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ANITA, confermare nell'UE le limitazioni al cabotaggio e armonizzare le condizioni di mercato
Audizione in Commissione Europea per valutare la posizione delle associazioni sulle prospettive di un'ulteriore liberalizzazione del cabotaggio stradale
5 marzo 2012
Il trasporto italiano va tutelato da qualsiasi forma di concorrenza sleale e la liberalizzazione del cabotaggio non può prescindere da un'armonizzazione europea dei costi di esercizio delle imprese. Lo ha sottolineato l'italiana ANITA, l'associazione nazionale delle imprese di autotrasporto di Confindustria, nel corso dell'audizione pubblica organizzata dalla Commissione Europea ai Trasporti, tenutasi la scorsa settimana a Bruxelles, per valutare la posizione delle associazioni europee sulle prospettive di un'ulteriore liberalizzazione del cabotaggio stradale con la modifica dell'attuale regolamento comunitario.
ANITA, unica organizzazione italiana ad aver partecipato all'audizione, ha evidenziato i risultati negativi causati dalla liberalizzazione del cabotaggio in Italia, con l'apertura alla Slovenia nel 2004 e successivamente agli altri Paesi neo comunitari, tra cui gli ultimi Romania e Bulgaria quest'anno.
Il cabotaggio stradale, trasporto effettuato in un Paese non di residenza del trasportatore - ha spiegato l'associazione - è diventato ormai una soluzione molto utilizzata in Italia dai vettori stranieri che possono praticare prezzi altamente concorrenziali e la liberalizzazione dei trasporti intra-comunitari in un quadro diversificato di costi di esercizio e regime fiscale nei vari Stati membri ha creato situazioni di vero e proprio dumping tra operatori.
Le differenze di natura salariale, fiscale, di esercizio, infatti - ha precisato ANITA - sono tali da porre i trasportatori dei Paesi neo comunitari in condizioni di gran lunga più favorevoli rispetto ai nostri: soltanto il costo del conducente italiano, ad esempio, è superiore del 132% rispetto ad un autista romeno, del 114,6% a quello di un'autista polacco, dell'82% rispetto ad un ungherese e del 40,3% rispetto ad uno sloveno.
La liberalizzazione del cabotaggio, come in qualunque altro settore - ha rilevato l'associazione italiana - non può prescindere da normative armonizzate e vincolanti, altrimenti si creerebbero le basi per una concorrenza sleale e distorta.
La proposta di ANITA è pertanto quella di mantenere l'attuale normativa di contingentamento del cabotaggio stradale (regolamento 1071/2009), che prevede all'interno del Paese di cabotaggio un massimo di tre trasporti in sette giorni a partire dallo scarico della merce in traffico internazionale, almeno fino a quando non saranno armonizzate le condizioni di mercato nei diversi Paesi dell'Unione Europea.
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