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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXVI - Numero 31 AGOSTO 2018
TRASPORTO MARITTIMO
L'E-VOLUZIONE DEL TRASPORTO MARITTIMO
Nessuno ignora l'influenza in aumento degli acquisti online.
Tale è stata la loro crescita negli Stati Uniti l'anno
scorso che la rivista DigitalCommerce360 ha definito il
quarto trimestre un "blockbuster".
In quel trimestre, la vendita al dettaglio è cresciuta di
più di quanto fece in tutto il 2011: sette anni hanno fatto
un'enorme differenza poiché le opzioni di sono moltiplicate
online e le piattaforme di commercio elettronico sono cresciute nel
modo più adatto alla clientela.
Negli Stati Uniti, lo scorso anno il 13% di tutte le vendite al
dettaglio sono state costituite da navigazioni sul web.
Ciò presenta opportunità ma anche problematiche
per il trasporto marittimo, sottolinea K. D. Adamson della ditta di
previsioni marittime Futurenautics.
"Abbiamo visto che la Amazon ha ottenuto una licenza da
spedizioniere di merci, abbiamo visto la Maersk legarsi ad Alibaba.
C'è tutta una serie di manovre in atto a livello
strategico" ha dichiarato l'esperta a Twentyfour7.
"La preoccupazione, quando si tratta di commercio
elettronico, consiste nel fatto che essi sono così
incredibilmente bravi quanto a dati, analisi e previsioni,
utilizzando la tecnologia per concentrarsi accanitamente sui
clienti, ma il trasporto marittimo non lo è".
Mauro Sacchi, direttore strategia, sviluppo aziendale e
soluzioni marittime della Wärtsilä, pensa che il settore
dello shipping sappia di doversi sviluppare e che lo stia facendo
troppo lentamente.
"Se le parti nell'ambito di un settore assai frammentato
non collaborano in modo trasparente, l'unica maniera per andare
avanti è il consolidamento" afferma.
La fusione di società fornisce al trasporto marittimo un
appiglio migliore alla filiera distributiva, sottolinea, non da
ultimo grazie alla connettività ed all'analisi dei dati che
danno una maggiore percezione dell'intera filiera distributiva.
"Questi sviluppi hanno provocato un'ondata inarrestabile.
Non si tratta di qualcosa indotto dallo shipping, ma dal
commercio elettronico globale e dalla clientela.
A prescindere da se il trasporto marittimo lo voglia o no, esso
sarà colpito da questa ondata.
Si stanno attrezzando per cavalcare l'onda e cogliere
l'opportunità?" si chiede Sacchi.
Peraltro, non tutti sopravvivranno, prevede, e gli intermediari
saranno espunti dall'equazione.
Ma Sacchi rimarca una bella cosa che il trasporto marittimo può
imparare dal commercio elettronico.
"Queste società sono molto brave a gestire le scorte
ed a fare previsioni sulla base del comportamento atteso degli
utenti finali" afferma.
Così, il trasporto marittimo ha solo bisogno di navigare
sulla scia del commercio elettronico.
La soddisfazione del cliente è fondamentale, a
prescindere da dove ci si situi nella filiera distributiva, il che è
il solo modo per restare a galla.
Il suo giudizio si allinea a quello della Adamson: soddisfare le
necessità del commercio elettronico, altrimenti il trasporto
marittimo perderà delle opportunità.
"L'unica competenza che il trasporto marittimo ha è
quella delle operazioni navali, e quanto più esse
diventeranno automatizzate e guidate da algoritmi intelligenti,
tanto meno saranno rilevanti nella filiera distributiva le
conoscenze appartenenti al trasporto marittimo.
Dal clic alla consegna
Per certi versi, ci sono interessi in conflitto fra il trasporto
marittimo ed il commercio elettronico.
E tutto si riduce al denaro.
Nel 2016, la McKinsey elaborò un rapporto intitolato "Il
trasporto marittimo containerizzato: il valore inutilizzato del
coinvolgimento del cliente".
La sostanza delle sue argomentazioni era che il taglio dei costi
nel trasporto marittimo affievolisce la sua capacità di far
fronte a nuove domande.
Il rapporto menzionava la lenta navigazione, le riduzioni del
personale negli uffici a contatto con la clientela ed i tagli in
generale.
"Queste iniziative, in alcuni casi, hanno temporaneamente
tenuto a galla la redditività, ma hanno anche reso peggiore
la vita per i loro clienti".
Gli autori del rapporto hanno constatato l'esistenza di un
diffuso malcontento nel settore, malgrado i costi inferiori, e hanno
scritto che "ogni risparmio a breve termine che i vettori
potrebbero avere conseguito dai tagli dei costi potrebbe alla fine
essere annullato poiché i caricatori si rivolgono ai
concorrenti che possono far fronte in modo migliore alle loro
esigenze".
La Adamson concorda con il rapporto: "Se si dovesse
pervenire ad un testa a testa, Amazon vincerebbe perché la
soddisfazione del cliente è la sua ragion d'essere.
Se il trasporto marittimo non diventa più affidabile,
efficiente e trasparente, c'è un rischio assai concreto che
le piattaforme online dicano 'possiamo farlo da soli'.
Possiamo colmare i vuoti della parte marittima del sistema di
trasporto intelligente che sarà estremamente interoperabile,
automatizzata e senza soluzioni di continuità rispetto alle
altre modalità".
I clienti vorrebbero aspettare il minor tempo possibile fra il
clic e la consegna, il che significa che il commercio elettronico
vuol stare al passo quanto alla velocità.
Essi vorrebbero dotare di scorte alla svelta i propri magazzini
in prossimità dei clienti finali in modo che non occorra
inviare mail del tipo "siamo spiacenti di informarvi che"
riguardo a ritardi imprevisti.
