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Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti accusano il governo di ignorare la protesta dei lavoratori dei porti
Questa ingiustificata chiusura - accusano i sindacati - costringe a far permanere lo stato di agitazione a tempo indeterminato
5 dicembre 2012
Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno accusato il governo di ignorare la protesta dei lavoratori dei porti italiani non avendo voluto ricevere oggi una loro delegazione in concomitanza con la giornata di sciopero contro l'applicazione dell'articolo 9, comma 1 del decreto legge 78/2010 ai dipendenti delle autorità portuali, astensione dal lavoro - hanno sottolineato le organizzazioni sindacali - che ha ottenuto una partecipazione pressoché totale in tutti i porti sedi di Autorità Portuali.
Ciò nonostante - hanno spiegato Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - il ministro dell'Economia e Finanze, Vittorio Grilli, ed il vice ministro dello Sviluppo economico, infrastrutture e trasporti, Mario Ciaccia, «non hanno voluto ricevere la delegazione per confrontarsi sulle criticità ricadenti sui porti per effetto della normativa di revisione della spesa pubblica».
Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno precisato che «questa ingiustificata chiusura costringe le organizzazioni sindacali a far permanere, a tempo indeterminato, lo stato di agitazione che si concretizzerà con l'adozione di molteplici iniziative (astensione dal lavoro straordinario, indizioni di assemblee dei lavoratori, scioperi, ecc.) che si ripercuoteranno negativamente sul sistema portuale nazionale di cui le autorità portuali costituiscono traino».
«La sottovalutazione del ruolo delle Autorità Portuali da parte dei ministeri dei Trasporti e dell'Economia - hanno proseguito i sindacati - scardina un sistema contrattuale che ha garantito, fino ad oggi, lo sviluppo dei porti e, con esso, la crescita del Paese, anche grazie alla pace sociale che ha caratterizzato negli ultimi anni il settore portuale (risalendo l'ultimo sciopero all'anno 2000) ed alla politica di contenimento dei costi a cui le autorità portuali si sono da sempre ispirate».
«Aprire un conflitto nei porti - hanno sottolineato Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - è una scelta scellerata e dannosa sotto ulteriori molteplici profili».
«Alla lesione di diritti inviolabili dei lavoratori e delle norme contrattuali di riferimento - hanno evidenziato ancora i sindacati - si aggiunga la violazione dell'autonomia funzionale e organizzativa e della gestione delle proprie risorse delle Autorità Portuali, con la consequenziale apertura di un fronte giudiziario senza precedenti con il prossimo avvio di migliaia di contenziosi, con danni di natura erariale di portata incalcolabili. Danni che ben superano i presunti risparmi che il governo vorrebbe conseguire».
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