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CNA-Fita presenta la propria ipotesi di riforma dell'Albo degli autotrasportatori
Secondo l'associazione, le competenze territoriali dovrebbero essere trasferite dalle province al sistema camerale concentrando il tutto su base regionale
16 ottobre 2012
CNA-Fita sottolinea la necessità di riformare l'Albo degli autotrasportatori concentrando tutte le risorse economiche «affinché questo - spiega Cinzia Franchini, presidente nazionale dell'associazione sindacale - si trasformi in un concreto strumento di verifica e certificazione delle imprese iscritte».
CNA-Fita propone di riformare l'Albo seguendo due principali filoni: quello della riorganizzazione del sistema di governo e quella del potenziamento delle sue banche dati. Nello specifico l'associazione ritiene che le competenze territoriali dovrebbero passare dalle province al sistema camerale concentrando il tutto su base regionale e non più provinciale. Le risorse - secondo CNA-Fita - dovrebbero inoltre essere maggiormente utilizzate per potenziare la banca dati pubblica trasformandola in un vero e proprio “check elettronico”.
In particolare, sul tema delle infiltrazioni per mafia, CNA-Fita propone che il ministero dei Trasporti, coordinandosi con quello dell'Interno, predisponga le determinazioni necessarie affinché l'Albo dell'autotrasporto possa per ogni azienda iscritta verificare periodicamente se vi siano informative antimafia interdittive e, qualora vi fossero, procedere a darne tempestiva e trasparente informazione, così come accade per gli appalti pubblici, inserendo una specifica nota nell'elenco presente sul sito e magari sospendendo l'impresa temporaneamente. «In questo modo - rileva Cinzia Franchini - il problema delle infiltrazioni troverebbe un primo ma concreto argine in un pubblico elenco degli iscritti a rischio, uno strumento utile ad allontanare le mele marce dal trasporto in conto terzi».
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