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Confindustria Reggio Calabria ritiene che una Zona Economica Speciale sia utile al porto di Gioia Tauro, ma non sufficiente
Secondo l'associazione, è prioritario puntare sul rilancio dell'attività di transhipment
3 agosto 2012
Confindustria Reggio Calabria ritiene che una Zona Economica Speciale sia utile al porto di Gioia Tauro, ma non basti. L'associazione degli industriali ha confermato di guardare con «attenzione all'ipotesi di una Zona Economica Speciale nell'area del porto di Gioia Tauro. Dieci anni dopo la Zona franca, i cui risultati non sono stati all'altezza delle aspettative - ha spiegato Confindustria Reggio Calabria - è indispensabile ripensare il sistema degli incentivi per stimolare la creazione, nell'area retro-portuale, di un reale e organico tessuto produttivo. La possibilità di ottenere la completa esenzione fiscale, che si profila attraverso la ZES, può rappresentare uno strumento in grado di attrarre investimenti in questa parte del territorio calabrese, che ancora oggi, nonostante la gravissima crisi in atto, costituisce la principale speranza per il futuro della nostra regione».
Confindustria Reggio Calabria ha evidenziato come «Gioia Tauro, pur a fronte di evidenti difficoltà, resti uno dei principali hub del transhipment nel Mediterraneo. La ZES - secondo l'associazione - potrebbe essere uno strumento utile a colmare il gap competitivo dell'area, complessivamente considerata, rispetto alle omologhe realtà del Nord Africa. In Egitto e in Tunisia, infatti, il costo del lavoro risulta essere sensibilmente più basso che in Italia, per le profonde differenze che esistono tra il sistema normativo di questi Stati e il nostro Paese».
L'associazione degli industriali, manifestando apprezzamento per «l'impegno della Regione a realizzare la ZES», ha tuttavia sottolineato come «tale misura, da sola, sia insufficiente a far fronte alle esigenze complessive di rilancio del porto di Gioia Tauro. La Zona Economica Speciale, se effettivamente realizzata - ha spiegato Confindustria Reggio Calabria - potrebbe produrre degli effetti positivi sull'area retro-portuale e sullo sviluppo della logistica. Ma quest'ultima non ha alcun significato senza la movimentazione dei container. È dunque prioritario puntare sul rilancio dell'attività di transhipment, propedeutica a ogni altro ragionamento che riguardi l'area di Gioia Tauro. Per questo, è necessario continuare a usufruire della riduzione delle tasse di ancoraggio, su cui ogni anno si registrano ritardi e intoppi burocratici inaccettabili; ottenere l'abbattimento delle accise sul carburante in ambito portuale e la fiscalizzazione del 45% degli oneri sociali».
Confindustria Reggio Calabria ritiene, infine, che «la strada maestra da percorrere, per rilanciare la competitività del sistema Gioia Tauro, sia quella di un'innovativa gestione dei processi produttivi e dell'organizzazione di lavoro e personale. Ne è un esempio apprezzabile - ha osservato l'associazione - il recente accordo raggiunto tra MCT e alcune sigle sindacali che, con senso di responsabilità e grazie a una efficace mediazione istituzionale, hanno accettato la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria di diverse centinaia di lavoratori».
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