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Sottoposti al dominio delle conferenze i traffici della Tailandia con l'America e con l'Europa
In periodi di aumento della domanda di stiva si inseriscono nei traffici compagnie outsider, che determinano il calo dei noli. Ma poi quelle conferenziate hanno il sopravvento
20 marzo 2000
I traffici marittimi tra Europa e Tailandia e tra America e Tailandia sono stati intensi nel secondo semestre del 1999 ed hanno di conseguenza attratto l'attenzione di compagnie di navigazione fuori conferenza, che si sono introdotte sul mercato e di conseguenza hanno provocato il ribasso dei noli. Il calo delle tariffe di nolo si può calcolare in una percentuale che va tra il 10 e il 15% ed ha colpito anche le compagnie di linea conferenziate, costrette a competere con i nuovi venuti.
Ma la situazione è mutata all'inizio di quest'anno. Gli armatori hanno rincarato le tariffe di nolo, portandole ad un livello che gli esportatori considerano irragionevoli, ed hanno imposto surcharge sia per riposizionamento dei container sia per l'alto traffico che caratterizza l'attuale alta stagione.
Il riposizionamento dei container nei traffici che sono sbilanciati ha già colpito pesantemente in altri periodi altre rotte, ora tocca alla Tailandia. Le compagnie armatrici affermano di dover trasportare container vuoti in Tailandia e regioni limitrofe, dove le esportazioni sono più che brillanti, ma gli importatori si sono rifiutati di accettare le spese di riposizionamento a causa della recessione economica.
All'inizio di quest'anno i tassi di nolo tra America e Tailandia variavano da 2.600 a 2.750 dollari per container da 40', e da 2.000 a 2.500 dollari per container da 20'. Come risultato otto compagnie fuori conferenza hanno approfittato della situazione e si sono introdotte nel mercato, con il risultato che ogni settimana otto portacontainer in più sono arrivate nei porti tailandesi e che il nolo richiesto per il trasporto di un container da 20' tra America e Tailandia varia ora da 1.700 a 1.800 dollari. L'arrivo delle navi delle nuove compagnie, a parere del direttore del Thai National Shippers' Council, Amnuay Sujarittham, oltre a far ridurre i noli ha eliminato anche la carenza di stiva che precedentemente aveva caratterizzato questa rotta.
Vi è inoltre la possibilità che i tassi di nolo vengano ulteriormente compressi questa volta da un surplus di offerta di stiva con l'entrata in linea delle superPanamax da 6.000 teu. Comunque il rapporto fra compagnie conferenziate e compagnie fuori conferenza, che nel 1997 era di 60:40, ora è di 55:45.
Gli esportatori temono però che questo periodo che essi definiscono di tregua, ma che in verità è caratterizzato da grande instabilità, duri poco perché gli armatori conferenziati vorranno riguadagnare le precedenti posizioni.
Il direttore del Thai National Shippers' Council afferma che gli armatori si sono accordati per limitare l'offerta di spazio attraverso alleanze e accordi, al fine di creare una situazione in cui la domanda di trasporto ecceda l'offerta e permetta quindi di aumentare le quotazioni di nolo. E Amnuay Sujarittham è preoccupato dal fatto che gli armatori conferenziati siano in grado di ridurre sensibilmente i noli in poco tempo, in modo da mettere fuori mercato i concorrenti di piccola taglia, e poi tornare tranquillamente ad aumentare i tassi di nolo. Ve ne sono infatti già i segnali. Gli esportatori temono che si creino problemi per le tariffe con l'accordo TSA, che ha annunciato ritocchi all'insù dal prossimo maggio. L'aumento del nolo per il trasporto di un container da 40' verso l'America sarà di 400 dollari e per un container da 20' sarà di 300 dollari. E come se non bastasse il Trans Pacific Stabilisation Agreement (TSA) imporrà nell'alta stagione, tra giugno e novembre, un surcharge di 300 dollari per container.
Inoltre le compagnie che effettuano collegamenti tra Tailandia ed Europa e che sono raggruppate nell'Asia Westbound Rate Agreement (AWRA) nel prossimo mese aumenteranno le rate di nolo di 300 dollari per container da 40' e di 150 dollari per container da 20'. In agosto poi vi sarà un ulteriore aumento, rispettivamente di 500 e di 250 dollari.
E così le compagnie raggruppate in conference riusciranno a portare i noli al livello massimo raggiunto all'inizio del 1999.
Negli Stati Uniti, secondo l'Ocean Shipping Reform Act, il livello dei noli viene determinato anche da negoziati tra vettori e caricatori, ma è praticamente impossibile intraprendere azioni legali quando gli armatori affermano di essere raggruppati in un forum, e non in un cartello conferenziale che fissa le rate di nolo. Il direttore del Thai National Shippers' Council afferma che finora la legge è stata impotente nel ridurre il dominio delle tredici compagnie che sono membri dell'Asia-North America Eastbound Rate Agreement (ANERA), dell'Asia-North America Westbound Rate Agreement (AWRA) e del Trans Pacific Stabilisation Agreement (TSA). «Il potere del cartello armatoriale rimane invariato - ha detto Shjarittham - e le rate di nolo tra Tailandia e Stati Uniti restano alte, nonostante le previsioni di ribasso».
Rimane il fatto che i caricatori molto importanti possono trattare con i vettori, mentre quelli di modesta levatura hanno poche possibilità di farlo.
Attualmente gli esportatori tailandesi esportano i loro carichi su base FOB, Incoterm secondo il quale è il ricevitore che paga le spese di trasporto. Ma questo rende le esportazioni tailandesi più costose. L'anno scorso gli esportatori hanno cercato di svincolarsi dallo strapotere degli armatori conferenziati sollevando il ricorrente problema dei terminal handling charge (THC), che possono essere imposti senza consultare le organizzazioni dei caricatori.
C'è poi il problema della corruzione che regna nel porto di Bangkok. Gli armatori affermano di dover pagare un "tributo" per evitare ritardi nell'handling dei carichi (è anche questa la ragione dell'aumento delle THC). I THC sono ora di 2.600 bath per un container da 20' e di 3.900 bath per un container da 40'.
Ma nonostante queste ragioni che spiegano l'aumento delle tariffe di nolo, gli analisti ne prevedono la stabilità per quest'anno, spiegandola con un surplus di offerta di stiva e un aumento della concorrenza.
Ed ora qualche statistica. Tra l'ottobre del 1998 e il settembre del 1999 il traffico container a Bangkok è stato di 1,05 milioni di teu, con un calo del 5,4% rispetto allo stesso periodo di dodici mesi. A Laem Chabang invece con 1,75 milioni di teu vi è stato un incremento del 23,24%. Il traffico nei cinque terminal privati è stato di 264.460 teu.
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