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Gli operatori marittimi del Propeller Club Port of Venice chiedono chiarezza sul futuro della portualità lagunare
I meeting in programma nel 2014 saranno focalizzati sulle grandi infrastrutture, la logistica e la crisi del porto di Venezia
14 novembre 2013
Gli operatori veneziani del settore marittimo chiedono chiarezza sul futuro della portualità lagunare veneta anche in considerazione del fatto che, mentre procedono i lavori del Mose con la chiusura fino ad aprile delle bocche di porto di Lido e, successivamente, del canale Malamocco San Leonardo, il traffico marittimo crocieristico e commerciale verrà così gravemente danneggiato.
In occasione dell'assemblea generale del The International Propeller Club Port of Venice, associazione che ha lo scopo di promuovere e sviluppare le attività marittime, che si è tenuta a Mestre presso l'hotel Best &Western con i rappresentanti di imprese di spedizione, agenzie e mediatori marittimi, piloti ed esponenti del mondo dell'industria, sono stati fissati i temi che caratterizzeranno i meeting del Club nel 2014: grandi infrastrutture, logistica e la crisi del porto di Venezia. Incontri che vedranno tra i relatori i massimo esponenti del cluster marittimo italiano.
«Mentre il porto sta perdendo navi e traffici - ha spiegato il presidente del Club veneziano, Massimo Bernardo - gli operatori vogliono sapere quale sarà il destino del porto alla luce dei grandi progetti di porto offshore, delle reti TEN, di quelli relativi all'alta velocità, dell'escavo del nuovo canale Contorta Sant'Angelo per il traffico passeggeri e del ruolo dell'aeroporto Marco Polo come terzo gate intercontinentale italiano».
I cinque meetng programmati nei prossimi mesi si apriranno con una vera e propria “radiografia” dei fattori di crisi che penalizzano lo sviluppo della portualità lagunare veneta con particolare riguardo alla difficile situazione finanziaria del porto di Venezia. A febbraio sarà affrontato il tema del posizionamento del porto veneziano rispetto ai porti concorrenti dell'Adriatico e del Mediterraneo con un interclub che vedrà presenti i porti di Ravenna,Chioggia, Venezia, Monfalcone, Trieste, Capodistria e Fiume con i rappresentanti di Confitarma, Federagenti e Fedespedi. A marzo si parlerà invece del ruolo dell'aeroporto di Venezia nell'ambito del sistema aeroportuale del nord-est e delle varie problematiche del traffico sia merci e passeggeri rispetto alla crescente domanda di voli di linea e low cost. Ad aprile si ritornerà ai problemi del porto con particolare riguardo allo stato di crisi ed alla produttività delle varie imprese terminalistiche che operano in porto e alla loro specializzazione nell'ambito di quel virtuale range del sud Europa denominato North Adriatic Ports Association (NAPA).
Il Propeller Club Port of Venice ha sottolineato la grande attualità di questi temi che, in attesa della riforma della legge sull'ordinamento portuale oggi in discussione, sono anche espressione del profondo disagio di tante categorie di lavoratori e imprenditori oggi preoccupati per l'assenza di una chiara strategia che riporti la portualità tra i fattori di sviluppo dell'economia nazionale.
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