I perfidi diranno che l'affresco di Renzo Piano per il waterfront genovese è stato accantonato, messo in un cassetto. Quelli più obiettivi commenteranno che il nuovo disegno è frutto della naturale evoluzione di qualsiasi progetto. Comunque sia, le nuove proposte per la riconfigurazione del porto e della città a contatto con il mare sono molto differenti rispetto a quelle presentate due anni fa dall'architetto genovese (
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25 maggio 2004).
Le nuove soluzioni, da ponente a levante, sono state illustrate questa sera nella sede dell'ufficio dell'agenzia per il waterfront dallo stesso Renzo Piano, dal presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giovanni Novi, dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, dal sindaco di Genova, Giuseppe Pericu, e dal presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto.
Scartata già da tempo l'ipotesi di un ampliamento del terminal di Voltri, che è stata bocciata da tutte le istituzioni locali, l'unica area portuale che non è oggetto di sostanziali variazioni è proprio quella più a ponente. Rimangono infatti il terminal delle autostrade del mare e il porto peschereccio previsti inizialmente da Piano. Non subisce invece alcun allungamento la diga.
Il porto petroli di Multedo - ha spiegato Novi - subirà un alleggerimento. Saranno mantenute le boe e le isole a mare attualmente utilizzate dalle navi cisterna, mentre «il traffico petrolifero in "porto sicuro" - ha precisato Piano - andrà a Voltri». Sul lato protetto della diga è infatti previsto l'accosto delle petroliere, che potranno scaricare utilizzando le pipeline che correranno lungo l'opera marittima. Parte di Multedo verrà quindi restituita alla città.
A Sestri la Fincantieri cederà la parte della sua area cantieristica a monte della ferrovia alla città. Ma la parte a mare dello stabilimento navalmeccanico verrà ampliata. «Si farà - ha specificato Burlando - un polo cantieristico, ma non solo per Fincantieri».
Cambia ancora l'affresco di Piano man mano che si va verso levante. Per l'area dell'aeroporto ci sono due alternative. Una rimane quella di realizzare una nuova piattaforma aeroportuale a mare e di destinare l'attuale pista di decollo alle attività portuali, come previsto inizialmente dall'architetto. L'altra consiste nel lasciare l'aeroporto dov'è e nel costruire una nuova piattaforma a mare, ma per realizzarvi un grande terminal portuale così come proposto nei giorni scorsi dall'associazione degli industriali genovesi (
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3 febbraio 2006). Entrambe le soluzioni prevedono la traslazione a mare della diga foranea. La seconda proposta prevede che il terminal portuale venga collegato alla linea ferroviaria; un'ipotesi che piace meno a Piano, perché interrompe la sua idea di "porto in linea": «è un'ipotesi - ha detto - che è sempre esistita, ma l'aeroporto a mare è una soluzione più integra». «La prima soluzione - ha aggiunto l'architetto - ha tempi più lunghi, ma libera meglio il porto; l'altra può iniziare domani mattina».
Realizzare un nuovo terminal portuale a mare - ha rilevato Burlando - «potrebbe consentire di mettere l'attuale terminalista che occupa la parte a ponente del bacino di Sampierdarena (il gruppo Messina, ndr) sulla piattaforma ed eventualmente ampliare i Ponti Canepa e Ronco con un riempimento sino alla diga».
Per la parte restante del bacino di Sampierdarena sono previsti i tombamenti già inseriti nel piano regolatore portuale vigente. Resta immutata anche la parte del porto storico dedicata alle crociere ed ai traghetti, che è attualmente oggetto di rilevanti interventi di ristrutturazione e che sarà dotata di un nuovo approdo crocieristico a Ponte Parodi.
Cambiano le cose invece nell'area delle riparazioni navali. «Una delle cose più preziose a Genova - ha osservato Piano - sono le riparazioni navali». L'architetto e gli altri progettisti hanno abbandonato l'idea di collocarle su una nuova isola davanti al porto storico. Queste attività rimangono dove sono adesso. Così come rimane la proposta di realizzare una passeggiata che colleghi il porto antico all'area dove era collocato il superbacino. Inoltre la superficie di Molo Giano viene ampliata dagli attuali 90mila a 150 mila metri quadrati. La sede dello Yacht Club Italiano non è trasferita e viene mantenuta la "vocazione" diportistica dell'area con un aumento del numero dei posti barca a disposizione della nautica.
I disegni presentati stasera sono però tutt'altro che definitivi. «Questi studi - ha commentato Pericu - sinora ci dicono quali strade sono percorribili». Per dare un volto definitivo al waterfront genovese ci si è dati una scadenza. Le istituzioni hanno deciso che il nuovo progetto dovrà essere definito entro il prossimo giugno, quando Renzo Piano abbandonerà il suo ruolo di coordinatore per lasciare il disegno nelle sole mani dell'agenzia per il waterfront e delle autorità locali. Inoltre - ha detto Repetto - i progettisti sono pronti ad ascoltare le opinioni di tutti: «l'agenzia - ha detto il presidente della Provincia - non si impone, ma si confronta». Burlando ha precisato che c'è sì una disponibilità al confronto, ma ha sottolineato anche come «negli ultimi mesi ci sia stata una significativa convergenza sul progetto».
Bruno Bellio