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Panalpina annuncia il taglio di 1.400-1.600 posti di lavoro
Nel 2008 il gruppo elvetico ha registrato una contrazione del 33,3% del risultato operativo
12 marzo 2009
Il bilancio 2008 del gruppo logistico Panalpina mostra una notevole contrazione sia dell'utile netto, attestatosi a 113,8 milioni di franchi svizzeri (-46,0% sul 2007), sia del risultato operativo (EBITDA), che è ammontato a 240,7 milioni di franchi svizzeri (-33,3%). Il ricavo lordo è stato di 10,60 miliardi di franchi svizzeri (+0,5%), con un ricavo netto dalla attività di spedizione di 8,88 miliardi di franchi svizzeri (+2,7%). Il risultato operativo e quello netto - ha sottolineato oggi il gruppo elvetico - sono stati influenzati molto negativamente dalle fluttuazioni valutarie e dalla cessazione delle attività nazionali in Nigeria (inforMARE del 25 luglio e 21 settembre 2007).
«Tenendo conto di tutte le difficoltà con le quali ci siamo confrontati nel 2008 - ha dichiarato l'amministratore delegato di Panalpina, Monika Ribar - sono soddisfatta di questi risultati. Siamo stati in grado di acquisire quote di mercato nei settori delle spedizioni aeree e marittime e di ottenere nuovi contratti in tutti i segmenti. Tali risultati sottolineano il successo del modello di business asset-light di Panalpina, che ci consente di reagire rapidamente nei confronti del mercato e delle richieste individuali dei nostri clienti. Nell'attuale scenario economico è ancor più importante offrire da parte nostra servizi in gran parte senza infrastrutture capital-intensive e basate invece su sistemi di information technology di eccellenza e tramite la professionalità di primari sub-contractors ».
Le difficoltà finanziarie del gruppo, acuite dagli effetti della crisi economica internazionale, hanno indotto Panalpina ad annunciare la prosecuzione del programma di riduzione dei costi implementato nel febbraio 2008. Tale piano è stato ora inasprito con una consistente riduzione dei posti di lavoro: è infatti previsto il taglio di 1.400-1.600 posti di lavoro in tutto il mondo sugli oltre 15.000 del gruppo, a causa - ha spiegato Monika Ribar - della diminuzione dei volumi movimentati determinata dalla crisi economica.
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