- Lunedì prossimo nelle acque dell'Alto Tirreno le forze navali di Italia, Francia e Principato di Monaco, parti dell'accordo Ramoge stipulato nel 1976 per la tutela del mare, parteciperanno ad un'esercitazione antinquinamento per simulare un incidente causato dall'incendio di una grande nave cisterna piena di petrolio e il conseguente rilascio in mare di una grande quantità di carico inquinante. Alle operazioni presenzieranno anche autorità e mezzi spagnoli e di diversi organismi comunitari e internazionali.
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- Lo scenario dell'esercitazione del piano d'intervento denominato Ramogepol prevede che l'incendio scoppi a bordo della nave quando questa è in rotta verso il porto petroli di Genova causando il ferimento di tre membri dell'equipaggio. La simulazione prevede che dalla nave si diffonda un grave inquinamento (per studiare gli spostamenti della macchia al posto del greggio si userà lolla di riso) che tenderà a dirigersi verso le acque francesi, rendendo necessario l'allertamento e il coinvolgimento delle autorità transalpine.
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- All'imponente esercitazione prenderanno parte, oltre alla Guardia Costiera e alle corrispondenti autorità francesi e monegasche, la Marina Militare, la Prefettura, i Vigili del Fuoco, il 118, tutti gli operatori portuali, gli enti territoriali e quelli scientifici: in tutto venti istituzioni tutte a vario titolo competenti ad intervenire nel caso di inquinamento marino.
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- Si prevede anche l'intervento di almeno 18 mezzi aerei e navali utilizzati dalla Capitaneria di Porto per fronteggiare l'incendio, il soccorso e, secondo direttive del ministero dell'Ambiente, lo spandimento di olio in mare. Un ruolo centrale nell'esercitazione antinquinamento verrà svolto dagli uomini e dai mezzi della flotta navale specializzata che opera in regime convenzionale alle dirette dipendenze del ministero dell'Ambiente per il contenimento e la raccolta operativa delle chiazze di idrocarburi.
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- L'accordo internazionale Ramogepol prevede che si svolga un'esercitazione ogni anno. La simulazione - ha spiegato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo «consentirà di verificare, con il massimo realismo possibile, il grado di risposta di enti, uomini e mezzi preposti al soccorso e alla lotta all'inquinamento, con un'attenzione specifica per i diversi gradi, necessari, di coordinamento: un test necessario in un mare, il Mediterraneo, che pur costituendo meno dell'1% della totalità dei mari del pianeta, ospita - nel suo prezioso habitat naturale - un traffico di navi e merci di particolare intensità, bisognoso di specifiche e costanti attenzioni».
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