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Zaia (a Serracchiani): mettiamo assieme i nostri dossier sulle infrastrutture e incontriamoci, senza sparare sui pianisti
«Verifichiamo se e come le divisioni sono superabili», propone il governatore del Veneto replicando al “no” della presidente del Friuli Venezia Giulia al progetto del porto offshore di Venezia
13 giugno 2013
Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha replicato alla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che ieri ha espresso la propria contrarietà alla realizzazione del progetto per la costruzione del nuovo porto d'altura al largo della Laguna di Venezia ( del 12 giugno 2012).
Senza mai riferirsi al “no” pronunciato da Debora Serracchiani, Zaia ha sottolineato che «il futuro non si costruisce rinunciando al fare». «Guardare e conoscere il passato - ha rilevato il presidente della Regione del Veneto - è un ottimo esercizio per crescere; voler tornare indietro Ci fa solo arretrare. E io non credo che esista una decrescita felice, ma solo la decadenza, che è contagiosa e che dobbiamo tutti contrastare ed evitare. Non vedo niente di positivo per nessuno in un insieme di porti adriatici dove ciascuno pensi di crescere mettendosi in concorrenza con gli altri. Ho persino dei dubbi che questo fosse vero quando i traffici si muovevano a remi o a vela, ma di certo non funziona così oggi, quando i trasporti si orientano sempre più su grandi navi oceaniche giramondo».
«Noi - ha proseguito Zaia - non dobbiamo fare concorrenza a nessuno, ma solo offrire nuove opportunità a trasporti marittimi mondiali che hanno maggiore convenienza ad utilizzare l'Adriatico come terminal piuttosto che circumnavigare Africa ed Europa per raggiungere ad esempio l'Europa centrale, i Paesi Baltici, la Russia e così via. E anche in questo caso non si tratta di fare concorrenza ai grandi scali marittimi nord europei, ma di assorbire le quote che loro non sono più in grado di servire in maniera conveniente».
«Potrei fermarmi qui, consapevole - ha polemizzato Zaia - che il modo di esprimere la politica in Italia è basato troppo spesso sulle dichiarazioni e sulle provocazioni; so però che la nostra gente, e parlo dei cittadini di tutto il Nord Est, stanno patendo una crisi pesantissima della quale non hanno colpa ma che stanno pagando, letteralmente, a caro prezzo. E non da oggi. Non illudiamoli con le colpe di “altri”, esercizio del quale la storia è piena quando il potere spera di allontanare da sé lo spettro delle responsabilità e di una realtà che si fa dura. Dare la “colpa” agli altri è sempre facile, ma non rimedia. Vediamo invece come possiamo mettere assieme le forze per contrastare il processo involutivo che ci sta avvinghiando, a come investire le poche risorse che ancora ci rimangono per rimettere in moto la macchina che produce la ricchezza, che parte dal lavoro e dall'impresa, non da presunte rendite di posizione di qualunque tipo».
«Abbiamo il dovere - ha sottolineato il governatore del Veneto - di dire la verità e di essere realisti, ma non di arrenderci. E questo vale per la portualità (e il porto offshore non nasce dal caso e da un'idea avuta questa mattina) come per altre modalità di trasporto a partire da quello ferroviario, oggetto da decenni di straordinarie prediche ma di pochissimi fatti. Sparare sui pianisti non migliora la musica, la fa solo cessare, o la rende inutilmente rumorosa».
«Io - ha concluso Zaia - faccio una proposta: mettiamo assieme ciascuno i nostri dossier e incontriamoci. Confrontiamoci, vediamo e verifichiamo le partite in gioco, quali cose possiamo fare assieme, quello che ci può unire e quello che magari (potrebbe anche essere) ci divide. Verifichiamo se e come le divisioni sono superabili. Insomma, impegniamoci per il ruolo che abbiamo e in funzione di ciò che serve alle nostre comunità: oggi e domani. Tutto il resto è solo brusio che non costruisce nulla e al massimo serve ad occupare spazio nei media».
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