di chiunque altro)".
Un certo numero di operatori internazionali sta gareggiando per
nuovi contratti e rinnovi delle autorizzazioni ad effettuare
operazioni con le loro unità galleggianti di produzione,
stoccaggio e scarico e le loro unità galleggianti di
stoccaggio e rigassificazione nei vari campi petroliferi fra cui Al
Shaheen.
L'incertezza degli eventi dei primi di giugno
getterà un'ombra sui relativi finanziamenti alle navi di
supporto ai noleggi.
Ci sono stati rapporti secondo i quali le banche nella regione
rifiuteranno di trattare con quelle del Qatar o di riconoscere il
riyal qatariota.
Si è capito che alcune banche
dell'Arabia Saudita, degli Emirati Arabi Uniti e dell'Egitto hanno
sospeso i rapporti di lavoro con le banche del Qatar, come il
riconoscimento delle lettere di credito e di altri possibili
strumenti di pagamento fino a quando non avranno ricevuto direttive
al riguardo dalle proprie rispettive banche centrali.
La
valuta internazionale dello shipping è il dollaro USA, di
modo che la Holman Fenwick Willan LLP si aspetta un'esposizione
limitata su questo fronte.
Tuttavia, potrebbe essere
possibile che un armatore possa trovarsi esposto con i riyal
qatarioti se, per esempio, un contratto di fornitura richiede il
pagamento in dollari USA mentre l'importo del contratto di vendita
per il servizio o le merci è in riyal qatarioti.
Finora non ci sono state dichiarazione da parte della Banca
Centrale Saudita o della Banca Centrale degli E.A.U.
È
stato riportato che quest'ultima abbia chiesto a tutte le banche
commerciali di riferire la loro esposizione nei confronti delle
banche qatariote entro l'8 giugno prima di prendere una decisione su
come andare avanti.
Naturalmente, l'esposizione delle aziende a causa della attuali
restrizioni ai traffici con il Qatar può essere coperta da
assicurazione.
Essa può essere gestita anche mediante disposizioni
contrattuali e normative locali applicabili nel Medio Oriente,
comprese quelle che riguardano la forza maggiore e le divergenze.
Lo studio Holman Fenwick Willan LLP si aspetta di avere più
visibilità in ordine alle implicazioni operative e giuridiche
delle limitazioni nei confronti del Qatar con l'evolversi della
questione.
In ogni caso, al momento attuale, non ci sono indicazioni
secondo cui la disputa si ridimensioni.
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