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Trasportounito, la situazione dell'autotrasporto italiano è al collasso e non resta che ricorrere alla mobilitazione generale della categoria
Agli effetti della crisi internazionale si sommano i danni strutturali prodotti dalla mancata definizione di un quadro normativo per il comparto
13 aprile 2010
Un nuovo allarme per lo stato comatoso in cui versa l'autotrasporto italiano è stato lanciato oggi da Trasportounito. «L'autotrasporto italiano - ha detto il presidente dell'organizzazione sindacale, Franco Pensiero - sta collassando. I fallimenti ormai sono all'ordine del giorno. Le imprese hanno accumulato tanti di quei debiti che ci vorranno anni per ricostruire una decente condizione finanziaria».
Il quadro - secondo Trasportounito - è talmente disastroso da rendere inevitabili risposte estreme: «la mobilitazione della categoria - ha annunciato Pensiero - è oggi l'unica scelta possibile». «Già da sabato prossimo - ha aggiunto - in sede di consiglio nazionale di Trasportounito - saranno tracciate le linee della protesta contro i ritardi del governo nel ridefinire una disciplina dell'autotrasporto in grado di garantire sicurezza e trasparenza del mercato e contro i numerosi “furbetti dei vari quartieri”, corrispondenti a dirigenti delle associazioni dell'autotrasporto i quali, dietro proclami e annunci, perseguono finalità diverse, si alzano e si siedono ai tavoli a secondo di convenienze distanti dagli interessi della categoria».
«È vero - ha precisato Pensiero - che stiamo pagando le conseguenze della crisi internazionale, ma i danni strutturali sono prodotti dalla mancata definizione di un quadro normativo che consenta all'autotrasporto di vedere coperti i suoi costi di gestione, di non essere costretto a compromettere la sicurezza stradale per sopravvivere e di stabilire un corretto e garantito rapporto con la propria committenza. È inutile continuare a pensare che i problemi dell'autotrasporto si risolvano con aiuti economici. Occorre intervenire sulla disciplina del mercato dei servizi per consentire alle imprese di ricevere risorse direttamente dal mercato».
Trasportounito ha ricordato che dal primo dicembre scorso il governo ha aperto un tavolo di confronto con le associazioni dell'autotrasporto e della committenza. «La trattativa - ha spiegato Pensiero - avrebbe dovuto sfociare entro il 31 marzo in una proposta complessiva del governo, ma la decisione di alcune associazioni dell'autotrasporto di abbandonare il tavolo ha vanificato questa prospettiva e la possibilità di rispondere immediatamente alle reali esigenze delle imprese dell'autotrasporto. In tutto ciò il governo non decide e continua a rinviare la chiusura del confronto palesando segnali di debolezza che gli autotrasportatori stanno pagando in contanti, o meglio, continuando ad indebitarsi. E suona sempre di più come una presa in giro per i lavoratori di questo settore il reiterato appello al senso di responsabilità degli autotrasportatori per non arrecare danni all'economia nazionale».
Trasportounito ha elencato i temi di vitale importanza per il comparto che sono tuttora in sospeso: il pagamento obbligatorio delle fatture per servizi di autotrasporto a 30 giorni, la retribuzione dei tempi di attesa improduttiva subiti dagli autotrasportatori nei luoghi di carico e scarico delle merci, la composizione della tariffa al fine di garantire la copertura dei costi minimi, la limitazione alla catena dei subappalti nei servizi di trasporto e il problema della restituzione dei pallets, ovvero degli imballaggi sui quali posa il carico.
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