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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVI - Numero 30 NOVEMBBRE 2018
STUDI E RICERCHE
NON OCCORRE "CHE I CARICATORI TEMANO LE ALLEANZE DEL
TRASPORTO MARITTIMO CONTAINERIZZATO"
I caricatori non dovrebbero temere le alleanze del trasporto
marittimo containerizzato, secondo la ditta di analisi del settore
Drewry, la quale ritiene che il coordinamento operativo fra le linee
di navigazione containerizzate abbia agevolato la concorrenza nel
corso di un periodo di concentrazione del mercato: un processo che
probabilmente accelererà senza l'esenzione per categoria dei
consorzi che è in fase di revisione in Europa.
Nel rapporto Container Insight Weekly di questa
settimana, "Alleanze containerizzate sotto tiro alla luce
della fase di revisione in Europa riguardo all'esenzione per
categoria dei consorzi", la Drewry nota che "la
cooperazione è diffusa" nel mondo del trasporto
marittimo di contenitori, aggiungendo: "Malgrado debbano
lavorare in un settore che ha spesso manifestato una cattiva
propensione ad una sottoquotazione senza scrupoli, i vettori
sembrano ignorare del tutto qualsiasi malessere che possa essere
indotto da comportamenti commerciali predatori e generalmente
pianificano bene assieme dal punto di vista operativo".
La Drewry nota che ci sono attualmente pochissimi servizi
containerizzati autonomi nei traffici fondamentali, la norma essendo
gli accordi di condivisione delle navi ed i patti per il noleggio di
slot.
Gli accordi di condivisione di navi sono strutture di
cooperazione meramente operative che promuovono l'efficienza e la
riduzione dei costi e non parlano delle tariffe o si accordano su di
loro o su altre questione commerciali, puntualizza l'analista.
Essi possono variare quanto alla portata da un singolo accordo
di servizio fra due vettori a connessioni strategiche molto più
profonde fra molteplici linee di navigazione, come si è visto
per le tre grandi alleanze - 2M, Ocean Alliance e THE Alliance - che
coprono le rotte est-ovest.
"Significativamente, gli accordi di condivisione delle navi
possono consentire ai vettori, ed in particolare alle linee di
navigazione di medie dimensioni ed a quelle emergenti, di offrire un
servizio competitivo con richieste inferiori di investimento
complessivo mediante l'effettuazione di operazioni delle loro navi
in tandem con altri vettori nelle medesime condizioni: vettori che
in qualche caso da soli potrebbero non essere in grado di operare in
quel traffico a causa delle piccole quote di mercato o della
limitata capacità navale o delle limitate risorse
finanziarie" afferma la Drewry.
Gli accordi di condivisione delle navi assicurano inoltre ai
vettori un modo per potenziare la gamma dei porti che essi coprono
attraverso lo scambio di spazio fra linee di navigazione che offrono
una diversa selezione degli scali portuali in una determinata rotta
di traffico.
"Questo provoca l'effetto di espandere la gamma delle
opzioni concorrenziali aperte ai caricatori da e per specifiche
coppie di porti" aggiunge la Drewry.
"Per farla breve, gli accordi di condivisione delle navi
minimizzano i costi operativi e massimizzano il numero dei soggetti
di marketing concorrenti, offrendo una soluzione vantaggiosa per
tutti sia ai vettori che ai caricatori.
Tuttavia, un nuovo rapporto di oltre 100 pagine intitolato
"L'impatto delle alleanze nel trasporto marittimo
containerizzato" dell'ITF (International Transport Forum),
un gruppo di esperti dell'OCSE, pubblicato all'inizio del mese
contesta questa visione e sostiene che nella loro attuale forma le
alleanze sono in realtà dannose per la concorrenza,
sottolinea la Drewry.
"La prima generazione delle alleanze ha consentito ai
vettori minori di conseguire economie di scala, basate sulla
complementarità fra loro, e come tale ha incrementato le
opzioni di trasporto marittimo" afferma l'ITF.
"Le attuali tre alleanze non sono al servizio dei vettori
minori ma ognuna di loro mette assieme due o tre vettori molto
grandi che sarebbero in grado di offrire la maggior parte dei
servizi al di fuori di un'alleanza".
Il rapporto dell'ITF è stato pubblicato nel bel mezzo di
una consultazione e revisione della Commissione Europea in ordine
agli accordi dei consorzi nei traffici europei, segnala la Drewry.
