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AISEM, migliaia di aziende sono in difficoltà per il blocco della circolazione saltuaria dei carrelli elevatori
Almici: «anche di burocrazia si può morire se non troviamo in fretta una disciplina transitoria»
15 ottobre 2013
L'Associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione (AISEM), federata ad ANIMA/Confindustria, rinnova l'esortazione al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di trovare una soluzione che elimini i pesanti disagi per le aziende causati dal fatto che dallo scorso giugno non è più permessa la circolazione su strada dei carrelli elevatori, trasportatori e trattori. Ora, infatti, questi strumenti di lavoro devono essere immatricolati e considerati macchine operatrici ai sensi del codice della strada, mentre prima dello scorso giugno, quando il ministero ha emanato una circolare in merito alla loro circolazione su strada, i carrelli anche non immatricolati, ai sensi del decreto ministeriale del 28 dicembre 1989, potevano effettuare su strada spostamenti brevi e saltuari, purché dotati di apposita autorizzazione annuale alla circolazione.
Tale blocco - ha sottolineato AISEM - pregiudica pesantemente l'attività delle aziende che, in virtù della propria organizzazione logistica, utilizzano questa pratica, poiché toglie la possibilità della circolazione saltuaria senza fornire una ragionevole alternativa. Secondo il codice della strada, infatti - ha precisato l'associazione - l'immatricolazione del carrello come macchina operatrice determina che lo stesso possa circolare solo senza carico, rendendolo dunque inutilizzabile per tutte quelle operazioni per la quale era stata pensata la disciplina della circolazione saltuaria.
L'AISEM/ANIMA di Confindustria aveva segnalato già nello scorso giugno al ministero che la decisione avrebbe messo le aziende utilizzatrici nelle condizioni di non sapere come poter continuare a operare secondo le proprie necessità produttive, con il concreto rischio che le stesse potessero continuare a farlo nell'illegalità.
«La maggior parte del tessuto produttivo italiano - ha evidenziato il presidente di AISEM, Pietro Almici - si è sviluppato nel tempo costruendo un capannone a fianco all'altro, spesso lungo una strada o dall'altra parte della stessa oppure in aree un tempo industriali, ma oggi inglobate all'interno di aree cittadine. Pensate ai supermercati delle nostre città che spesso non hanno un cortile interno, ma effettuano il carico e scarico direttamente dalla strada oppure i tanti laboratori, magazzini e officine presenti in una stessa area industriale ma divise l'un l'altra da poche decine di metri di asfalto. Nessuno potrà più effettuare le operazioni di trasferimento e carico/scarico con i carrelli ma dovrà dotarsi di un mezzo di trasporto dedicato per spostarsi anche solo di sei metri! La larghezza di una carreggiata stradale. Anche di burocrazia - ha concluso Almici - si può morire se non troviamo in fretta una disciplina transitoria».
Confermando di essere ancora in attesa di risposte e di indicazioni da Roma, AISEM ha rinnovato al ministero la propria piena disponibilità per trovare una soluzione che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti utilizzatori, produttori e Motorizzazione, salvaguardando sempre la massima sicurezza degli operatori industriali e della circolazione su strada.
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