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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 30 NOVEMBRE 2017
STUDI E RICERCHE
"IL PRESTIGIO E NON LA NECESSITÀ" SPINGE LE
ORDINAZIONI DI PORTACONTAINER GIGANTI
Sembra che sia il prestigio e non la necessità a spingere
l'ultima valanga di ordinazioni di ULCVs (portacontainer giganti) e,
come ritiene la ditta di analisi di trasporto marittimo
containerizzato Drewry, voler essere il vettore più grande a
quanto pare pesa più del senso economico.
L'analista afferma che le domande rivolte in maggior numero nel
corso del suo webinar sulle prospettive del mercato containerizzato,
svoltosi nello scorso mese di ottobre, siano state in ordine a se
altri vettori seguiranno la CMA CGM e la MSC con un'ulteriore
frenesia di ordinazioni di portacontainer giganti di oltre 18.000
TEU.
"La nostra risposta in quella occasione è stata che
pensiamo che ciò sia improbabile, ma non impossibile"
afferma la Drewry nel rapporto Container Insight Weekly del 13
novembre.
"Da allora, la Cosco Shipping Holdings ha annunciato piani
finalizzati a raccogliere fondi per l'enorme cifra di 1,9 miliardi
di dollari USA mediante l'emissione di nuove azioni che saranno
utilizzati in parte per finanziare l'acquisizione di 20 nuove navi,
comprese 11 unità di oltre 20.000 TEU e nove nella più
modesta fascia dimensionale da 13.800 a 14.500 TEU.
Nel contempo, la linea di navigazione coreana HMM (Hyundai
Merchant Marine) ha altresì smentito vari rapporti secondo
cui essa starebbe programmando di concedersi il lusso di acquisire
qualcosa come 14 navi di dimensioni sino a 22.000 TEU.
Pur essendo dimostrato che nessun analista può avere
sempre ragione, la Drewry afferma che gli ultimi sviluppi
evidenziano "la mancanza di presupposti logici che si possano
ragionevolmente applicare quando si prevedono programmi di nuove
costruzioni".
Ha poi aggiunto: "Il nostro fondamento logico per essere
dubbiosi riguardo alle nuove ordinazioni comprende i limiti
finanziari, il latente eccesso di capacità nel mercato e le
dimensioni degli attuali registri delle ordinazioni.
Inoltre, riteniamo che l'argomento delle economie di scala a
giustificazione della volontà di mantenere le ULCVs al primo
posto sia errato dal momento che il risparmio dei costi in mare è
contrastato dai costi più alti in porto, che in teoria
dovrebbero aver ridotto l'interesse del settore nei loro confronti".
L'anno scorso la Drewry ha realizzato uno studio di simulazione
degli impatti operativi e finanziarii sulle linee di navigazione,
gli operatori terminalistici, i porti e altri soggetti interessati
della filiera distributiva alla luce dell'incremento delle
dimensioni delle navi sino a 18.000 TEU ed oltre.
Lo studio ha constatato che le economie di scala delle meganavi
funzionano per la filiera distributiva complessiva solo se i
terminal sono in grado di incrementare la produttività in
linea con gli incrementi delle dimensioni navali, nota la Drewry.
"Chiaramente, non tutti condividono la nostra opinione sui
ritorni in diminuzione delle ULCVs, e naturalmente le limitazioni
finanziarie che abbiamo menzionato non si applicano a tutte le
imprese del settore" ha aggiunto.
"La cinese Cosco, ad esempio, dispone di ampie risorse
supportate dallo stato di modo che si può quasi permettere di
giocare secondo le proprie regole".
La Drewry ritiene che l'attuale registro delle ordinazioni sia
molto sbilanciato verso l'alto, con le navi da 18.000 TEU ed oltre
che rappresentano quasi il 50% di tutte le navi la cui consegna è
prevista entro la fine del 2020.
"Sulla base delle attuali prospettive della domanda, si
tratta di una percentuale verosimilmente già superiore a
quello che viene richiesto a breve e medio; pertanto, l'aggiunta
delle ordinazioni della Cosco e di quelle possibili della HMM alla
composizione finirà solamente per danneggiare le possibilità
dei vettori di conseguire l'equilibrio fra domanda ed offerta"
osserva la Drewry.
La Drewry ha inoltre messo in evidenza la disomogenea
distribuzione delle ULCVs attive ed ordinate fra operatori ed
alleanze.
"L'ordinazione della CMA CGM ha avuto un po' di senso
poiché essa l'ha aiutata a stare al passo con i suoi rivali
più prossimi nel gioco della classifica, dal momento che la
compagnia di navigazione francese ha una relativa carenza di
portacontainer giganti in confronto alla Maersk Line ed alla MSC,
anche se essa deve anche far fronte ad una agguerrita concorrenza da
parte della espansionista Cosco, che minaccia il suo predominio
nella Ocean Alliance" osserva la Drewry.
"Pertanto, abbiamo valutato che qualsiasi futura
ordinazione di ULCVs dovrebbe provenire da un operatore che
all'interno di un'alleanza ne abbia di meno".
L'ovvio candidato ad utilizzare quei parametri sarebbe la The
Alliance, che comprende la Hapag-Lloyd, la Yang Ming e le tre linee
di navigazione giapponesi (NYK, MOL e K Line) che l'anno prossimo
fonderanno le operazioni containerizzate nel marchio ONE (Ocean
Network Express), afferma la Drewry.
La sua flotta di navi da 18.000 TEU ed oltre sarà a
malapena di un quinto rispetto alle dimensioni di quella della 2M
quando tutte le nuove consegne saranno state consegnate.
"Abbiamo valutato improbabili le ordinazioni di
portacontainer giganti da parte di questo gruppo a causa di risorse
finanziarie più limitate e perché nulla in occasione
delle loro esternazioni pubbliche suggeriva che qualcuna di loro
avrebbe fatto qualcosa di clamoroso" dice la Drewry.
"Qui, almeno, sembra di essere stati corretti nella nostra
valutazione, dato che il mese scorso l'amministratore delegato della
ONE Jeremy Nixon ha affermato: "Non sono convinto dalle grosse
navi; non ritengo che questa sia la via da seguire".
Al di fuori dei primi 20 in classifica, due vettori a cui
prestare attenzione quali potenziali acquirenti di ULCVs a causa dei
loro discorsi espansionisti in precedenza sono la iraniana IRISL e
la nuova arrivata SM Line della Corea del Sud, sottolinea la Drewry.
Conclude la ditta di analisi: "Le compagnie di navigazione
che hanno le motivazioni più logiche per ordinare
portacontainer giganti probabilmente non lo faranno, mentre le
compagnie di navigazione che ne hanno in abbondanza sono le più
interessate ad inserire nuove unità nelle proprie flotte.
Il supposto prestigio di essere il maggior vettore al momento
sembra pesare di più della ragionevolezza economica".
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