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Fiom-Cgil, il sesto bacino è di vitale importanza per il futuro delle riparazioni navali a Genova
Il sindacato replica ad una serie di interrogativi sulla necessità di realizzare il superbacino posti dall'ex sindaco Pericu
15 febbraio 2011
In un intervento sul quotidiano genovese “Il Secolo XIX” l'ex sindaco di Genova Giuseppe Pericu chiede se è davvero necessario dotare il porto del capoluogo ligure del superbacino, ovvero un sesto bacino di carenaggio di dimensioni idonee ad accogliere le navi più moderne ( del 5 dicembre 2007 e 21 dicembre 2010). Nella sua riflessione Pericu ricorda la vicenda dell'incompiuto e inutilizzato superbacino galleggiante che fu venduto e lasciò il porto di Genova nel 1997 ( del 28 luglio 1997)
All'intervento di Pericu risponde la Fiom-Cgil, che ritiene il sesto bacino «di vitale importanza per il futuro delle riparazioni navali». Sottolineando che le domande poste da Pericu «sono le stesse che si pone una parte della città, ossia quella di quei cittadini che spostano sempre i quesiti su altro, l'importante è che nulla cambi», l'organizzazione sindacale replica all'interrogativo sui posti di lavoro creati evidenziando che «sono gli oltre 3.500 che oggi sono occupati nelle riparazioni navali naturalmente accresciuti di un migliaio di lavoratori nell'indotto previsto per l'attività su navi di oltre 300 metri, totale 4.500 posti di lavoro».
Secondo la Fiom-Cgil, «l'ex sindaco fa confusione e non conosce le riparazioni navali». «La manodopera è altamente specializzata e nella quasi totalità italiana, se non genovese», sottolinea il sindacato e precisa che i lavoratori croati menzionati nell'intervento di Pericu a cui si è fatto ricorso in passato «erano saldatori presenti per picchi di lavorazione e su professionalità purtroppo carenti su Genova».
All'interrogativo dell'ex sindaco sul livello di contenuto tecnologico delle attività legate al sesto bacino la Fiom-Cgil osserva che tali attività «non svolgono più da tempo esclusivamente riparazioni ma anche costruzioni con scafi all'avanguardia nel mondo».
Inoltre, aggiunge il sindacato, «domandarsi se il mercato delle riparazioni è in crescita, vuol dire non leggere neanche i quotidiani genovesi. Si è sentito parlare di un interesse di aziende genovesi a traslocare a Marsiglia? Perché - spiega la Fiom-Cgil - il futuro è sui grandi scafi: Genova che continua a fare domande rischia di perdere non il futuro, ma anche il presente».
In merito ai costi e a come si ammortizzano, il sindacato osserva che «la domanda va girata direttamente all'Autorità Portuale, unico soggetto che con chiarezza ha detto ciò che pensa».
«Spiace - conclude il responsabile Riparazioni Navali della Fiom-Cgil, Giuseppe Durante - che in così poco tempo ci si dimentichi di attività che sono un punto di eccellenza di questa città, ci pare di ricordare che lo affermasse lo stesso architetto Piano. Oggi un nuovo e illustre sostenitore viene annoverato tra chi tifa per un trasloco altrove, perché di questo si parla, se non si parte con il sesto bacino. È giusto sostenere che in questa parte di città occorre avere un progetto di insieme, ma il signor Pericu perché lo chiede oggi? E perché il progetto d'insieme esclude già qualcosa e qualcuno? Noi siamo per non escludere nessuno, ma devono essere date priorità diverse, la crescita, il lavoro, i luoghi dove si produce ricchezza e per ultimo anche il tempo libero, e non siamo interessati a, più o meno velati, progetti esclusivamente immobiliari su aree che devono rimanere produttive».
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