- Ancora un incontro interlocutorio su Fincantieri quello tenutosi oggi a Roma presso il ministero dello Sviluppo economico tra il ministro Paolo Romani, i sindacati e l'amministratore delegato dell'azienda, Giuseppe Bono, il cui esito è stato quello di programmare per il prossimo 9 novembre una nuova riunione per valutare la situazione complessiva del gruppo su tutto il territorio nazionale, incontro peraltro già previsto dal verbale sottoscritto da governo, azienda e sindacati ad inizio estate ( del 3 giugno 2011) e che sarà preceduto il 24 ottobre da una riunione tra i sindacati e il management di Fincantieri sui carichi di lavoro negli stabilimenti dell'azienda.
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- L'unica novità di rilievo è l'assicurazione da parte dell'amministratore delegato Bono che l'azienda non chiuderà il cantiere navale di Sestri Ponente (Genova) a seguito della firma attesa per oggi da parte del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, del decreto che sblocca 50 milioni di euro per il ribaltamento a mare dello stabilimento genovese. «Prendiamo - ha commentato il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando - quello che di buono ci ha dato questa riunione: grazie alla mobilitazione dei lavoratori e della città di Genova è stato dato il via libera definitivo al finanziamento di 50 milioni per il ribaltamento a mare del cantiere di Sestri Ponente, attendiamo entro oggi la firma del ministro Tremonti. Il presidente dell'Autorità Portuale Merlo - ha aggiunto Burlando - ha assicurato la possibilità di anticipare i 20 milioni ancora mancanti. Inoltre Fincantieri si è detta disponibile a aprire un tavolo per definire gli investimenti per adeguare gli impianti: Sestri è un cantiere storico che necessita di miglioramenti: per esempio l'allargamento delle vasche dei bacini per accogliere le navi di nuova concezione. Ancora, è molto importante la realizzazione della nuova banchina, che sarà consegnata dall'Autorità Portuale nei prossimi giorni. Tutto ciò ci garantisce su un futuro per Sestri Ponente che potrà continuare a produrre navi, soprattutto da crociera».
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- «Quello che resta molto negativo - ha proseguito il governatore ligure - è l'assenza di certezze per nuove commesse. Diventa dunque molto importante l'incontro programmato per esaminare i carichi di lavoro di tutti i cantieri del gruppo. Non si tratta certo di aprire guerre tra poveri sulle commesse. Ma il ruolo di Sestri Ponente deve essere contemplato nella lavorazione di tutte le commesse acquisite e in quelle per cui l'azienda sta trattando. Si tratta di valutare tutte le possibilità connesse alle navi civili e militari, così come ai nuovi progetti relativi alle piattaforme per i rifiuti e per l'eolico offshore. L'obiettivo irrinunciabile è ottenere nei prossimi giorni un programma certo di attività per il cantiere genovese per tutto il 2012».
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- Burlando ha ribadito l'importanza di considerare ogni iniziativa complementare che possa difendere l'occupazione, tra cui quelle citate dall'amministratore delegato Bono - le piattaforme galleggianti per il trattamento dei rifiuti e quelle eoliche offshore - ma anche la necessità di non dimenticare la vocazione storica del cantiere genovese: «ritengo - ha spiegato - che le proposte di Bono siano tutte utili, anche considerando che, per esempio, per l'eolico la previsione è che tra vent'anni ci saranno più parchi eolici offshore che sul territorio. Penso però che Sestri Ponente sia un cantiere storico, anche se ha bisogno di alcuni elementi di ammodernamento, e che vada salvaguardato come cantiere navale. Qualsiasi iniziativa per predisporre i cantieri a nuove esigenze costruttive ci vedrà disponibili a collaborare perché ritengo che sia fondamentale assicurare la continuità di lavoro a questo cantiere con navi anche minori, ma navi».
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- Commentando l'intesa raggiunta per l'altro stabilimento ligure dell'azienda a Riva Trigoso, Burlando ha ricordato che l'accordo «è stato giudicato positivamente dall'intero Tigullio, perché il cantiere rimane l'unica realtà produttiva tra Genova e Spezia. Ora facciamo capire in tutti i modi - ha concluso - che teniamo a questo cantiere, perché sensazione o meno, la percezione è stata quella di una certa mancanza di considerazione per Sestri».
