- Per salvare i lavoratori del porto di Livorno in difficoltà è stato concordato un patto volontario che vincoli tutte le parti a definire un percorso condiviso per la gestione delle emergenze lavorative. L'iniziativa è stata approvata oggi da sindacati, istituzioni e imprese riuniti per la seconda volta dopo l'incontro dello scorso dicembre al termine del quale erano emersi i numeri reali delle difficoltà occupazionali in porto: 100 lavoratori in meno rispetto al 2010.
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- Gli obiettivi che la task force anti-crisi si era prefissata di raggiungere in questi mesi erano due: capire, sulla base dei dati sul ricorso alla cassa integrazione e agli straordinari forniti dalle imprese, qual è stato a Livorno il reale impatto dello tsunami finanziario iniziato nel lontano 2008 con il fallimento di Lehman Borthers e trasferitosi poi alla economia reale attraverso il credit crunch delle imprese. E, successivamente, definire un ventaglio di iniziative da promuovere per risanare, o meglio, ammorbidire in qualche modo la situazione di centinaia di lavoratori che oggi rischiano di perdere il posto di lavoro.
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- L'Autorità Portuale di Livorno ha reso noto che non c'è ancora chiarezza sulla effettiva quantità di ore in straordinario lavorate da ogni singolo dipendente all'interno di ciascuna impresa, ma il quadro di insieme dei dati parziali forniti dalle aziende offre comunque l'immagine di una forbice sempre più ampia tra chi, in presenza di una crescita dei traffici commerciali, ha raggiunto, e in certi casi, superato il tetto delle 250 ore di straordinari e chi invece ha messo in cassa integrazione più di qualche lavoratore (). Una situazione giudicata preoccupante dai sindacati e dallo stesso presidente dell'ente portuale, Giuliano Gallanti, che ha provato a tracciare una road map alla quale hanno poi aderito tutti i soggetti coinvolti.
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- Il piano prevede la definizione di una “clausola sociale” che impegni le parti a definire per quanto possibile un metodo condiviso di intervento in merito all'eventuale assorbimento di tutti i lavoratori licenziati o sul punto di essere mandati a casa.
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- L'altro punto riguarda il rispetto delle regole in porto: «stiamo vedendo i piani di impresa dei 20 soggetti autorizzati allo svolgimento delle operazioni portuali - ha spiegato Gallanti - e sia chiaro, non possiamo più accettare i finti articoli 16, quelli che lavorano a giornata. Tutti devono essere richiamati al rispetto della legge 84/94, non sono più ammesse eccezioni».
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- Queste e altre proposte verranno messe nero su bianco all'interno di un “contratto sociale” che verrà presto redatto dai competenti uffici dell'Autorità Portuale. Successivamente, imprese e sindacati si incontreranno per sottoscriverlo.
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