- inforMARE - Assoporti (Associazione Porti Italiani) boccia il disegno di legge per la riforma dell'ordinamento portuale approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri (inforMARE del 17 settembre 2010). Nel corso dell'assemblea odierna dell'associazione delle Autorità Portuali italiane, svoltasi a Roma, il presidente di Assoporti, Francesco Nerli, ha definito largamente insoddisfacente il testo di legge licenziato dal governo e ritiene quindi indispensabile procedere ad una sua revisione radicale in Parlamento.
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- Nerli ha sottolineato come, senza un'autonomia finanziaria, il sistema portuale italiano farà ben pochi passi avanti ed ha richiamato il governo al rispetto di impegni precisi e di norme di legge senza i quali - ha precisato - i porti italiani non potranno recuperare competitività in un mercato internazionale che non ammette né ritardi, né esitazioni.
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- Nella sua relazione Nerli ha sostenuto con forza la necessità di una norma strutturale che crei anche le basi per attivare forti investimenti privati nei porti, garantendo continuità di risorse per assicurare e finanziare la manutenzione ma anche lo sviluppo di nuove infrastrutture portuali e logistiche. Inoltre ha elencato i punti chiave di interventi indispensabili, che in gran parte - ha rilevato - alla luce di ormai vecchi impegni del governo, dovrebbero essere stati già attuati: fra questi il reintegro dei fondi per la manutenzione e la continuità dei programmi d'investimento infrastrutturale; inoltre, a favore delle imprese, la parziale fiscalizzazione (5 punti) degli oneri sociali, una riduzione delle accise sui prodotti energetici, benefici fiscali per le navi di cabotaggio, la proroga degli incentivi al combinato terra-mare e il consolidamento delle indennità di mancato avviamento per i lavoratori portuali temporanei. Impegni a fronte dei quali - ha ricordato il presidente di Assoporti - si sono concretizzate solo due misure, per altro molto controverse e criticabili, quali un intervento sulle tasse portuali che - ha sostenuto Nerli - sposta una volta di più, dalla fiscalità generale ai singoli porti e alle singole Autorità Portuali, l'onere di recuperare competitività erodendo ulteriormente le loro capacità di investimento; senza parlare poi dei tagli orizzontali della spesa in modo indifferenziato, per amministrazioni ed enti pubblici, ivi comprese le Autorità Portuali.
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- Infine Nerli ha focalizzato l'attenzione sulla necessità di coordinare le norme in materia di sicurezza e di non abbassare la guardia su due tematiche strategicamente importantissime quali sono la collocazione armonica del sistema portuale sulle reti transeuropee TEN-T e un coordinamento fra le varie modalità di trasporto che postula scelte anche coraggiose sia in tema di trasporti ferroviari che di autotrasporto.
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- Intervenendo al dibattito Luigi Grillo, presidente della Commissione Lavori pubblici, comunicazioni del Senato, si è impegnato a rilanciare in Parlamento un'autonomia finanziaria in grado da “garantire” ai porti almeno i 400 milioni di euro annui che sono stati lo stanziamento medio ai porti dal 1998 al 2007, attingendoli da quei nove miliardi di gettito Iva che i porti hanno assicurato allo Stato nel solo 2009. (iM)
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