Al momento, il Regolamento 906/2009 offre ai vettori
un'esenzione per categoria al fine di istituire servizi congiunti a
patto che essi non eccedano una quota di mercato del 30%, per quanto
quella cifra possa essere legittimamente superata a determinate
condizioni, spiega l'analista.
L'esenzione è in vigore da oltre due decenni, sebbene sia
stata sottoposta a qualche perfezionamento nel corso degli anni, in
particolare nel 2008 quando le conferenze di linea che avevano la
facoltà di istituire le tariffe di nolo erano state abolite,
nota la Drewry.
Essa viene rivista ogni cinque anni e scadrà ad aprile
2020 a meno che non sia rinnovata.
Riconoscendo il mutevole paesaggio del mercato containerizzato
in seguito alle recenti fusioni ed acquisizioni, la Commissione
Europea vorrebbe che i soggetti interessati fornissero riscontri in
ordine a se l'esenzione di categoria sia ancora pertinente e che
un'equa ripartizione dei vantaggi derivanti da queste efficienze -
economie di scala ed una migliore utilizzazione della nave -
venissero trasferiti agli utenti.
"Da ultimo, la Commissione Europea vuole valutare se
l'attuale intesa sull'esenzione per categoria sia ancora adatta allo
scopo o se il trasporto marittimo possa essere allineato alla
politica generale finalizzata ad armonizzare le regole sulla
concorrenza" afferma la Drewry, sottolineando come la data di
scadenza per la presentazione alla Commissione Europea sia quella
del 20 dicembre.
"Secondo l'ITF, le odierne alleanze sono diventate troppo
grandi e potenti e costituiscono una barriera all'ingresso nei
traffici est-ovest dei vettori indipendenti" nota la Drewry.
"Esso teme inoltre che le alleanze possano essere terreno
fertile per le collusioni fra vettori, dal momento che esse
prevedono membri con "conoscenze approfondite sulle strutture
di costo dei loro concorrenti".
Non sorprende il fatto che l'ITF vorrebbe assistere
all'abolizione dell'esenzione per categoria ad aprile del 2020 ed il
forum, anche se non si aspetta che questo conduca alla fine delle
alleanze, ritiene che ciò consentirebbe un controllo più
minuzioso e scoraggerebbe ogni condotta anticoncorrenziale".
La Drewry afferma che anche se l'esenzione per categoria non
venisse rinnovata gli accordi inerenti ai consorzi containerizzati
non diventerebbero automaticamente illegittimi: vorrebbe solo dire
che essi saranno esaminati ai sensi delle regole generali sulla
concorrenza, allo stesso modo in cui gli accordi di cooperazione
vengono esaminati nella maggior parte degli altri settori.
Argomentando per conto del settore containerizzato, il WSC
(World Shipping Council) vorrebbe assistere alla continuazione del
presente accordo, sostenendo che senza il riferimento garantito dal
quadro normativo dell'esenzione per categoria i costi per la
conformità si incrementeranno e la certezza giuridica si
ridurrebbe, limitando gli accordi di condivisione delle navi e
pertanto negandone i vantaggi ai caricatori.
Il WSC aggiunge che l'abolizione dell'esenzione per categoria
metterebbe l'Europa in conflitto con le altre giurisdizioni di tutto
il mondo, facendo concentrare i vettori sui traffici europei in
posizione svantaggiata riguardo alla concorrenza, nota la Drewry.
Il recente consolidamento, a suo dire, non ha compromesso
l'esenzione per categoria dei consorzi dato he il mercato è
ancora frammentato e persino i maggiori vettori non potrebbero
replicare singolarmente il proprio attuale livello di servizio,
aggiungendo che le navi più grandi la rendono più
opportuna che mai.
"Chiaramente, c'è una grande divergenza di opinioni
fra le due parti" sottolinea la Drewry.
"Da un lato le alleanze sono diventate troppo grandi e le
linee di navigazione partecipanti potrebbero pure operare in modo
indipendente.
Dall'altro, il mercato è ancora frammentato e nessun
vettore potrebbe offrire lo stesso livello di servizio facendo da
solo.
Da una parte si dice che gli accordi di condivisione di navi
aprono il mercato ed incrementano le possibilità di scelta
del caricatore, dall'altra si dice che è vero il contrario.
