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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXVI - Numero 15 SETTEMBRE 2018
PORTI
I PORTI RO-RO DEL REGNO UNITO SONO "DRAMMATICAMENTE
IMPREPARATI ALLA BREXIT"
I porti ro-ro del Regno Unito come Dover sono "drammaticamente
impreparati alla Brexit" e potrebbero dover affrontare il caos
se le regole del cosiddetto ROW (Resto Del Mondo) dovessero
applicarsi dopo la Brexit alle ispezioni delle importazioni di
alimentari dall'Unione Europea, avverte l'amministratore delegato
della UKWA (United Kingdom Warehousing Association).
Peter Ward ha spiegato che non esistono strutture per
l'ispezione presso i porti ro-ro come Dover, né ci sono il
tempo o lo spazio per realizzarne qualcuna prima dell'uscita
dall'Unione Europea in programma per marzo 2019.
A suo dire, ciò potrebbe comportare ritardi senza
precedenti in porto.
"A prescindere dalla forma finale della Brexit - 'nessun
accordo', Brexit 'dura' o Brexit 'morbida' - ci aspettiamo
un'interruzione delle filiere distributive di alimentari.
Le forze di mercato allevieranno il rischio di ritardi mediante
la detenzione di più scorte vicino ai consumatori nel Regno
Unito, cosa che potrebbe rappresentare a lungo termine una buona
notizia per il settore del magazzinaggio, ma a partire da marzo 2019
semplicemente non ci saranno capacità sufficiente né
infrastrutture per farvi fronte".
Ward sostiene che per lo sviluppo delle infrastrutture
necessarie ci vorranno anni e notevoli investimenti ed illustra la
situazione portando ad esempio una struttura presso il London
Gateway, un impianto da 19.000 m2 a temperatura multipla ed allo
stato dell'arte costruita ad hoc con 22 porte di carico e
sufficiente energia per attaccare alle prese centinaia di
contenitori reefer.
"Il 44% di quello che mangiamo arriva a Dover dall'Unione
Europea, vale a dire l'equivalente di 1.000 camion al giorno
attraverso il porto su traghetti o via tunnel" afferma Ward.
"Se ci accingiamo a prendere davvero il controllo delle
nostre frontiere, come si ispezioneranno questi prodotti alimentari
in coerenza con le regole del ROW a partire da marzo 2019 è
una questione delicata, specialmente perché il porto di Dover
non dispone di alcuna di tali strutture come quelle del London
Gateway, né delle prese elettriche necessarie nei punti per
alimentare i veicoli a temperatura controllata.
Il solo modo per mantenere al freddo gli alimentari mentre sono
in attesa dell'ispezione sarà quello di tenere accesi i
motori diesel, che costano più denaro e hanno un cattivo
impatto sull'ambiente".
Sebbene il London Gateway sia stato realizzato per i traffici
non provenienti dall'Unione Europea, quale porto containerizzato è
stato progettato per soddisfare i requisiti del futuro.
Anche così, Peter Ward sottolinea che non vi è
nulla che ricordi i "traffici senza attriti" al London
Gateway o altrove.
Di conseguenza la UKWA, per conto del settore del magazzinaggio
del Regno Unito, sta chiedendo un'iniziativa urgente da parte del
governo affinché riconosca le suddette problematiche e vi dia
una risposta.
"Noi proponiamo che il governo prenda in considerazione un
cambiamento della normativa per consentire le ispezioni dei prodotti
alimentari nei locali all'interno del paese" afferma Ward.
"Attualmente le ispezioni devono essere effettuate
all'interno del perimetro portuale, ma chiaramente questo dopo la
Brexit sarà poco pratico.
Tale cambiamento apporterà agli associati alla UKWA e ad
altri l'opportunità di adattare i locali esistenti per
accogliere le strutture di ispezione e di mettere in funzione la
necessarie capacità più alla svelta".
