Nel corso della riunione di ieri del Consiglio europeo dei
Trasporti, telecomunicazioni e energia le delegazioni di Bulgaria,
Cipro, Croazia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Romania e Spagna
hanno portato l'attenzione sul possibile impatto negativo sul
trasporto marittimo e sulla competitività dei porti europei
dell'estensione allo shipping del sistema EU ETS di scambio di quote
di emissione dell'Unione Europea.
Assarmatori ha espresso soddisfazione per questa posizione del
governo italiano: «reiterando l'appello già espresso
nei Consigli Trasporti del dicembre del 2023 e dello scorso giugno -
ha commentato il presidente dell'associazione armatoriale italiana,
Stefano Messina - l'Italia ha redatto e presentato un documento che
mette chiaramente in luce le criticità e i rischi causati
dalla recente inclusione del settore marittimo nell'ETS. Come noto,
la direttiva non tiene in considerazione le peculiarità dei
segmenti più fragili del settore marittimo, creando alti
rischi di trasferimento delle emissioni, anziché riduzione,
con conseguente perdita di competitività e di business, in
primo luogo nelle attività di trasbordo di contenitori ma
anche nelle Autostrade del Mare».
Riferendosi alle misure introdotte dalla Commissione Europea con
l'intento di mitigare i rischi di perdita di competitività
del sistema marittimo-portuale europeo
(
del 17
novembre e 6
dicembre 2023), Messina ha affermato che «la Commissione
Europea sta monitorando questi rischi con una metodologia
inadeguata, a cui ha accompagnato azioni correttive insufficienti.
In questo contesto, l'Italia e gli altri Stati firmatari della
dichiarazione hanno ribadito la necessità di una metodologia
efficace e predittiva per monitorare il mercato, e chiesto alla
Commissione di intervenire suggerendo azioni correttive, come
allineare il sistema ETS alle future misure globali di riduzione
delle emissioni dello shipping di cui sta discutendo l'IMO».
«Nel dibattito pubblico avvenuto in Consiglio tra gli
Stati Membri - ha proseguito il presidente di Assarmatori - è
emersa ancora una volta la posizione dei Paesi nordici,
sostanzialmente favorevoli all'approccio tenuto dalla Commissione
Europea, mentre è ormai evidente la consapevolezza diffusa
tra gli Stati Mediterranei di come sia urgente invertire la rotta
rispetto ad un approccio metodologico fragile ed alla volontà
manifesta di non intervenire preventivamente, nonostante i
campanelli d'allarme siano molteplici. Riteniamo positiva questa
convergenza: da ormai più di tre anni stiamo evidenziando, a
tutti i livelli, tali criticità. Ringraziamo il ministro
Matteo Salvini, il Vice Ministro Edoardo Rixi e tutte le forze
politiche che danno voce alle richieste e alle preoccupazioni
dell'intero cluster marittimo-portuale per questo ulteriore passo
avanti a tutela del settore. Sarà indispensabile
concretizzare nel corso del prossimo anno l'ottimo lavoro svolto
fino ad oggi».