- Oggi la Corte dei Conti ha presentato la propria relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria delle società di navigazione marittima Tirrenia e Adriatica per l'esercizio 2003 e della stessa Tirrenia (con l'incorporata Adriatica) per gli esercizi dal 2004 al 2007.
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- La Corte rende noto che, per quanto riguarda il personale, è stato riscontrato che dal 2005 al 2007 vi è stata una graduale flessione del numero dei dipendenti, sia del personale navigante sia del personale di terra, flessione in buona parte dovuta al proseguimento della politica di incentivazione all'esodo volontario. È stata riscontrata anche una costante e graduale riduzione della relativa spesa.
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- La relazione ricorda che nel periodo 2004-2007 Tirrenia ha usufruito dei “contributi di credito navale”, che derivano dall'ammissione ai benefici a favore dell'industria navalmeccanica ed armatoriale, per un totale di 24,06 milioni di euro e che dal 2003 al 2007 al gruppo Tirrenia sono stati erogati contributi in conto esercizio di importo pari ad 1,024 miliardi di euro.
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- «Sulle prospettive del gruppo societario - prosegue la Corte dei Conti - permane un clima di incertezza che non giova all'esigenza di definire in tempi rapidi il processo di privatizzazione nel più ampio quadro della liberalizzazione del cabotaggio in Italia, imposta dall'appartenenza del nostro Paese all'Unione Europea. In proposito è da tener presente che il 31 dicembre 2008 verrà a scadenza la convenzione ventennale tra lo Stato italiano e la società, in virtù della quale questa poteva godere di sovvenzioni pubbliche. Non è stata ancora attivata, stante il breve periodo trascorso dall'entrata in vigore della normativa, l'iniziativa governativa del passaggio delle compagnie regionali alle Regioni previsto dal decreto legge n. 112 del 2008 convertito nella legge n.133 del 2008».
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- «È in corso fra la società e i ministeri competenti - ricorda la Corte - l'iter per la stipulazione di una nuova convenzione della durata di sei anni (dal 2009 al 2014), in attuazione dell'art. 1, comma 998, della Legge Finanziaria 2007, che ha previsto la stipulazione di nuove convenzioni, con scadenza in data non anteriore al 31.12.2012, al fine di “completare il processo di liberalizzazione del settore del cabotaggio marittimo e di privatizzare le società esercenti i servizi di collegamento ritenuti essenziali”».
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- «Tutta la vicenda - precisa la Corte - si trova in una situazione di stallo che non offre prospettive di possibile soluzione in tempi brevi, e a fronte di tale incerta situazione si riscontra che la gestione della società, sia sotto il profilo economico che patrimoniale, presenta risultati negativi, se si considera che l'utile di esercizio più cospicuo che si è avuto negli ultimi due esercizi è di € 23,135 milioni nel 2006 e di € 14,050 milioni nel 2007. Va rilevato al riguardo che gli oneri finanziari concorrono negativamente alla formazione del risultato economico riducendo mediamente del 50% la differenza fra il valore ed i costi della produzione. Infatti la parte passiva dello stato patrimoniale presenta debiti di 889,606 milioni di euro nel 2006 e di 813,834 milioni nel 2007. Debiti che non trovano alcuna compensazione nei crediti assai modesti della parte attiva dello stato patrimoniale (€ 209,164 milioni nel 2006 ed € 164,032 milioni nel 2007)».
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- «La rilevante esposizione debitoria, prevalentemente nei confronti degli istituti di credito - conclude la Corte - oltre a generare notevoli interessi passivi, dimostra la scarsa potenzialità dell'impresa a creare risorse finanziarie necessarie per garantire nel tempo l'equilibrio di bilancio. Inoltre, il modesto valore del patrimonio netto, rispetto a quello delle immobilizzazioni, dimostra che la maggior parte degli investimenti a lungo termine è finanziata con capitali di terzi».
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