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Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il disegno di legge sulla disciplina della portualità di competenza regionale
Riccardi: non accentriamo, ma regolamentiamo ciò che era dello Stato e oggi è di nostra competenza
24 maggio 2012
Il disegno di legge n. 192 sulla disciplina della portualità di competenza regionale è stato approvato oggi dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e contrario di quelli di opposizione.
Prima della votazione Federico Razzini (Lega Nord) ha espresso soddisfazione per la legge che si andava ad approvare, che ha definito importante per i cittadini al pari di quella del welfare e del credito alle imprese. Dà risposte concrete - ha spiegato - a una parte importante della portualità regionale, soprattutto a domande annose. Il tempo - ha precisato - farà emergere le eventuali migliorie necessarie, ma intanto si tratta di uno strumento nuovo di sviluppo.
Giorgio Brandolin (Partito Democratico), invece, ha fatto presente che non si tratta di una riforma, ma del tentativo di ridurre le pastoie che hanno bloccato sino a oggi il porto di Nogaro e il porto di Monfalcone, ed ha ricordato i limiti di questi due scali come i loro canali di accesso, che non saranno risolti con questa legge. Non ci auguriamo venga impugnata - ha ribadito - ma abbiamo questa preoccupazione. Negativa, poi, l'esclusione dell'intesa con i Comuni nel Piano triennale delle opere: la Regione - ha sottolineato Brandolin - non può decidere tutto da sola.
Nessuno - ha detto Roberto Marin (Popolo della Libertà) - ha mai detto che si tratta di una grande riforma ma una riorganizzazione normativa: è l'inizio di un percorso del quale dobbiamo essere orgogliosi, che rimarca competenze che la Regione può e deve esercitare.
La legge, per Stefano Pustetto (La Sinistra L'Arcobaleno), è all'insegna del “vorrei ma non posso”: non potendo agire sulle grosse linee portuali - ha rilevato - ci accontentiamo di muoverci su Monfalcome e Porto Nogaro. Si è svalutata - ha aggiunto - l'abilità lavorativa degli operatori portuali e li si è marginalizzati con la creazione di un mero Comitato consultivo dal parere oltretutto non vincolante.
L'assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, ha difeso la bontà della legge, evidenziando che la norma, piuttosto che un “vorrei ma non posso”, è all'insegna di “faccio ciò che posso” e lo faccio con il favore dello Stato, con cui continuerà il dialogo per arrivare a un'Autorità unica con il porto di Trieste. Gli intoppi - ha precisato - si verificheranno con l'applicazione della norma. Non accentriamo - ha concluso Riccardi - ma regolamentiamo ciò che era dello Stato e oggi è di nostra competenza, e non era di competenza di nessun altro.
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