Una maggiore affidabilità richiederebbe, tuttavia, un po'
di pressione sulla questione della velocità.
Le compagnie di navigazione potrebbero essere in qualche modo
lente quanto al giungere in porto all'orario previsto e consentire
alle imprese di commercio elettronico di programmare in anticipo.
La necessità della connettività
Fortunatamente per il trasporto marittimo, i giganti del
commercio elettronico sono bravissimi nel prevedere le vendite ed
accumulare scorte nei propri magazzini in tempo per evitare ritardi,
così che la loro esperienza dovrebbe essere in grado di
tenere a galla il trasporto marittimo.
Guarda ed impara, ascolta e prospera.
Man mano che gli sviluppi aumentano il ritmo, ci sono
possibilità incalcolabili.
Ma la preoccupazione finora è stata in ordine a se le
aziende di commercio elettronico si ribelleranno.
"Per come stanno le cose oggi, le grosse piattaforme stanno
per raggiungere il limite di ottimizzazione delle loro attuali
filiere distributive in cui il trasporto marittimo è l'anello
debole" afferma la Adamson.
L'esperta si chiede se, allo scopo di soddisfare i requisiti
sempre più esigenti dei clienti, esse possano girarsi e dire
'se il trasporto marittimo non può farlo, forse sarebbe più
semplice, più conveniente e più agevole creare un
nuovo ecosistema di logistica blu composto da diversi partner, e
farlo da noi'.
Una visione meno oscura è quella adottata da Sacchi della
Wärtsilä, il quale non ritiene che non occorra che il
settore del trasporto marittimo nel suo complesso si preoccupi.
"Sarei molto sorpreso se Amazon o Alibaba diventassero
compagnie di navigazione in proprio.
Perché dovrebbero?
Essi vanno alla ricerca di partner che gestiscano una tecnologia
alquanto complessa, cosa che il trasporto marittimo fa".
Per ribattere a tale visione, la Adamson offre l'esempio di una
azienda di commercio elettronico che passa, o almeno si avvicina,
alla filiera distributiva: "La Amazon ha da un po' una licenza
da spedizioniere di merci.
Il prossimo passo è quello di costituire una compagnia di
navigazione propria, o lavorare con una nuova organizzazione come la
Massterly da Wilhelmsen e Kongsberg, costruire navi di nuova
generazione, forse investire in navi più piccole,
automatizzate, alimentate da batterie, a basse emissioni che siano
in grado di navigare le idrovie interne ed entrare in molti porti
minori - aggirando le mega navi ed i mega porti - e così
fornire ai clienti quello che davvero vogliono?".
Sacchi della Wärtsilä ritiene fermamente, tuttavia,
che le attuali compagnie di navigazione manterranno il loro posto
nella filiera distributiva.
Il trasporto marittimo può, deve e vorrà
adeguarsi, prevede, e c'è una soluzione-chiave che è
finalmente a disposizione dello shipping - su questo punto lui e la
Adamson concordano - e questa soluzione è la connettività.
Offrire qualcosa di semplice per il cliente finale come la
localizzazione del suo ordine era impossibile poiché la
connettività a lungo raggio era complessa e costosa.
"Il trasporto marittimo non ha avuto lo stesso accesso alla
connettività rapida ed in tempo reale sulle sue navi come
l'abbiamo avuta a terra perché è incredibilmente
costosa: le comunicazioni satellitari sono letteralmente una scienza
missilistica" afferma la Adamson.
"Ma con i costi e la disponibilità della
connettività a livello aziendale la porta d'accesso al futuro
è davvero ben aperta al trasporto marittimo".
Chi dovrà pagare?
Ci sono profitti da realizzare a lungo termine, ma il trasporto
marittimo oggi non pensa a lungo termine, sostiene la Adamson.
Le problematiche sono svariate e cucite nel tessuto stesso del
trasporto marittimo.
Con così tante parti coinvolte - armatore, dirigente,
operatore - chi dovrà fare quegli investimenti in
connettività?
"Ci sono complesse relazioni fra i soggetti interessati che
possono in ultima analisi finire per svantaggiare il consumatore
finale" afferma Adamson.
"Gli armatori stanno facendo supposizioni sul tonnellaggio
piuttosto che investire in proposte per il cliente finale, pertanto
essi si interessano solo al valore della nave".
Il dirigente marittimo terzo può ravvisare i vantaggi ma
potrebbe non avere la nave in gestione per un periodo di tre mesi e
così non potrebbe giustificare un importante investimento in
connettività per una nave che non gli appartiene.
Il punto è che il trasporto marittimo è esistito
in uno stato di insoddisfazione gestita per qualche tempo, ma non si
tratta di una situazione sostenibile dal momento che la domanda dei
mercati e dei clienti si evolve".
Anche i bilanci risicati costituiscono una difficoltà e
tutti i soggetti interessati stanno già operando con margini
sottilissimi.
Nulla di tutto ciò, tuttavia, scoraggerà i clienti
dal ridimensionare le loro aspettative.
E le differenze culturali fra le aziende di trasporto marittimo
e commercio elettronico sono pertanto una vera e propria
problematica, avverte la Adamson.
"Se si osserva Amazon, si nota come essa si sia concentrata
senza sosta sulla soddisfazione del cliente e questa è la
sola cosa di cui i occupano i suoi responsabili.
Essi si chiedono tutti i giorni 'cosa possiamo fare per ridurre
le frizioni e far fronte alle aspettative della clientela?'.
Ecco perché ogni settore è vulnerabile nei
confronti di Amazon ed il trasporto marittimo non fa assolutamente
eccezione".
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