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Nel secondo trimestre il traffico delle merci nel porto di Venezia è diminuito del -14,4%
In calo sia le merci varie (-19,3%) che le rinfuse liquide (-16,4%) e quelle solide (-1,7%)
29 luglio 2020
Nel primo semestre di quest'anno il porto di Venezia ha movimentato 11,1 milioni di tonnellate di merci, con un calo del -12,4% sulla prima metà del 2019 che è stato prodotto da una riduzione del -14,4% del traffico movimentato nel solo secondo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno seguita alla contrazione del -10,6% registrata nel trimestre precedente.
Nel periodo aprile-giugno di quest'anno il totale movimentato è stato di 5,3 milioni di tonnellate, di cui oltre 2,0 milioni di tonnellate di merci varie (-19,3%), incluso un traffico containerizzato risultato pari a 124.366 teu (-22,6%), 1,9 milioni di tonnellate di rinfuse liquide (-16,4%) e 1,4 milioni di tonnellate di rinfuse solide (-1,7%).
Nel primo semestre del 2020 il totale delle merci varie è stato di 4,4 milioni di tonnellate (-11,4%), con un traffico dei container pari a 264.285 teu (-13,0%). Le rinfuse liquide sono calate del -8,9% a meno di 4,1 milioni di tonnellate e le rinfuse secche hanno segnato una flessione del -18,7% attestandosi a 2,6 milioni di tonnellate. L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale ha evidenziato che il settore energetico ha generato circa il 60% del calo complessivo dei traffici veneziani: il 37% circa della flessione è infatti attribuibile alla diminuzione delle importazioni di carbone (-587mila tonnellate), come previsto - ha ricordato l'AdSP - dalla SEN (Strategia Energetica Nazionale) che impone l'abbandono graduale di questa materia prima. Nel contempo è stato segnato un calo pari a 350mila tonnellate (il 22% del traffico complessivo perduto) di prodotti petroliferi come conseguenza diretta dei minori consumi di carburanti destinati all'uso aeronautico e all'autotrazione. Tuttavia, a fronte del calo del settore petrolifero ed energetico connessi rispettivamente con le politiche energetiche nazionali e il traffico turistico - ha sottolineato l'ente portuale - si registra invece la prestazione del settore siderurgico che, nonostante il periodo di emergenza, si è mantenuto su valori sostanzialmente stabili (-1,8% per -36 mila tonnellate, l'equivalente di una nave in meno rispetto all'anno scorso). Un dato - ha rimarcato l'authority - particolarmente rilevante che esprime l'essenza degli scali lagunari quali porti a servizio delle aziende del Veneto e del Nordest.
Nel primo semestre di quest'anno, se a causa del lockdown per la pandemia di Covid-19 il traffico crocieristico nello scalo veneziano si è pressoché azzerato, con un calo del -99,0 rispetto a 572mila crocieristi nella prima metà del 2019, e il traffico dei passeggeri dei traghetti è ammontato a meno di 12mila unità (-81,9%).
Nei primi sei mesi del 2020 il porto di Chioggia, anch'esso amministrato dall'AdSP, ha movimentato 471mila tonnellate (-26,9%), con una flessione particolarmente accentuata nel settore delle merci varie (-64,3%), mentre sono risultati in crescita le rinfuse secche (+4,8%) e i contenitori.
«I porti lagunari - ha commentato il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Pino Musolino - hanno risentito, così come tutti gli scali italiani e mondiali, degli effetti negativi prodotti dalla crisi pandemica, un fenomeno esogeno rispetto alla nostra economia, cui non abbiamo potuto far altro che opporre tutto il nostro impegno, attivando in tempi record nuove procedure di lavoro in sicurezza con l'aiuto di tutta la comunità portuale e continuando a fare il nostro lavoro per mantenere la competitività del sistema in una fase storica inedita e caratterizzata da fluttuazioni difficilmente prevedibili della domanda e dell'offerta di materie prime e prodotti finiti. Sul fronte interno - ha ricordato Musolino - i porti lagunari devono poter vincere la battaglia dell'accessibilità nautica e degli escavi se si immagina di renderli competitivi con gli altri attori internazionali nell'attrarre nuovi traffici e creare valore e occupazione. In questo senso l'Autorità di Sistema Portuale conferma ancora una volta il proprio impegno, non solo dando seguito alla disponibilità, più volte dimostrata, a realizzare un dialogo costruttivo con i vari soggetti pubblici coinvolti, ma anche e soprattutto stanziando le risorse finanziarie necessarie, già a bilancio, e realizzando una serie di attività prodromiche all'escavo in accordo con la comunità portuale. Va inoltre segnalato - ha proseguito Musolino - che, nell'ottica di uno sviluppo sostenibile delle attività logistiche ed economiche, prosegue il nostro impegno per lo sviluppo della modalità ferroviaria; nel 2020, il traffico semestrale ferroviario è di di 46.364 carri per un totale di 1.177.598 tonnellate, quando nel corso di tutto il 2019 si erano registrati 84.681 carri per 2.144.328 tonnellate. È un risultato frutto anche degli investimenti anticiclici effettuati negli ultimi anni e dimostra la volontà e l'impegno degli scali portuali veneti nell'espandere i confini del mercato servito, affidandosi sempre di più al ferro piuttosto che alla gomma».
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