- L'Autorità Portuale di Genova e la società Ente Bacini Srl hanno presentato oggi il progetto definitivo per la realizzazione del sesto bacino di carenaggio nel porto del capoluogo ligure che è stato consegnato ieri al Consiglio superiore dei lavori pubblici. Secondo le previsioni, quest'ultimo lo esaminerà il prossimo gennaio. L'approvazione del Consiglio è attesa per febbraio; già nel prossimo marzo potrebbe essere avviata la gara d'appalto e i lavori - la cui durata è stimata in quattro anni - verrebbero assegnati entro la prossima estate.
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- La nuova opera costerà circa 130 milioni di euro, di cui - ha spiegato il presidente della port authority, Giovanni Novi - quasi il 50% è già finanziato dallo Stato, mentre la quota restante sarà coperta con finanziamento privato reperito attraverso il ricorso ad un consorzio di banche e ripagato con il lavoro dello stesso bacino (probabilmente nell'arco di 30 anni). «Già 12 banche - ha detto Novi - si sono dichiarate interessate e potremo salire facilmente a 14-15».
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- Il nuovo bacino consentirà sia di aumentare la capacità di lavoro del comparto delle riparazioni navali genovesi, giunta quasi alla saturazione, che di poter operare sulle navi dell'ultima generazione, che attualmente non possono sfruttare i bacini di Genova a causa delle loro limitate dimensioni.
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- Lo scorso anno - ha sottolineato il presidente dell'Ente Bacini, Mauro Vianello - la capacità dei bacini di carenaggio genovesi è stata sfruttata all'87% e in novembre è cresciuta al 93%. Insomma, il comparto, che - ha rilevato - «è l'elemento nodale del settore delle riparazioni navali», è fortunatamente oberato di lavoro, con prenotazioni fino al 2012, ed anzi è costretto a rifiutarne. La nuova opera consentirà di far fronte alla domanda.
- Attualmente nel Mediterraneo sono presenti tre bacini di dimensioni tali da poter accogliere le navi più moderne, ha ricordato Novi: sono a Marsiglia, Livorno e Palermo. Tuttavia - ha precisato il presidente dell'Autorità Portuale - il nuovo bacino di carenaggio genovese non porterà via lavoro a questi tre impianti, perché sono insufficienti per soddisfare la domanda.
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- Il sesto bacino consentirà quindi di colmare una lacuna del comparto genovese delle riparazioni navali: attualmente - ha spiegato Novi - «siamo in crisi perché i bacini devono respingere i lavori sulle grandi navi, sulle moderne navi passeggeri, portacontainer e cisterne». Le dimensioni del bacino più grande in esercizio a Genova (il quarto) presentano una lunghezza di 280,0 metri ed una larghezza di 40,0 metri, insufficienti per ospitare le ultime grandi navi varate dai cantieri. Il sesto bacino sarà lungo 340,0 metri e largo 65,0 metri, con una profondità della platea di 12,5 metri, e potrà così accogliere navi da crociera di lunghezza massima di 333 metri e portacontainer post-Panamax della lunghezza massima di 337 metri.
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- L'iter per la definizione del progetto del sesto bacino, la cui realizzazione - ha sottolineato Novi - non contrasta con quanto previsto dal disegno dell'architetto Renzo Piano per il waterfront genovese, è stato piuttosto sofferto in quanto - ha spiegato - sono stati necessari due anni per convincere il ministero della necessità di realizzare un'opera di cui il porto di Genova già disponeva: nel 1997 il cosiddetto “superbacino” era stato infatti ceduto ad una società turca per la cifra simbolica di un milione di dollari ed era stato rimorchiato verso Tuzla nell'estate di quell'anno (inforMARE del 21 marzo e 28 luglio 2007). Il superbacino era lungo 350 metri e largo 80. Ma oltre dieci anni fa si riteneva esaurita la corsa al gigantismo navale, per cui l'opera era stata venduta senza essere stata ultimata e utilizzata.
