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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 1-2/2002 - GENNAIO-FEBBRAIO 2002 |
Studi e ricerche
Lo shipping e l'11 settembre 2001: il giorno dopo
Sia i fornitori che gli acquirenti di servizi di trasporto marittimo
di merci a lungo raggio e di distribuzione hanno subito conseguenze
dagli attacchi terroristici a New York e Washington dell'11 settembre
2001. A ciò si aggiungano gli effetti della recessione
economica globale, che già si era manifestata prima degli
attentati.
I caricatori europei in genere affermano che per quanto li riguarda
il settore è ancora molto attivo come d'uso (sebbene tutti
riconoscano che le tariffe di trasporto merci marittimo per contenitore
si siano adesso ridotte in modo significativo). Gli spedizionieri
in Europa tendono invece a non essere d'accordo circa le implicazioni
delle depresse condizioni dell'economia globale, anche se - come
sempre - prevedono un futuro positivo.
Per quanto traumatici siano stati gli eventi dell'11 settembre,
molti caricatori e spedizionieri sottolineano come essi non abbiano
fatto che accelerare un declino dei traffici globali già
in essere da qualche tempo. Non sono stati gli attentati di per
se stessi a scatenare l'attuale collasso delle tariffe relative
ai traffici marittimi di linea.
Jürgen Schmidt, direttore trasporto merci marittimo della
EGL (Eagle Global Logistics), è responsabile delle attività
di trasporto merci marittimo della EGL in Europa nord-occidentale.
A suo giudizio, "i volumi di traffico containerizzato movimentati
sui traffici marittimi di linea erano già in calo prima
dell'11 settembre ed io ritengo che tale declino possa accentuarsi.
I volumi in esportazione movimentati sui traffici di linea dall'Europa
sono in diminuzione e caleranno ulteriormente".
Allo stesso modo, Thomas Eisenblatter, direttore generale della
Air-Sea Broker (la branca degli approvvigionamenti della Panalpina)
sottolinea: "L'11 settembre ha dato un'ulteriore spinta alla
linea di tendenza verso il basso nell'economia globale".
Tuttavia, Paul Young, dirigente trasporto merci di superficie
nel Regno Unito della Exel, impresa attiva nel settore delle spedizioni
e della logistica, attenua tali affermazioni: "Subito c'è
stato un calo per l'attività della Exel, ma vi si è
già posto rimedio. Molti nostri colleghi nel settore delle
spedizioni dicono che l'attività è in ribasso, ma
non è il nostro caso".
Alla Geologistics, Dermot Leeper, direttore dello sviluppo globale
del prodotto, asserisce: "L'11 settembre in realtà
non ha comportato alcuna differenza nella nostra attività
di trasporto merci marittimo. La situazione economica era già
chiara prima di quella data e da allora non è mutata".
A Parigi, Alain Morin, dirigente dello shipping, della logistica
e dei traffici di linea della Atofina Group, riflette: "In
realtà, per noi in Europa, il terrorismo non rappresenta
una novità. Nel Regno Unito si convive con il terrorismo
dell'IRA da molti anni ed in Francia dobbiamo sopportare movimenti
terroristici corsi, baschi e bretoni. Qui in Europa siamo abituati
al terrorismo". Quanto alla recessione, Morin ha dichiarato:
"Non penso che le cose siano cambiate, perché la recessione
era iniziata prima dell'11 settembre".
Tuttavia, per quanto concerne le tariffe di trasporto marittimo
per container, molto è cambiato. Sui livelli dei noli si
è discusso parecchio ultimamente ed i caricatori e gli
spedizionieri - cioè gli acquirenti della capacità
di trasporto merci marittimo - hanno fornito alcuni esempi spettacolari
circa il calo delle tariffe.