E così, chi ha ragione?" si chiede l'analista.
"La Drewry riesce a vedere qualche fondamento in entrambi i
punti di vista ma forse essi guardano le cose dal lato sbagliato del
cannocchiale.
È vero che il mercato si sta contraendo e gli indicatori
di prestazione come l'affidabilità degli orari spesso
lasciano molto a desiderare, ma è difficile vedere quali
siano le colpe dei consorzi.
La costituzione dell'attuale struttura delle alleanze è
stata una mossa difensiva per ridurre i costi in un momento di serie
difficoltà finanziarie che hanno determinato il fallimento
della Hanjin Shipping.
Senza tali accordi in vigore, è nostra opinione che la
concentrazione del mercato accelererebbe ad un ritmo ancora più
veloce di quanto già non faccia dal momento che collocherebbe
barriere d'ingresso ancora più alte ai traffici europei".
La Drewry afferma che l'indirizzo del settore è stato
deciso molto tempo prima che le attuali alleanze venissero
istituite.
Una volta che i vettori hanno intrapreso la ricerca di economie
di scala - di per se stesse motivate dagli scarsi ritorni - mediante
l'investimento nella nuova generazione di mega navi, doveva sempre
esserci uno spostamento dell'equilibrio di potere fra vettori che
avrebbe potuto o meno seguire quel percorso.
"Le alleanze almeno hanno consentito l'ingresso nel club
delle grandissime portacontainer ad altre linee di navigazione che
altrimenti non avrebbero potuto farlo, negando l'esigenza di
acquisizione di tutte quelle navi che sono richieste per effettuare
operazioni in un servizio settimanale" sostiene la Drewry.
Riguardo all'affermazione secondo cui le linee di navigazione
potrebbero effettuare operazioni di servizio senza le alleanze, la
Drewry nota: "In teoria, sarebbe possibile, ma per mantenere
una simile copertura portuale esse dovrebbero estendere le rotazioni
attraverso l'introduzione di altre navi, rendendo più
difficile "dimensionare correttamente" le navi su un
allacciamento e sostenerne l'utilizzazione, oppure avere
un'attenzione di tipo più locale scalando specifici porti
cluster e sviluppando maggiori connessioni di raccordo.
In ogni caso esse dovrebbero allungare i tempi di viaggio e
ridurre il prodotto di servizio diretto.
"La realtà è che i traffici Asia-Nord Europa
saranno in un futuro non troppo lontano interamente popolati da
grandissime portacontainer, di modo che senza un accesso alle
alleanze ogni vettore che non ne facesse parte avrebbe un tale
svantaggio quanto ai costi che probabilmente sarebbe dissuaso
dall'entrarvi" aggiunge la Drewry.
"Se si guarda l'attuale flotta attiva ed il registro delle
ordinazioni, si vede che pochissimi vettori avranno abbastanza
grandissime portacontainer nel breve-medio termine da impiegare nei
propri circuiti.
Dato che ciò richiede 10-12 navi per servizio, persino la
Maersk e la MSC che hanno le maggiori disponibilità di
grandissime portacontainer potrebbero prendere in considerazione
l'effettuazione per proprio conto di forse tre servizi settimanali
Asia-Nord Europa, in ribasso rispetto alle sei offerte che
presentano ora.
Che cosa ne dovrebbero fare la Hapag-Lloyd e la ONE delle sei
grandissime portacontainer che hanno ora?".
La Drewry sostiene che l'efficienza economica delle alleanze
potrebbe decrescere man mano che i vettori diventano più
grandi e di meno, essendo meglio in grado di riempire le navi più
grandi per conto proprio.
"Invece di tre o quattro alleanze od accordi di
condivisione delle navi che coinvolgono 15 vettori per traffico,
possiamo immaginare un futuro con - diciamo - solo quattro mega
vettori indipendenti per traffico e nessuna alleanza" fa
notare.
"D'altra parte, se le portacontainer dovessero crescere
oltre l'attuale massimo, la necessità di alleanze diventerà
più imperativa".
Conclude la Drewry: "I caricatori non dovrebbero temere le
alleanze, che hanno agevolato la concorrenza nel corso di un periodo
di concentrazione del mercato.
Questo processo continua, ma probabilmente accelererà
senza l'esenzione per categoria dei consorzi".
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