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- Tra qualche anno il porto di Genova potrà rimediare a tale mancanza disponendo di un nuovo bacino in muratura le cui caratteristiche salienti, oltre alle dimensioni, saranno il tunnel di accesso largo 5 metri ed alto 5 metri, che consentirà ai veicoli su gomma di scendere sulla platea, la rapidità di riempimento e svuotamento dell'impianto, inferiore alle tre ore, la disponibilità di Dock arm, cioè di piatteforme mobili che consentiranno di lavorare sulle fiancate delle navi senza dover ricorrere ai ponteggi o ad altri sistemi più complessi, la dotazione di un impianto di tiro nave a regolazione elettronica e la versatilità e completezza degli impianti meccanici ed elettrici, che consentiranno tra l'altro di soddisfare l'intero fabbisogno di energia elettrica delle navi che potranno così sostare in bacino spegnendo i motori, con indubbi benefici di carattere ambientale.
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- B.B.
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Porto di Genova Dati bacini di carenaggio |
Bacino |
Anno di costruzione |
Lunghezza (m) |
Larghezza (m) |
Profondità platea (m) |
1 |
1888 |
179,40 |
25,00 |
9,50 |
2 |
1893 |
219,90 |
18,00 |
8,50 |
3 |
1928 |
257,75 |
32,00 |
10,50 |
4 |
1936 |
280,00 |
40,00 |
12,50 |
5 |
1962 |
250,00 |
38,00 |
9,00 |
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6 |
- |
340,00 |
65,00 |
12,50 |
- IMPIANTI MECCANICI
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- Svuotamento bacino in meno di 3 ore mediante 4 pompe asse verticale da 30.000 m3/h con pozzi di aspirazione indipendenti con sifone di scarico a cono immerso per recupero dell'energia cinetica. Spinta orizzontale compatibile con attracco nave fiancata Sud bacino 6.
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Riempimento bacino in meno di 3 ore con tubazioni a sifone per garantire la massima sicurezza a bacino asciutto.
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Impianto acqua circolazione nave da 700 m3/h per garantire il funzionamento dei gruppi elettrogeni di bordo e impianto acqua di zavorra da 4000 m3/h per consentire il riempimento delle casse di zavorra delle navi garantiti da 8 pompe ad asse orizzontale da 500 m3/h prevalenza 8 atm con valvola unidirezionale in aspirazione per consentire auto innesco.
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Impianto antincendio nave e di banchina caratterizzato da 1 bocchetta UNI 70 ogni 35 m con impianto di pompaggio da 800 m3/h avente prevalenza regolabile fino a 12 atm con schiumogeno.
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Impianto acqua potabile per il rifornimento delle navi con portata di 150 m3/h alla pressione di 6 atm disponibile ogni 35 m con 2 bocchette UNI 45.
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Impianto di scarico nave per le acque nere in grado di smaltire 1000 m3/giorno.
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Impianto aria compressa 7,5 atm 70 m3/h per le lavorazioni di carenaggio.
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4 Dock arm con portata di 600 kg sbraccio di 23 m per consentire 4 persone in fase di lavoro e per barella con 2 persone di assistenza.
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Impianto di recupero acque di lavaggio con pompe da 50 m3/h prevalenza 25 m.
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Impianto di tiro nave a completa regolazione elettronica da 20 6 velocità 20 m/min per ormeggio nave composto da 4 carrelliere lungo le fiancate di cui 2 mobili integrate da 6 argani ad asse verticale da 15 t per il posizionamento di precisione e la gestione di eventuali situazioni di emergenza.
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Piattaforma mobile con portata di 3 t per facilitare l'accesso in platea di persone e cose.
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Barca porta a ribalta con manovra di apertura mediante riempimento delle casse di zavorra e chiusura mediante svuotamento casse di zavorra con aria compressa.
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- IMPIANTI ELETTRICI
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- Impianti elettrici e meccanici alloggiati nel corpo della struttura per massimizzare utilizzo delle aree.
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5 cabine di trasformazione per una potenza installata di circa 30000 kVA alimentata da due linee di consegna privilegiata ENEL.
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Sistema di alimentazione nave flessibile: 440 V, 690 V, 11kV a 50/60 Hz mediante convertitore elettronico da 10000 kV.
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Le navi in bacino non dovranno più tenere le macchine accese garantendo emissioni zero anche per navi passeggeri con equipaggio a bordo.
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