Alan Edge, direttore generale dello spedizioniere britannico
di medie dimensioni A. J. Edge, specializzato nella movimentazione
di traffico containerizzato marittimo, rivela: "Tre anni
fa, costava 3.200 dollari USA imbarcare un contenitore per carichi
secchi da 40 piedi da Hong ad un porto del Regno Unito. Ora possiamo
movimentare un contenitore da 40 piedi sul medesimo traffico per
soli 1.000 dollari USA".
Lothar Klestadt, direttore generale della Trans-World Shipping
con sede a New York, dichiara: "Le tariffe dei noli marittimi
sono diminuite di molto, è davvero una pazzia. Posso movimentare
un contenitore da 40 piedi dalla Costa Orientale USA ad un porto
dell'Europa settentrionale per una cifra oscillante tra i 600
ed i 700 dollari USA. Nei primi giorni della mia esperienza nel
settore delle spedizioni, parlo degli anni '80, un caricatore
americano avrebbe potuto pagare sino a 10.000 dollari per imbarcare
un contenitore da 40 piedi sulla stessa tratta".
Nota Leeper della Geologistics: "Le tariffe di trasporto
merci marittimo sono calate clamorosamente su tutti i traffici
di linea, ed in alcuni casi il calo è dell'ordine del 30%
e più". Alla Air-Sea Broker, Eisenblatter dichiara:
"I noli di trasporto merci adesso sono molto bassi. Nella
mia esperienza nel settore delle spedizioni, non li ho mai visti
prima a livelli così depressi".
Schmidt della EGL medita in questi termini: "La differenza
adesso è che in passato le tariffe tendevano ad abbassarsi
su un traffico e contestualmente ad aumentare su un altro. Al
momento attuale, le tariffe sono in calo su tutti i traffici".
I caricatori sono stati più prudenti nelle loro dichiarazioni
in ordine alla diminuzione dei livelli dei noli. Wolfgang Bircher,
capo della logistica clienti della Lonza, impresa svizzera specializzata
in prodotti chimici, è d'accordo circa il fatto che le
tariffe siano in calo, "specialmente in relazione al traffico
del Nord Atlantico in direzione ovest. Nel rinegoziare i contratti
con i vettori, infatti, teniamo conto di tariffe più base".
La britannica OUP (Oxford University Press) carica consegne FCL
da Hong Kong - e, in grado minore, dalla Cina - al Regno Unito;
il traffico in questione è movimentato dalla Kuehne &
Nagel. Il dirigente trasporti marittimi Ken Jackson afferma: "Stiamo
traendo benefici immediati dalla diminuzione dei noli in questo
traffico, dal momento che l'accordo che abbiamo con la Kuehne
& Nagel è legato ai livelli attuali delle tariffe".
Gran parte del traffico della OUP in uscita dal Regno Unito è
di tipo LCL ed è seguito dalla Panalpina. Commenta Jackson:
"Per le nostre esportazioni, ci vorrà un po' più
di tempo prima di poter accedere alle nuove tariffe più
basse". Il capo delle acquisizioni-distribuzione presso un
importante produttore britannico di bevande, che dispone di localizzazione
produttive in tutto il mondo e ha esigenze distributive a livello
globale, ha preferito mantenere l'anonimato, ma ha rivelato che
i programmi distributivi di due divisioni nell'ambito del gruppo
sono stati integrati al fine di ridurre i costi della distribuzione.
Spiega infatti: "Il calo in atto nelle tariffe di trasporto
merci marittimo ci aiuteranno in tale contesto".
Le tariffe di nolo più basse di per sé non
vogliono necessariamente significare una riorganizzazione del
piano partenze dei caricatori. Ian Kennedy, responsabile dei servizi
alla clientela e delle spedizioni alla britannica Southcorp Wines,
si occupa delle spedizioni di vini dall'Australia al Regno Unito
ed al continente europeo; al riguardo, concorda ma con prudenza.
