- In vista dell'incontro in programma domani a Roma incentrato sull'accesso delle grandi navi da crociera al porto di Venezia che è stato convocato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, il Comitato Cruise Venice ha indirizzato una lettera aperta al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, nella quale evidenzia l'opportunità di mantenere il traffico crocieristico nella città lagunare.
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- «Il decreto Clini/Passera che limita il tonnellaggio delle navi a 40.000 tonnellate di stazza - rilevano nella lettera il presidente di Comitato Cruise Venice, Massimo Bernardo, e i vice presidenti Emilio Gamba e Pier Luigi Penzo - è un provvedimento non solo illogico ma anche negativo perché le navi crociera sotto le 40.000 tonnellate sono al presente le navi più vecchie, quindi più impattanti perché di maggiore pescaggio e con carene spigolate, ma anche più inquinanti per i combustibili usati e per la combustione prodotta da macchinari obsoleti. Si ricorda che la motonave Costa Allegra e la motonave MSC Melody, le uniche navi di Costa e MSC sotto le 40.000 tonnellate sono state una venduta e l'altra rottamata perché antieconomiche».
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- Il Comitato Cruise Venice si oppone all'ipotesi formulata dal sindaco di trasferire gli approdi crocieristici: «il trasferimento da lei proposto delle grandi navi crociera a Marghera - replicano Bernardo, Gamba e Penzo ad Orsoni - significa allontanare definitivamente tale traffico dal nostro scalo. Lei sa bene che è l'unico traffico portuale che oggi funziona a Venezia ed in Italia. La perdita di tali navi, di cui Venezia è home port e su cui gravitano oggi circa seimila lavoratori, vuol dire perdita secca per l'Italia. Gli armatori infatti pensano di trasferire il ruolo di home port da Venezia ai porti di Pireo e/o Istanbul, di certo non Trieste, Ancona, Bari, ecc., il danno economico diretto ed indiretto su base annua è di circa un miliardo di euro».
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- «Come ben noto e da tutti dichiarato - osservano ancora i rappresentanti del Comitato Cruise Venice - il problema è essenzialmente estetico, anche perché dal punto di vista tecnico la locale Capitaneria di Porto, che è soggetto super partes, ha emesso dal 1977 a oggi una serie di ordinanze che disciplinano il servizio portuale in modo tale da garantire la massima sicurezza e la tutela dell'ambiente. È evidente che tutto può essere ulteriormente migliorato».
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- Riferendosi inoltre alla manifestazione per l'estromissione delle grandi navi da crociera dalla laguna veneziana che è stata realizzata la scorsa settimana dal Comitato No Grandi Navi, il Comitato Cruise Venice ha scritto al sindaco Orsoni che «le prese di posizione della sua giunta e del suo consiglio comunale, le conseguenti azioni denigratorie di uno sparuto gruppo di perditempo che fanno riferimento ai centri sociali ed ai no global, pur con uno scarso seguito da parte della cittadinanza che progressivamente ha preso coscienza del problema, rischia di portare gli armatori ad abbandonare il porto di Venezia compromettendo il posto di lavoro dei 6.000 lavoratori citati, in stragrande maggioranza giovani».
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- «Tenuto conto di tutto quanto sopra - concludono provocatoriamente Bernardo, Gamba e Penzo - è evidente signor sindaco che, ove si verificasse quanto da noi temuto e provocato da scelte ed orientamenti della sua amministrazione, il personale che dovesse restare senza lavoro dovrebbe trovare fin d'ora il suo impegno a garantire la successiva occupazione presso il Comune di Venezia o presso le numerose società del Comune medesimo, come ACTV, AVM, Veritas, Casinò, ecc., anche tenuto ben conto del grave e lungo periodo di crisi generale che interessa al presente la nostra realtà territoriale e non solo, attendiamo pertanto una sua assicurazione formale al riguardo magari già domani in sede ministeriale».
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