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- Ieri il coordinamento nazionale di Fiom-Cgil del gruppo Fincantieri ha annunciato la proclamazione di otto ore di sciopero generale dei lavoratori del gruppo navalmeccanico e delle ditte di appalto da svolgersi per il prossimo 21 ottobre, con manifestazione nazionale a Roma. Da parte di Fiom è ritenuta «necessaria la definizione, da parte della direzione del gruppo, di una chiara strategia di diversificazione produttiva, attraverso scelte che consentano anche la realizzazione di nuovi prodotti in segmenti dell'attività di costruzione navale aggiuntivi rispetto all'attuale “core business” aziendale. Tutto ciò - ha spiegato l'organizzazione sindacale - a fronte del fatto che la crisi del settore, in atto da ormai oltre due anni, persiste e non lascia intravedere prospettive di ripresa a breve termine, colpendo con particolare forza i settori di specializzazione produttiva del gruppo».
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- Fiom ha ribadito in particolare la sua critica alla strategia adottata dalla direzione aziendale che «si sta sviluppando attraverso la ricerca di intese cantiere per cantiere che dividono i lavoratori e le organizzazioni sindacali, mettendo in discussione il sistema di relazioni industriali nazionale». «A questo proposito - ha precisato il sindacato - il coordinamento nazionale Fiom valuta negativamente l'accordo e i verbali separati di riunione già sottoscritti in alcuni cantieri perché, senza alcun piano di investimenti e di rilancio, definiscono la riduzione degli organici nel gruppo Fincantieri ed aumentano il lavoro assegnato in appalto, peggiorando complessivamente le condizioni di lavoro negli stabilimenti».
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- Fiom ha quindi sollecitato la ripresa del confronto tra sindacati nazionali, governo e azienda e ha chiesto al governo «che lo specifico tavolo venga immediatamente riconvocato per definire, per il medio-lungo periodo, gli interventi necessari ad affrontare mercati e prodotti che possano allargare l'ambito di azione del gruppo, assegnare una missione produttiva specifica ad ogni sito e cantiere del gruppo stesso, e concretizzare la cancellazione del piano di tagli e chiusure presentato dalla direzione aziendale il 23 maggio scorso ( del 23 maggio 2011, ndr)». A tale riguardo, al termine della riunione odierna il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha dichiarato che la convocazione del tavolo nazionale a novembre «è un fatto importante», che il sindacato chiedeva appunto da tempo, e che in quella sede dovrà essere definito un quadro generale della situazione dell'azienda.
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- La Uilm ha dato due giudizi diametralmente opposti sull'esito dell'incontro odierno a Roma: «la riunione di oggi - ha osservato il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini - presenta due risvolti: quello positivo si basa sulla firma del decreto sul ribaltamento a mare del sito di Fincantieri di Sestri Ponente che abbiamo apprezzato. Finalmente si chiude positivamente l'iter per poter finanziare l'accordo di programma per il cantiere nel Golfo del Tigullio. Il risvolto negativo è dato dalla nostra preoccupazione per la mancanza di commesse per lo stesso cantiere. Da qui alla prima decade di novembre - ha aggiunto - ci aspettiamo che giungano delle buone nuove in tal senso».
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- Secondo Uilm, però, quello proclamato dalla Fiom per il 21 ottobre è «uno sciopero sbagliato». È sbagliato - hanno spiegato Mario Ghini e il segretario generale della Uilm di Genova, Antonio Apa - «perché questo è il momento di lavorare insieme per portare lavoro negli stabilimenti e per creare le condizioni perché Fincantieri sia produttiva. In una situazione di crisi internazionale, è sbagliato fare uno sciopero per aprire un tavolo e, magari, sperare che gli altri si uniscano».
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- Ghini e Apa hanno concluso sottolineando che «gli incontri in calendario il 24 ottobre con l'azienda sui carichi di lavoro e poi il tavolo del 9 novembre non metteranno in discussione gli accordi già sottoscritti a Riva Trigoso, Muggiano e Monfalcone», mentre nel frattempo «andrà avanti anche il confronto per Ancona».
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