"Ci siamo accorti anche noi che le tariffe dei noli marittimi
hanno mostrato una certa tendenza ad abbassarsi, ma anche che
le BAF dall'Australia sono aumentate, il che non si capisce visto
che i prezzi del petrolio al momento sono molto più bassi.
Ed anche le tariffe di assicurazione marittima sono aumentate".
La questione delle tariffe delle assicurazioni marittime e dei
premi relativi ai rischi di guerra (il conflitto in Afghanistan
ed i timori di attività militari nella regione medio-orientale
comportano tali rischi) è un punto dolente quando si parla
con i caricatori. Ger M. P. Hagens, dirigente delle operazioni
trasportistiche europee della olandese Xerox Manufacturing si
lamenta: "E' vero che le tariffe di trasporto merci marittimo
sono in calo, ma le tariffe inerenti alle assicurazioni marittime
ed ai rischi di guerra sono in aumento per quel che riguarda le
spedizioni attraverso alcune regioni, mentre le tariffe dei noli
marittimi più basse riescono solo a compensare l'incremento
dei costi assicurativi".
Didier Leandri, segretario generale della AUTF (il Consiglio
dei caricatori francesi) lamenta anch'egli: "I vettori marittimi
impongono sovrapprezzi dovuti a quelli da loro definiti come fattori
di rischio di guerra, ma noi abbiamo fatto qualche calcolo e riteniamo
che molti di tali sovrapprezzi non sono giustificati dal livello
dei rischi. Spesso infatti servono solo a bilanciare la diminuzione
delle tariffe di nolo. Pensiamo che alcuni vettori marittimi ed
alcune conferenze si servano dei sovrapprezzi come mezzo per incrementare
indirettamente i livelli dei noli". La AUTF ha discusso tale
argomento a livello nazionale francese con i vettori e le conferenze
e ha sollevato lo stesso problema a livello internazionale a Bruxelles
attraverso il Consiglio dei Caricatori Europei.
La Navis, spedizioniere con sede ad Amburgo, ha parlato della
"creatività" da parte di alcuni vettori in un
documento del 2001 e ha fornito esempi di sovrapprezzi assicurativi
imposti dalle linee di navigazione: da 10 sino a 250 dollari USA
per TEU in relazione a spedizioni alla volta del golfo medio-orientale,
del Mar Rosso, del sub-continente indiano e dell'Asia; 150 dollari
USA per TEU per spedizioni alla volta di Israele, e di 250 dollari
USA per TEU per spedizioni dirette in Egitto, Siria e Libano.
Si domanda la Navis: "Non si tratta per caso di aumenti tariffari
camuffati?".
La Atofina Group è attiva nel settore dei prodotti chimici
in circa 60 impianti in Europa, e ne ha numerosi altri in America
del Nord e del Sud nonché in Asia. Globalmente, i suoi
traffici totalizzano annualmente tra i 60.000 ed i 70.000 TEU.
Concorda Morin: "Le tariffe di trasporto merci marittimo
calano quando si trasporta dal porto A al porto B, ma io non sono
in grado di dire se esse siano davvero troppo basse. Comunque,
noi vogliamo che i vettori marittimi sopravvivano".
Morin ritiene che un problema della Atofina consista nella mancanza
di trasparenza. "E' difficile stabilire quali siano i costi
dei vettori marittimi, in particolar modo perché una linea
di navigazione può farsi registrare in un paese, mentre
le sue navi sono registrate altrove". Le tariffe vengono
registrate dalla Atofina con i vettori per un minimo di 10-18
mesi. Dichiara Morin: "Possiamo negoziare tariffe inferiori,
ma in quel caso talvolta i vettori desiderano imporre sovrapprezzi".
Secondo Morin, è altresì problematico mantenere
il controllo sui livelli di servizio ottenibili dai vettori. Morin
asserisce che ciò è particolarmente vero nel caso
dei consorzi: "Può esserci un vettore che guida il
consorzio, ma chi lo sa cosa stanno facendo le altre linee di
navigazione che ne fanno parte?".
Nonostante le avvisaglie di tempesta riguardo alle prospettive
dei traffici globali, i caricatori intervistati in proposito si
sono per lo più dimostrati ottimisti quanto alle prestazioni
delle loro società. Bircher della Lonza afferma: "Le
nostre esportazioni (dalla Svizzera) reggono bene, non ci sono
stati cali nelle vendite in esportazione. Almeno, non ancora!".
Kennedy della Southcorp Wines riferisce: "Non abbiamo subito
alcuna perdita di attività a causa della recessione e degli
eventi dell'11 settembre: infatti, in ottobre abbiamo fatto registrare
il nostro mese migliore quanto ai volumi della Southcorp Wines
relativi al Regno Unito ed al continente europeo, compresa la
Rosemount Wines".
Alla OUP, afferma Jackson: "I quantitativi di libri da noi
spediti, specialmente alla volta degli Stati Uniti, tengono assai
bene, mentre i quantitativi di libri importati da Hong Kong sono
appena diminuiti". Serafina Valente, dirigente shipping di
un altro editore con sede nel Regno Unito, la Dorling Kindersley,
dichiara che anche i quantitativi spediti dalla propria società
restano elevati, specialmente alla volta degli Stati Uniti. Morin
afferma che i quantitativi di esportazioni della Atofina sono
"sostenuti in questo momento".
Anche gli spedizionieri e gli operatori logistici hanno cantato
una canzone allegra nelle ultime settimane del 2001. Young della
Exel ha riferito di elevati livelli quanto alle attuali spedizioni
marittime di merci containerizzate dalla Gran Bretagna. Young
ha attribuito le buone prestazioni della Exel al fatto di essere
uno spedizioniere ed operatore logistico globale, e ha spiegato:
"Se si verifica un calo dei volumi nei traffici di una linea,
come ad esempio è avvenuto in un certo senso nel Nord Atlantico,
ciò è compensato dalla crescita dei volumi in altri
traffici".
Ad Amburgo, Eisenblatter afferma che i volumi di trasporto merci
marittimo della Panalpina continuano a crescere globalmente. Leeper
della Geologistics si dimostra più cauto, ammettendo un
calo dall'1 al 2 per cento nei volumi di trasporto merci marittimo
nel corso del 2001. "Mentre nelle nostre previsioni di bilancio
avevamo ipotizzato al riguardo un incremento dal 5 al 7 per cento"
ha detto.
Una quota oscillante tra il 95 ed il 98 per cento delle attività
della A. J. Edge consiste in traffico merci marittimo. Alan Edge
ha dichiarato che il fatturato della propria società si
è in sostanza incrementato del 20% nel 2001 rispetto allo
scorso anno. Riferisce infatti: "Siamo stati assai proattivi
nel commercializzare i nostri servizi. Una volta eravamo noti
soprattutto come spedizionieri marittimi di merci di esportazione,
ma adesso abbiamo aumentato i nostri volumi di trasporto merci
marittimo mediante la costituzione di un dipartimento progetti
al fine di gestire le spedizioni di intere fabbriche britanniche
vendute in paesi come il Pakistan e la Cina, ed inoltre ci siamo
concentrati sullo sviluppo delle nostre attività in importazione,
in special modo dall'Asia, combinando le spedizioni marittime
di merci con sistemi di gestione della catena delle forniture".
Com'è accaduto per la Kuehne & Nagel, essa ha assistito
ancora una volta ad un notevole aumento dei propri profitti. Nei
primi nove mesi del 2001, rispetto allo stesso periodo dell'anno
precedente, il suo introito netto è cresciuto del 33,8%
sino a 115,9 milioni di franchi svizzeri (69,82 milioni di dollari
USA), mentre i profitti lordi sono aumentati del 43,4% sino a
1.503 milioni di franchi svizzeri (905 milioni di dollari USA).
