 Nel 2024 d'Amico International Shipping (DIS) ha registrato
ricavi pari a 488,2 milioni di dollari, con un calo del -9,4%
sull'esercizio annuale precedente che si era chiuso con nuovi record
storici, di cui 367,0 milioni di ricavi base time charter (-7,6%).
La società, che attraverso la sua interamente controllata
operativa d'Amico Tankers opera una flotta di 33 navi cisterna (21
MR, sei LR1 e sei Handysize), di cui 28 di proprietà, ha
archiviato il 2024 con un margine operativo lordo di 260,9 milioni
di dollari (-6,0%), un utile operativo di 202,5 milioni (-5,9%) e un
utile netto di 188,5 milioni (-1,9%).
Commentando oggi i risultati dell'esercizio 2024,
l'amministratore delegato di DIS, Carlos Balestra di Mottola, ha
reso noto che lo scorso anno la compagnia ha totalizzato una media
spot giornaliera pari a 33.871 dollari, superiore ai 32.873 dollari
del 2023, mentre il nolo complessivo base TCE (spot e time-charter)
è stato di 31.195 dollari, in linea con i 31.451 dollari del
2023. «Nel 2024 - ha spiegato - DIS ha operato in un mercato
dei noli che ha beneficiato di una crescita contenuta della flotta,
di un aumento degli scambi di petrolio raffinato e da inefficienze
derivanti da perturbazioni nei traffici commerciali. In particolare
- ha specificato Balestra di Mottola - gli attacchi nel Mar Rosso e
nel Golfo di Aden ci hanno costretti a deviare le navi attorno al
Capo di Buona Speranza, aumentando significativamente le distanze
percorse. Inoltre, il conflitto in corso in Ucraina e le relative
sanzioni dell'UE hanno ridisegnato i flussi commerciali di petrolio,
riducendo le esportazioni di petrolio russo verso l'UE che è
stato invece spedito verso destinazioni più lontane come Asia
e Sud America, inducendo l'Europa a procurarsi più petrolio
dagli Stati Uniti, dal Medio Oriente e dall'Asia. Questi cambiamenti
hanno esteso significativamente le distanze medie percorse dalle
nostre navi».
«Guardando al futuro - ha proseguito il CEO di d'Amico
International Shipping - le potenziali risoluzioni dei conflitti in
Ucraina e a Gaza potrebbero impattare le dinamiche di mercato. Un
accordo di pace in Ucraina potrebbe portare alla revoca delle
sanzioni contro la Russia, e una risoluzione a Gaza potrebbe
comportare una normalizzazione dei transiti nel canale di Suez,
potenzialmente riducendo la domanda misurata in tonnellate-miglia,
per le nostre navi. Tuttavia, prevediamo che alcuni ulteriori
fattori mitigheranno gli impatti negativi sul mercato. Infatti, se i
transiti nel canale di Suez dovessero riprendere, ci attendiamo un
aumento delle importazioni europee di prodotti raffinati dal Medio
Oriente e dall'Asia. Inoltre, un accordo di pace in Ucraina potrebbe
non comportare la revoca delle sanzioni alla Russia da parte
dell'Europa e dovrebbe accelerare la demolizione di una flotta
fantasma sempre più vecchia, contribuendo a stabilizzare il
mercato. Inoltre, misure più stringenti da parte degli Stati
Uniti sulle esportazioni di petrolio iraniano potrebbero generare la
sostituzione dei barili persi da questo Paese con petrolio da Paesi
non sanzionati, beneficiando principalmente il mercato delle navi
VLCC, con ricadute positive anche per le altre tipologie di
petroliere».
«Le dinamiche geopolitiche hanno di recente indubbiamente
ridisegnato il mercato dei trasporti, tuttavia - ha sottolineato
Balestra di Mottola - i fondamentali dell'industria rimangono
robusti e dovrebbero continuare a sostenere il nostro mercato. La
domanda di petrolio è cresciuta costantemente al ritmo
rilevante di 0,9 milioni di barili al giorno nel 2024, e l'Agenzia
Internazionale dell'Energia (IEA) prevede per quest'anno un
ulteriore aumento di 1,1 milioni di barili al giorno. I mercati
emergenti, in particolare India e Brasile, contribuiranno in maniera
significativa a questa crescita. In termini di prodotti, mentre il
jet fuel ha dominato l'aumento della domanda lo scorso anno, nel
2025 faranno da traino la nafta ed il jet fuel. I volumi raffinati
hanno anche visto un incremento, con la produzione globale delle
raffinerie cresciuta di 0,5 milioni di barili al giorno nel 2024 a
82,7 milioni di barili al giorno, guidata principalmente da robuste
attività di raffinazione negli Stati Uniti e da nuova
capacità in Medio Oriente e Africa. Secondo l'IEA, la
produzione di greggio dovrebbe crescere di ulteriori 0,6 milioni di
barili al giorno nel 2025, arrivando a 83,3 milioni di barili al
giorno, sostenuta da volumi più forti nei Paesi non OCSE,
compensata da chiusure nei Paesi OCSE, in particolare nelle Americhe
ed in Europa. Questo costante aumento della capacità di
raffinazione ad est di Suez dovrebbe continuare a sostenere la
crescita della domanda misurata in tonnellate miglia per le nostre
navi».
«Dal lato dell'offerta - ha rilevato inoltre Balestra di
Mottola - gli ordini di nuove petroliere sono aumentati
significativamente negli ultimi due anni, con il rapporto tra navi
ordinate (libro ordini) e quelle in navigazione per le tipologie MR
e LR1, che ha raggiunto il 15,1%, a fine febbraio 2025. Sebbene le
consegne di navi accelereranno dalla seconda metà di
quest'anno, queste saranno distribuite su diversi anni. Inoltre,
considerando i forti collegamenti tra le diverse tipologie di
petroliere, il libro ordini complessivo per tutte le petroliere
(includendo navi per il trasporto di crudo e raffinato), che si
attesta al 13,4% delle navi in navigazione a fine di febbraio 2025,
potrebbe fornire un indicatore più affidabile dei
fondamentali dell'offerta di tonnellaggio. Inoltre, la flotta
mondiale sta invecchiando rapidamente, con il 17,0% delle MR e LR1
già oltre i 20 anni (17,2% dell'intera flotta di petroliere),
e il 51,0% oltre i 15 anni (41,3% dell'intera flotta di petroliere),
alla stessa data. L'invecchiamento della flotta mondiale ridurrà
la sua produttività portando anche ad un aumento delle
demolizioni, con un'accelerazione prevista in caso di una forte
correzione dei noli o di una risoluzione del conflitto in Ucraina,
che limiterebbe in modo rilevante le opportunità di impiego
per tale tonnellaggio più vecchio».
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