Ward ammette che, dati i volumi interessati, occorrerebbe che
l'ubicazione delle strutture venisse prevista in prossimità
sia delle centrali elettriche che di manodopera sostenibile, cosa
che a sua volta innescherebbe altre preoccupazioni.
"La questione è come verrà trovato il punto
di equilibrio fra la politica di programmazione nazionale, devoluta
alle autorità locali, e la resistenza dei residenti locali
agli sviluppi di magazzini per la grande distribuzione sulla porta
di casa contro la necessità di continuare a nutrire il
paese".
Ward ha aggiunto che l'UKWA si sta consultando con il governo e
sta fornendo i riscontri dei propri associati rispetto a tutte
queste problematiche, "rendendo noti i dettagli necessari a
consentire la formulazione di una coerente ed efficace politica da
qui in avanti".
Aggiunge poi: "La UKWA è qui per aiutare il governo
a capire il punto di vista del settore su quale impatto la Brexit
probabilmente comporterà, in particolare in ordine alle
filiere distributive alimentari.
Nel contempo, stiamo avvisando i nostri associati di prepararsi
ad una Brexit "senza accordo" e le 300.000 aziende che
attualmente commerciano con l'Unione Europea di classificare le
merci solo attraverso il codice doganale unificato UCC (Unified
Customs Code), chiedere dilazioni e trovare soci ed associazioni di
categoria che possano aiutarli a prepararsi ai tempi turbolenti che
ci attendono".
Al momento della redazione dell'articolo, nessuno presso il
porto di Dover aveva risposto alle domande poste al riguardo da
Lloyd's Loading List.
Tuttavia, come lo stesso Lloyd's Loading List aveva
riferito in precedenza, nel caso di una Brexit "senza accordo"
le fonti portuali che erano state ragguagliate circa le idee del
governo del Regno Unito si aspettano che quest'ultimo "farà
passare l'onda d'urto dei camion attraverso" i porti britannici
dei traghetti più o meno come fanno ora, con controlli
materiali minimi, consentendo che ogni necessario sdoganamento venga
condotto all'interno del paese.
La speranza è che questi passi possano impedire una crisi
di congestione presso le fondamentali strutture ro-ro come HolyHead
e Dover, cosa che molti nel settore ritengono sia un rischio reale a
meno che la Gran Bretagna e Bruxelles pervengano ad un accordo
funzionale riguardo all'abbandono dell'Unione Europea da parte del
Regno Unito.
Solo l'1-2% dei camion in entrata attualmente sono soggetti ad
un qualche tipo di controllo, per lo più per evitare la
potenziale tratta di essere umani o il contrabbando di sigarette,
ovvero solo in presenza di specifiche informazioni.
Il migliore esito, ritiene la maggior parte degli addetti al
settore portuale, sarebbe una composizione negoziata che dia al
Regno Unito almeno i principali benefici che derivano
dall'appartenenza all'unione doganale dell'Unione Europea.
Anche se c'è poco entusiasmo apparente per lo
sdoganamento interno, che probabilmente implicherebbe l'uso di
doganieri il cui costo ricadrebbe sui consegnatari, esso almeno
impedirebbe lo scenario peggiore.
Nondimeno, consentire l'espletamento dello sdoganamento
all'interno del paese non tiene conto della sempre maggiore
necessità di ispezioni per gli alimentari ed i fitosanitari
nel caso di una Brexit senza accordo, notano gli osservatori della
logistica, come evidenziato dalle preoccupazioni dell'amministratore
delegato della UKWA Peter Ward.
Le discussioni sono iniziate dopo che il ministro britannico
alla Brexit Dominic Raab la scorsa settimana ha varato la prima
serie di quelle che alla fine saranno le cosiddette 70-80 note
tecniche, che illustrano come il governo si occuperà del
possibile scenario di una Brexit senza accordo.
