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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 6/99 - GIUGNO 1999 |
Porti
Vancouver strizza l'occhio agli Stati Uniti
L'inaugurazione da parte della Zim del proprio ZPS (Zim Pacific
Service) il 7 maggio scorso presso il porto cinese di Shekou rappresenta
un evento importante non solo per il vettore israeliano ma anche
per il porto canadese di Vancouver, situato nella Columbia Britannica.
Ciò, perché questo nuovo servizio settimanale transpacifico
è il primo ad avere prescelto il porto canadese quale suo
primo scalo in entrata dall'Asia. E' significativo il fatto che
la Zim instraderà i containers destinati al Mid-West statunitense
attraverso questa porta d'accesso canadese.
Di solito, i vettori transpacifici che scalano Vancouver vi programmano
una fermata inserendola tra gli scali presso altri porti della
Costa Occidentale nord-americana, spesso favorendo la California
meridionale od il nord-ovest del Pacifico degli Stati Uniti. In
questo caso, peraltro, la Zim non l'ha fatto. Il suo programma
di viaggio, che prevede una partenza settimanale a giorno fisso,
con l'impiego inizialmente di sei navi di capacità da circa
1.500 a 1.700 TEU, segue questo giro: Shekou (venerdì),
Hong Kong (sabato); Shanghai (martedì), Busan (giovedì),
Vancouver (domenica), Long Beach (venerdì), Oakland (domenica),
Seattle (martedì), Busan (martedì).
Secondo Ephraim Alter, vice presidente della Zim Israel Navigation
e presidente della Zim Container Service, Vancouver è stata
scelta quale primo porto di scalo d'ingresso per lo ZPS in ragione
dell'importanza dei traffici canadesi per la Zim. "E' sempre
una buona cosa essere unici" ha aggiunto. Continua a spiegare
Alter: "Noi serviamo Halifax sia dal Pacifico che dal Mediterraneo
(nel contesto di un programma tricontinentale). Il nostro noleggio
di spazi-containers dalla Hyundai, terminato in occasione dell'inaugurazione
dello ZPS, già prevedeva uno scalo a Vancouver".
Alter ha rivelato che l'intenzione è quella di servire
il Mid-West statunitense via Vancouver. Quale delle due ferrovie
canadesi, CN (Canadian National) o CP (Canadian Pacific), fosse
stata prescelta per il trasporto transcontinentale, non era stato
ancora deciso al momento dell'intervista ad Alter. Tuttavia, il
dirigente si è dichiarato fiducioso che chiunque alla fine
venga prescelto possa consentire alla Zim di assicurare ai propri
clienti un tempo di viaggio dall'Asia all'interno degli U.S.A.
competitivo con i più tradizionali instradamenti intermodali
via California Meridionale o costa pacifica del nord-ovest degli
Stati Uniti. E' utile rammentare che sia la CN sia la CP hanno
allargato la propria attività a sud negli Stati Uniti e
che tutte e due - per mezzo di acquisizioni e di accordi operativi
- hanno accesso a Chicago.
Per il capitano Norman C. Stark, presidente e dirigente capo
della VPA (Vancouver Port Authority), la decisione della Zim ribadisce
un concetto che era stato dimostrato con successo lo scorso anno,
allorquando alcuni problemi negli Stati Uniti avevano obbligato
il vettore transpacifico K Line ad instradare i carichi asiatici
destinati a Chicago via Vancouver al posto di Long Beach. Servendosi
della ferrovia CP, è stato conseguito un viaggio Vancouver/Chicago
in 4 giorni e mezzo, secondo Stark, il quale fa notare come questa
tempistica si confronta positivamente con quella degli instradamenti
intermodali statunitensi.
Se altri vettori marittimi seguiranno la Zim ed opteranno per
Vancouver quale porta d'accesso all'interno degli Stati Uniti,
si tratterà di una clamorosa rivoluzione, poiché
la tradizione del transpacifico è sempre stata quella di
trasportare i carichi canadesi via Stati Uniti. Stark stima che
nel 1998 il suo porto abbia perduto circa 123.000 TEU di traffico
transpacifico canadese (vale a dire, 83.000 TEU in direzione est
e 40.000 TEU in direzione ovest) a vantaggio di porti statunitensi,
principalmente Seattle e Tacoma (nello Stato di Washington) e
- in grado minore - Portland (nello Stato dell'Oregon).