E' degno di nota il fatto che il fatturato relativo al trasporto
merci marittimo sia aumentato sino a 2.989,3 milioni di franchi
svizzeri (1,801 milioni di dollari USA) nel 2001, rispetto ai
2.614,4 milioni di franchi svizzeri (1.575 milioni di dollari
USA) del 2000. La Panalpina ha incrementato i propri introiti
netti del 9,2% nella prima metà del 2001 sino a 2.651 milioni
di franchi svizzeri (1.597 milioni di dollari USA), mentre i propri
profitti lordi sono saliti del 13,1% sino a 633,4 milioni di franchi
svizzeri (381,6 milioni di dollari USA).
I recenti avvenimenti hanno dirottato sulle attività interne
i vantaggi della diversificazione a livello mondiale dei principali
gruppi di spedizione e logistica. Il 60% circa del fatturato totale
della EGL deriva da servizi di trasporto e distribuzione interni
agli Stati Uniti, con un forte impegno nel servizio a favore delle
industrie di alta tecnologia ed informatica. Anche la EGL ha dovuto
subire la recessione verificatasi in questi settori prima dell'11
settembre, e, dopo gli attacchi terroristici, la sua flotta di
aerei adibiti al trasporto merci negli USA è stata tenuta
a terra per un breve periodo.
Peraltro, Peter Singleton, vice presidente esecutivo per l'Europa,
il Medio-Oriente, l'Africa e l'Asia Occidentale, ha sottolineato
come queste zone contribuiscano a realizzare il 17% circa degli
introiti complessivi della EGL. Commenta Singleton: "Non
abbiamo assistito ad alcuna recessione nelle regioni di cui sono
responsabile, ed infatti quest'anno abbiamo incrementato i nostri
volumi di trasporto merci marittimo".
Il dirigente ammette che la confusione regnante nella regione
medio-orientale comporterà la conseguenza che gli acquirenti
locali di beni di consumo ed industriali sempre più si
rivolgeranno a fornitori locali degli Emirati Arabi Uniti e, dal
momento che questi ultimi da sempre hanno stretti legami con l'Europa,
i fornitori degli Emirati tenderanno ad incrementare gli acquisti
presso gli europei piuttosto che presso i produttori statunitensi,
dando impulso ai traffici di linea dall'Europa al golfo medio-orientale.
Fa notare Singleton: "Al momento attuale, c'è a disposizione
qualche sbalorditiva tariffa di trasporto merci marittimo. I vettori
marittimi adesso sono maggiormente desiderosi di fare concessioni
sulle tariffe di trasporto ai principali spedizionieri che controllano
grossi quantitativi di traffico containerizzato". Il risultato?
"I grossi spedizionieri ora hanno molta più influenza
sulle tariffe, di modo che possiamo andare dai vettori e spuntare
tariffe molto più basse di quelle di cui usufruiscono i
nostri clienti".
L'Associazione Trasporto Merci del Regno Unito, in un documento
pubblicato lo scorso novembre, ha dichiarato che il settore "sta
cercando di riesaminare le proprie catene di fornitura e di minimizzare
la propria vulnerabilità rispetto a futuri attentati".
E, si legge nel documento, "gli eventi dell'11 settembre
hanno mostrato come i sistemi distributivi just-in-time siano
vulnerabili quanto alle interruzioni di servizio".
Tuttavia, Jackson della OUP rivela: "Non abbiamo apportato
proprio nessuna modifica ai nostri accordi per la distribuzione,
né alle scorte di libri che teniamo oltremare". Hagen
della Xerox insiste: "Non abbiamo apportato alcun cambiamento
alle nostre catene di fornitura, né ai nostri metodi di
instradamento delle merci trasportate via mare. Non abbiamo avvertito
la necessità di farlo, e, se fossimo stati costretti a
mutare il modo con cui distribuiamo i nostri prodotti, sarebbe
stata in un certo qual modo una vittoria per i terroristi nel
senso che sarebbero riusciti ad influenzare i nostri metodi operativi".