Gli esportatori sono stati avvisati che nel caso di una Brexit
senza accordo i traffici tornerebbero a ricadere sotto i termini
della World Trade Organization e che potrebbe essere più
semplice per loro assumere un broker doganale, uno spedizioniere od
un fornitore di logistica per occuparsi delle pratiche burocratiche.
Poiché ci si aspetta che il Regno Unito adotti un
approccio pragmatico nel caso di una Brexit senza accordo, le
preoccupazioni immediate riguardo alle frontiere potrebbero essere
maggiori dal lato dell'Unione Europea.
Come già riportato da Lloyd's Loading List, la
Commissione Europea ha posto in essere un piano per il dopo-Brexit
che propone la revisione del "corridoio di trasporto Mare del
Nord-Mediterraneo" che collega l'Irlanda con il Regno Unito, il
Benelux e la Francia per incorporarvi i collegamenti diretti di
trasporto marittimo fra Dublino e Cork e porti come Zeebrugge,
Anversa e Rotterdam.
Sebbene non dichiarato esplicitamente, si pensa che il piano sia
stato motivato dalle preoccupazioni della Commissione nella
prospettiva di una seria congestione camionistica in Francia se
venissero introdotti controlli doganali per l'attraversamento della
Manica nel caso di una Brexit "dura", oltre al rischio di
scioperi da parte dei portuali francesi.
Attualmente, la stragrande maggioranza delle importazioni ed
esportazioni irlandesi da e per l'Unione Europea passano
dall'attraversamento della tratta Dover-Calais.
Le iniziative della Commissione Europea per reindirizzare le
filiere distributive irlandesi attraverso i porti belgi ed olandesi
per aggirare i porti del Regno Unito e della Francia sono state
duramente criticate dagli autotrasportatori del Regno Unito.
Rod McKenzie, direttore generale politiche ed affari pubblici
della RHA (UK Road Haulage Association), ha detto che la
Dover-Calais è la rotta principale e consolidata delle merci
dell'Unione Europea dirette in Irlanda e gli autotrasportatori
irlandesi dovrebbero reinventare le proprie filiere distributive se
questo dovesse cambiare, cosa che essi probabilmente non vorrebbero
fare.
"È già abbastanza difficile esercitare
l'attività di autotrasporto e dover effettuare operazioni in
filiere distributive che richiedono la tempestività senza
ritrovarsi ostacoli fra i piedi posti da burocrati che non capiscono
questa attività" ha dichiarato.
"E questo è proprio quello che succede nella
presente situazione".
Tornando alle iniziative del settore dell'autotrasporto del
Regno Unito per prepararsi alla Brexit, McKenzie ha rivelato che
alla RHA è stato detto in occasione dei recenti incontri con
i ministri del governo del Regno Unito "di non preoccuparsi e
che tutto quanto sarebbe andato bene" dal momento che il Regno
Unito si aspetta un ammorbidimento dell'ultimo minuto dei
negoziatori dell'Unione Europea.
"Ma questo non vale se si sta conducendo un'attività"
sostiene McKenzie.
"Vogliamo vederne le prove: veri accordi concreti.
C'è un sacco di esibizionismo da parte dei negoziatori
del governo del Regno Unito e dell'Unione Europea.
C'è solo bisogno che adesso procedano sul serio".
Aggiunge McKenzie: "Dal punto di vista dell'autotrasporto,
tralasciando le opinioni politiche circa la Brexit, le cose
importanti che ci occorrono sono frontiere fluide e l'assenza di
controlli doganali che fanno perdere tempo e che causano ritardi.
Le conseguenze della mancata attuazione di tali misure sono code
di camion lunghe 20 miglia nei centri abitati ad entrambi i lati
della Manica ed il fatto che la gente non avrà le sue fragole
fresche.
Il rischio c'è; chiunque può vedere il pericolo.
Ma le trattative concrete su tali questioni devono ancora
iniziare ed il tempo stringe.
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