E' una relazione densa di elementi di critica e di propositi quella che il presidente degli agenti marittimi genovesi, Giulio Schenone, ha presentato oggi all'assemblea annuale dell'associazione. Un'assemblea e un documento - che riportiamo nella rubrica "Forum dello shipping e della logistica" - che hanno suscitato l'interesse delle principali istituzioni cittadine e del settore trasportistico, ben rappresentate nella "Sala delle Grida" del Palazzo della Borsa di Genova.
Schenone, giunto allo scadere del suo mandato, ha avanzato critiche all'ambiente imprenditoriale genovese, dove - ha detto - «permane qualche "battaglia di retroguardia" che alcuni "professionisti del ricorso al TAR" stanno ancora combattendo in difesa di non meglio chiariti interessi». Perplessità inoltre sono state espresse riguardo alle prospettive di insediamento di principali compagnie armatrici nello scalo genovese, prima fra tutte la Maersk Sealand, ma anche la Cosco; «riteniamo fondamentale - ha sottolineato - che tali opportunità di radicamento e di ulteriore sviluppo del nostro porto non vadano perdute». In tema di ferrovie e infrastrutture Schenone si è soffermato con sarcasmo sull'operato di Trenitalia Spa, accusandola di «un disservizio costante, apparentemente irreversibile ed anche un po' beffardo». Il presidente degli agenti marittimi genovesi si è espresso con cautela anche in merito alla recente firma dell'accordo sulle infrastrutture liguri tra governo ed ente regionale (inforMARE del 6 marzo 2002) e alla successiva entrata in vigore della Legge Obiettivo: pur auspicando che costituiscano «un primo, vero e concreto passo in avanti», Schenone ha ricordato le «troppe volte (specie in periodi pre-elettorali)» nelle quali gli agenti marittimi sono «stati "sedotti" , per non dire "illusi" da manovre pseudo-elettorali che hanno prodotto soltanto rumore».
Nella parte conclusiva della relazione Schenone ha avanzato alcune proposte. La prima - già prospettata dagli operatori portuali genovesi - riguarda la creazione di nuovi spazi a mare per il porto di Genova. In particolare è ipotizzata «la costruzione di un nuovo frangiflutti, simile all'attuale, all'altezza di quello di Voltri (quindi su una linea di profondità di 30-35 metri; l'allargamento dell'attuale diga foranea, di almeno 70 metri, per ottenere spazio; la conseguente creazione di un nuovo canale a mare dell'attuale». Un progetto ambizioso, ma l'unico che potrebbe dare nuove estese aree al porto di Genova, visto che - come ha precisato Schenone - «il porto soffoca ed occorre drammaticamente prendere atto che la sua espansione lungo la linea di costa è giunta al suo limite massimo con l'occupazione del litorale dalla Foce a Voltri. Schenone ha proposto anche la creazione di un "Assessorato al Porto" nell'amministrazione comunale. L'idea di delegare il ruolo del Comune in ambito portuale ad un assessore è apparsa però «sbagliata» al sindaco di Genova, Giuseppe Pericu, secondo il quale invece «la soluzione "modello Anversa", che nella relazione è solo accennata, deve diventare una bandiera». Pericu si è dichiarato preoccupato soprattutto per l'esito della scelta della sede dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima: «non vediamo avvicinarsi il risultato. Il governo - ha specificato - è schierato a favore dell'Agenzia alimentare, con scarsissime possibilità che venga assegnata all'Italia. Quindi è auspicabile che il governo si schieri a favore di Genova quale sede dell'Agenzia marittima».
Sulla futura scelta dell'Unione Europea si è soffermato anche l'ammiraglio Raimondo Pollastrini, comandante della Capitaneria di Porto di Genova. «La scelta della sede dell'Agenzia - ha spiegato - dovrebbe essere di carattere tecnico-marittimo, e come tale la scelta di Genova dovrebbe essere obbligata. Genova infatti è punto di riferimento in Europa per la sicurezza della navigazione». Secondo Pollastrini «non c'è invece necessità di un assessorato al porto, quando già esistono organi di governo del porto».
Perplesso riguardo alla creazione di un assessorato specifico si è dichiarato anche il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giuliano Gallanti, che ha ricordato l'esempio di Napoli, «dove l'assessore al porto non funzionò, nonostante la competenza della persona».
Apprezzamenti sul contenuto della relazione sono stati espressi nel corso dei successivi interventi da Paolo Odone, presidente della Camera di Commercio di Genova, Stefano Zara, presidente di Assindustria Genova, Enrico Cutillo, presidente dell'Associazione Spedizionieri, Corrieri e Trasportatori di Genova, Luigi Negri, presidente di Federagenti, Renzo Muratore, presidente di CTE, Cirillo Orlandi, presidente di Assiterminal, e Giorgio Fanfani, presidente del Comitato Nazionale di Coordinamento degli Utenti e degli Operatori Portuali. Quest'ultimo si è soffermato sul tema del lavoro portuale, auspicando che gli appositi regolamenti concordati nei vari porti (nei giorni scorsi è stato approvato quello genovese) ricadano nell'ambito delle normative italiane ed europee. Fanfani ha ricordato che il prossimo 24 novembre «è prevista una nuova udienza del TAR del Lazio in merito al contratto unico applicato nei porti con i nuovi regolamenti approvati».
B.B.
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