Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
18:51 GMT+1
UCINA, qualche passo avanti nella riduzione dell'impatto della tassa di stazionamento sulla nautica
Albertoni: «rimane inaccettabile che la tassa venga applicata alle imbarcazioni utilizzate quali beni strumentali delle aziende»
14 dicembre 2011
Passi avanti sono stati compiuti nella direzione di ridurre l'impatto economico sul settore della nautica determinato dalla tassa annuale di stazionamento delle imbarcazioni da diporto che soggiornino in acque italiane o siano ancorate, anche in bacini in concessione a privati, che è stata introdotta dal nuovo governo Monti con il decreto legge dello scorso 6 dicembre.
Lo rileva UCINA - Confindustria Nautica sottolineando di essere riuscita attraverso una complessa e assidua azione di pressione politica, fin dalle prime avvisaglie della possibile introduzione dell'imposta, «a ottenere importanti correttivi al provvedimento, riducendone significativamente l'importo già prima dell'adozione del testo definitivo da parte del governo». L'associazione ha inoltre ricordato che è «stata ottenuta l'esclusione dal pagamento della tassa per tutti i natanti e per tutte le unità in rimessaggio, oltre all'abbattimento delle imposte giornaliere previste per le unità inferiori ai 34 metri e il dimezzamento della tassa per le unità a vela».
Inoltre UCINA ha spiegato che, «dopo l'emanazione del decreto, l'attività si è concentrata sulle modifiche concretamente possibili alla luce dei veti incrociati delle forze politiche. L'abbattimento per la vetustà del 15, 30 e 45% per gli scafi di oltre 5, 10 e 15 anni - ha precisato l'associazione - è stato ottenuto con le ultime votazioni degli emendamenti nella scorsa notte».
«UCINA, nella consapevolezza della situazione di estrema difficoltà del Paese - ha osservato il presidente dell'associazione, Anton Francesco Albertoni, - ha concentrato i propri sforzi per rendere la tassa tuttavia meno iniqua». «Ad oggi - ha aggiunto - rimane inaccettabile che la tassa venga applicata alle imbarcazioni utilizzate quali beni strumentali delle aziende. L'impegno dell'associazione quindi proseguirà incessantemente anche perché la disposizione venga tramutata da tassa di soggiorno quale è attualmente a tassa sul bene, onde evitare la fuga dalle acque italiane compromettendo gravemente il turismo nautico e le economie costiere. Da qui UCINA non deflette, il governo deve ascoltarci se vuole credibilmente parlare di sviluppo del Paese».
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore