- «Non abbiamo aumentato le tasse quando potevamo farlo, ma non riteniamo neppure di abbassarle in questo frangente». Tranquilli: non si sta parlando delle vostre tasche, ma di quelle dei porti. Si allude, infatti, alle tasse portuali, che i porti liguri di Genova, La Spezia e Savona non hanno alcuna intenzione di ridurre. « Gli utili generati dai porti liguri - hanno confermato i presidenti delle Autorità Portuali dei tre scali, rispettivamente Luigi Merlo, Lorenzo Forcieri e Rino Canavese - sono serviti e serviranno per fare gli investimenti senza i quali non potranno crescere».
-
- Merlo, Forcieri e Canavese hanno risposto così alla possibilità di diminuire le tasse portuali e di ancoraggio, fino ad azzerarle, prospettata nei giorni scorsi dal governo con l'obiettivo di consentire un recupero della competitività dei porti che movimentano principalmente traffico containerizzato di trasbordo, come avviene a Gioia Tauro, Cagliari e Taranto. La misura è contenuta in un emendamento al decreto milleproroghe (inforMARE del 9 febbraio 2010).
-
- La riduzione delle tasse portuali è una delle misure adottate da alcuni porti europei e mondiali per promuovere lo sviluppo dei traffici in un momento di forte crisi dell'economia (inforMARE del 12 febbraio, 20 e 27 novembre 2009). La scorsa estate Assologistica, a cui fanno capo aziende che operano terminal nei porti di transhipment, aveva protestato per l'aumento delle tasse portuali e di ancoraggio introdotto con decreto del presidente della Repubblica del 28 maggio scorso (inforMARE del 24 agosto 2009). Evidenziando come l'ultima proposta del governo prevedendo di posticipare al 2012 tale aumento e consentendo la riduzione o l'aumento delle tasse a discrezione delle Autorità Portuali potrebbe determinare una distorsione della concorrenza tra i porti, nei giorni scorsi l'associazione dei terminalisti Assiterminal ha sollecitato piuttosto l'adozione di misure a supporto dell'attività dei terminalisti portuali (inforMARE del 10 febbraio 2010).
-
- Con la loro replica alla proposta del governo i tre porti liguri sembrano voler confermare con forza il loro patto di alleanza, sancito sotto le insegne di Ligurian Ports, e smentire qualsiasi ipotesi di utilizzo della diminuzione delle tasse quale arma per farsi concorrenza. Se l'intenzione di consolidare il loro accordo praticando tariffe non dissimili è una supposizione, non è affatto una congettura invece la bocciatura della proposta del governo da parte di Merlo, Forcieri e Canavese. I tre presidenti hanno infatti ribadito compatti il loro dissenso nei confronti della misura governativa, che - a loro avviso - «rischierebbe di bloccare la strategia di investimenti che punta al necessario potenziamento delle infrastrutture portuali». «Se applicata, infatti - hanno rilevato - metterebbe in difficoltà la competitività della portualità italiana rispetto ai mercati internazionali». «Con l'autonomia finanziaria ancora al palo e senza finanziamenti - hanno spiegato Merlo, Forcieri e Canavese - è impossibile pensare ad una crescita dei porti e ad avere un ruolo più incisivo nel panorama economico europeo».
-
- Se i porti di Genova, La Spezia e Savona hanno manifestato preoccupazione per i possibili effetti distorsivi determinati dall'adeguamento in alto o in basso delle tasse sul mercato portuale italiano, i porti di transhipment sono allarmati per la crescente distorsione della concorrenza determinatasi non in ambito nazionale bensì nell'intero mercato del Mediterraneo a causa del moltiplicarsi sulla sponda africana di hub portuali di transhipment che possono avvalersi di costi e di tasse sensibilmente inferiori rispetto a quelli sostenuti dai concorrenti della costa europea.
-
- Giovedì scorso i rappresentanti di Medcenter Container Terminal (MCT), la società che opera il container terminal del porto di Gioia Tauro, e della sua capogruppo Contship Italia hanno incontrato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, e il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. I rappresentanti del gruppo terminalista hanno evidenziato il contributo economico e sociale offerto dalle attività portuali sia per le regioni meridionali, ed in particolare per la Calabria, sia per il sistema Paese, ed hanno espresso «forte preoccupazione sulle conseguenze che il perdurare della crisi dei volumi movimentati avrebbe sulla vita di circa 6.000 persone e sui traffici di scambio con i porti regionali italiani».
- MCT e Contship Italia hanno confermato a Matteoli e Loiero che le azioni avviate in questi giorni e quelle delle quali si è discusso nel corso dell'incontro, «se saranno approvate e realizzate, produrranno i loro effetti in tempi purtroppo non compatibili con la necessità di porre rimedio agli attuali esuberi di personale. Non è più possibile quindi - hanno precisato - procrastinare il ricorso agli ammortizzatori sociali. MCT e Contship Italia hanno consegnato a Matteoli e Loiero una documentazione relativa alle motivazioni ed al peso economico degli interventi indispensabili al parziale e temporaneo riequilibrio delle esistenti distorsioni della concorrenza subita.
-
- Il governatore calabrese ha definito intollerabile il rischio che la crisi si scarichi sui lavoratori del terminal calabrese ed ha manifestato apprezzamento per l'emendamento proposto dal ministro nella Finanziaria per abbattere le tasse di ancoraggio. «Si tratta tuttavia - ha osservato Loiero - di un provvedimento tampone e non risolutivo e abbiamo chiesto pertanto, trovando la disponibilità del ministro, strumenti strutturali in grado di aprire prospettive nuove, rendendo l'hub di transhipment calabrese ancor più competitivo rispetto a quelli di altri paesi extracomunitari che si affacciano sul Mediterraneo». Anche secondo Loiero, infatti, il provvedimento non scarica i costi sulla fiscalità, bensì sulle Autorità Portuali: «in questo modo - ha spiegato - il bilancio della Autorità Portuale potrà fare ben poco. Consentiranno interventi modesti e non di lunga durata. Le somme messe in campo saranno contenute, perché con le stesse risorse di oggi l'Autorità Portuale non sarà grado di scongiurare la crisi in atto e far diventare Gioia Tauro più attrattivo, con il rischio di far saltare il proprio bilancio che deve comunque chiudere con i conti in ordine».
-
B.B.
|