Eppure, Leandri dell'AUTF dichiara: "Le principali industrie
francesi al momento stanno lavorando sui meccanismi della crisi
in relazione alle proprie catene di gestione delle forniture".
Ciò può comportare provvedimenti al fine di contrastare
i rischi sulla sicurezza nonché tener conto dei fattori
inerenti alla minaccia terroristica e, perché no, della
recessione economica".
Bircher della Lonza proclama: "La recessione economica,
e gli effetti dell'11 settembre, non hanno comportato in realtà
conseguenze sul nostro traffico marittimo, fatta eccezione per
le spedizioni effettuate alla volta degli Stati Uniti, in cui
si verificano ritardi allorquando i containers arrivano nei porti
statunitensi, a causa dei controlli compiuti dalle autorità
portuali sui carichi che sono molto più accurati di un
tempo". Una conseguenza di ciò, secondo Bircher, possono
essere i ritardi nei porti prima che i contenitori vengano rilasciati
per la successiva consegna ai destinatari. Egli ha altresì
accennato al fatto che la distribuzione dai porti USA alle destinazioni
interne è divenuta più lenta, a causa dei controlli
di polizia sulle patenti degli autisti e dei controlli di sicurezza
presso i depositi merci.
Morin della Atofina trova che molti clienti globali ora mantengano
scorte minori, il che - a suo giudizio - aumenta l'esigenza di
una distribuzione che sia davvero just-in-time. Dato che poi in
Europa la distribuzione è resa più lenta dagli intasamenti
stradali, egli ritiene che i clienti ora debbano accettare la
realtà di tempi distributivi più lunghi.
Le tariffe dei noli marittimi più bassi equivalgono a
margini di profitto più esigui per gli spedizionieri che
movimentano traffico per i caricatori su base contrattuale o nelle
vesti di agenti. Al contrario, per i gruppi spedizionieristici
e logistici maggiori che operano su base mondiale, l'attuale importanza
attribuita alla efficace gestione della catena delle forniture
- che implica le garanzie consistenti in tempi di viaggio definiti
con precisione - offre loro nuove opportunità.
Infatti, il direttore generale della Kuehne & Nagel, Klaus
Herms, nel presentare i risultati del gruppo per i primi nove
mesi del 2001, ha affermato: "Il concentrarsi sulla logistica
integrata ad alto valore e su soluzioni relative alla gestione
della catena delle forniture ingenera chiari risultati, e costituisce
un sistema vantaggioso in un periodo di recessione economica".
Nel corso di un periodo in cui la pressione sulle tariffe ha creato
difficoltà al settore del trasporto merci marittimo, egli
ritiene che la Kuehne & Nagel abbia conservato elevati livelli
di risultato in ragione dell'accettazione da parte del mercato
dei loro servizi a valore aggiunto e della integrazione delle
attività di trasporto marittimo e di logistica.
Gli eventi del 2001 hanno reso evidenti conseguenze ben delineate.
Molti spedizionieri minori che si limitano alla movimentazione
di traffico containerizzato per i propri clienti in qualità
di meri agenti potrebbero scomparire. Ma la aumentata rilevanza
della gestione della catena delle forniture, unitamente all'affievolito
potere contrattuale dei vettori marittimi, sembra destinata a
potenziare il potere a livello globale dei più o meno 10
gruppi spedizionieristici e logistici globali.
I caricatori, malgrado i problemi comportati dai più elevati
costi delle assicurazioni dovuti ai rischi di guerra su determinati
traffici, si accingono ad usufruire (o lo fanno già) di
tariffe di nolo che possono dirsi veramente basse in termini di
costi reali. Gli è caduto in braccio un periodo di boom.
(da: Containerisation International, gennaio 2002)
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