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COMMERCIO
Assofermet Acciai, la crisi di Suez ha provocato un aumento del +150% dei costi di trasporto dell'acciaio
Se le breakbulk continuano a passare per Suez, le navi portacontenitori sono state dirottate verso il Capo di Buona Speranza
Milano
11 marzo 2024
La crisi di Suez ha provocato un aumento del +150% dei costi di
trasporto dell'acciaio, Lo ha reso noto Assofermet Acciai,
l'associazione italiana dei settori del commercio, distribuzione e
prelavorazione di acciai, rottami, metalli e ferramenta,
specificando che per l'acciaio, che tradizionalmente passava per il
Mar Rosso, il prezzo medio del trasporto in navi portacontainer è
passato da 1.200 dollari per teu a dicembre 2023 a circa 3.000
dollari per container teu, tipologia di contenitore che può
contenere circa 25 tonnellate di acciaio. Evidenziando che tutte le
principali compagnie che operano portacontainer continuano a
scegliere di aggirare Suez passando dal Capo di Buona Speranza,
Assofermet Acciai ha precisato che, dopo le speculazioni del mese di
gennaio che avevano portato il costo del trasporto ad un aumento del
+500% rispetto ai valori di dicembre raggiungendo a fine mese un
picco di 5.300 dollari per teu, nel corso del mese di febbraio il
costo è costantemente diminuito.
«È stato soprattutto - ha spiegato Gian Pietro
Alberti, membro del Comitato Tecnico di Assofermet Acciai -
l'effetto speculativo delle compagnie di trasporto, oggi
notevolmente ridimensionato, a giustificare gli aumenti visti per
tutto il primo mese dell'anno. La situazione - ha sottolineato
Alberti - continua comunque a essere fortemente volatile e
imprevedibile, perché i prezzi dei noli cambiano
repentinamente e rendono impossibile ipotizzare l'evoluzione dei
costi da un giorno all'altro. A livello generale, uno degli elementi
più concreti che giustificano gli aumenti è che una
giornata in mare di una nave portacontainer ha un costo che va dai
150mila ai 200mila dollari (costo tipo di una mega-nave
portacontainer, che trasporta dai 10.000 ai 24.000 container).
All'effetto sui prezzi si aggiunge l'aumento dei tempi di trasporto:
per trasportare acciaio dai Paesi extra-UE dell'Estremo Oriente sono
necessari dai 15 ai 25 giorni in più rispetto ai 30 giorni di
prima dell'inizio della crisi».
«Situazione molto diversa - ha proseguito Alberti - per le
navi breakbulk, vale a dire le imbarcazioni che trasportano acciaio
sfuso e non in container. Generalmente, per queste navi continua a
essere più conveniente passare per Suez». Alberti ha
ricordato che i costi principali del Mar Rosso per la tratta Estremo
Oriente-Mare Mediterraneo sono il pedaggio dovuto all'autorità
dell'Egitto per il transito nel canale e l'aumento del premio
assicurativo: indicativamente, per una nave di 50.000 tonnellate di
portata il pedaggio si aggira intorno ai 190.000 dollari per ogni
passaggio e il premio assicurativo è di circa 150.000 dollari
per ogni nave. Tuttavia, per le imbarcazioni breakbulk passare dal
Capo di Buona Speranza avrebbe dei costi ancora maggiori.
Assofermet Acciai ha ricordato, inoltre, che la maggior parte
dell'acciaio esportato in Italia e in Europa passa proprio
attraverso il canale di Suez e che nel corso del 2023, in linea con
gli anni precedenti, alcuni dei Paesi che hanno esportato più
acciaio in Italia e nell'UE sono stati India, Cina, Vietnam,
Giappone, Taiwan e Corea del Sud, tutti Paesi che tradizionalmente
transitavano per il Mar Rosso. Complessivamente nel 2023 hanno
esportato in Italia 5,48 milioni di tonnellate di acciaio, vale a
dire il 73,8% del totale dell'acciaio importato in Italia da Paesi
extra-UE (7,42 milioni di tonnellate). L'associazione ha specificato
che una tendenza simile è valida per l'intera Unione Europea:
dagli stessi sei Paesi sono arrivate 16,14 milioni di tonnellate su
29,3 milioni di import globale complessivo (dati
Eurometal-Assofermet).
Con 1,3 milioni di tonnellate, in particolare, lo scorso anno è
l'India il Paese ad aver esportato più acciaio in Italia,
seguita dalla Cina con 1,1 milioni di tonnellate. Complessivamente,
nel 2023 c'è stata un'impennata del +62% rispetto al 2022:
due anni fa, i sei Paesi analizzati hanno esportato in Italia 3,3
milioni di tonnellate di acciaio.
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