Tuttavia, dato che un numero sempre maggiore di linee di navigazione
fa scalo a Vancouver, questa tendenza è in calo. "Cinque
anni fa il 45% circa dei traffici canadesi viaggiava attraverso
gli Stati Uniti; adesso è sceso a meno del 16%" ha
dichiarato Stark. Egli è ottimista circa le possibilità
che questa tendenza persista e ha accennato al miglioramento della
produttività "ad una media di 25 contenitori per ogni
ora di lavorazione delle gru" nonché alle tariffe
di stivaggio, ai prezzi portuali ed alle tariffe di pilotaggio
- che sono state inferiori del 10% se confrontate con quelle di
Seattle, Tacoma e Portland - quali vantaggi rispetto ai rivali.
Stark ha sottolineato inoltre come adesso vi siano gallerie adeguate
sotto le Montagne Rocciose che consentono il passaggio di contenitori
da 9 piedi e 6 pollici di altezza disposti su due strati.
Egli ha altresì fatto presente come tutti i terminal containers
del porto (Deltaport, Centerm e Vanterm) dispongano di piazzali
ferroviari presso le banchine. I carichi provenienti da località
interne (per lo più canadesi) rappresentano il 70% circa
delle prestazioni del Deltaport e quasi il 50% sia del Centerm
che del Vanterm. Il Deltaport, che è stato inaugurato a
giugno del 1997, è il più recente terminal di Vancouver,
è situato 40 km. a sud di della baia interna di Vancouver
ed è stato progettato per accogliere le portacontenitori
più grandi. La CN e la CP sono tra i quattro soci che hanno
finanziato il Deltaport, mentre gli altri erano la città
di Vancouver e la TSI (Terminals Systems Inc) che gestisce l'infrastruttura.
Complessivamente, nel 1998 Vancouver ha sperimentato una forte
crescita nel settore contenitori, malgrado l'incertezza dell'ambiente
dei traffici comportata dalla crisi asiatica. Sono stati lavorati
complessivamente 840.098 TEU, che rappresentano un aumento del
16% sui 724.154 TEU movimentati del 1997. Inoltre, secondo Stark
"vi è stata una crescita cumulativa del 70% nei tre
anni a partire dal 1995". Più in particolare, le importazioni
containerizzate sono aumentate del 27%, mentre i containers carichi
in esportazione nel 1998 si sono incrementati del 9%.
La suddetta tendenza è diventata ancora più marcata
quest'anno. I volumi containerizzati nei primi due mesi del 1999
sono stati superiori del 53% rispetto allo stesso periodo del
1998. Una ragione di questa situazione, sottolineata da Stark,
è stato il basso livello delle tariffe di trasporto merci
transpacifiche in direzione ovest, che hanno incoraggiato gli
esportatori di prodotti forestali - quali il legname da costruzione,
la polpa di legno ed i trucioli di legno - ad utilizzare i vettori
containerizzati piuttosto che i rinfusieri. "Così
facendo, essi riescono a risparmiare qualcosa come 25 dollari
a tonnellata" ha dichiarato Stark, il quale stima che tutto
ciò comporti economie per circa 500 dollari per contenitore
da 40 piedi.
Dovesse continuare tale crescita, il porto sarebbe comunque in
grado di far fronte a qualsiasi ulteriore volume dal momento che
vi è capacità disponibile, specialmente presso il
Deltaport, laddove le previsioni di volumi dell'ordine di 300.000
TEU per il 1999 costituiscono solamente circa la metà dell'attuale
capacità annua di quella infrastruttura.
Guardando al futuro, Stark ha descritto entusiasticamente l'indipendenza
commerciale conseguita mediante la istituzione della VPA il 1°
marzo di quest'anno. Si è trattato di una delle diverse
nuove autorità portuali create ai sensi della Legge Marittima
canadese. Il cambiamento di stato da società portuale ad
autorità portuale sta a significare che Vancouver sono
solo potrà disporre di una maggiore autorità, ma
potrà altresì costituire associazioni commerciali
con imprese. "E' troppo presto per scendere in particolari
circa ciò che faremo, dato che prima dovremo approntare
le strutture appropriate, ma si può già dire che
vi sono molte opportunità di nuovi affari" ha concluso.
(da: Containerisation International, maggio 1999)
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