- Ieri l'assemblea dell'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti) ha approvato all'unanimità le linee strategiche per lo sviluppo della portualità nazionale che rappresentano il contributo dell'associazione delle Autorità Portuali italiane al Parlamento e al governo e che si articolano lungo sei direttrici principali, «per altro - ha precisato Assoporti - in coerenza con le indicazioni in materia di core ports e core networks fornite dall'Unione Europea».
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- L'associazione ha spiegato che, «consapevole dell'importanza di forme di collaborazione e aggregazione funzionale, anche di tipo transfrontaliero europeo, fra le Autorità Portuali esistenti, ha individuato nell'integrazione fra la componente marittima e quella terrestre della logistica e nel coordinamento fra poteri pubblici e attività dei privati, le chiavi di volta per affrontare l'impatto con le grandi concentrazioni del trasporto marittimo».
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- La prima delle sei principali direttrici varate dall'assemblea di Assoporti prevede di privilegiare per le nuove infrastrutture «quelle che garantiscano redditività e coinvolgimento di investitori privati anche attraverso una sburocratizzazione dell'iter di approvazione dei progetti».
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- La seconda «verte sulla governance di sistema e quindi sulla costituzione su iniziativa delle Autorità Portuali, in collaborazione con le Regioni, di sistemi portuali e logistici che coordinino l'intera catena logistica. Le Autorità portuali e logistiche di corridoio - ha specificato l'associazione - avranno competenza, sui piani regolatori portuali e le scelte infrastrutturali di sistema, sul coordinamento delle politiche di marketing e sulla promozione delle infrastrutture stradali e ferroviarie. Il sistema portuale e logistico è organismo quindi di coordinamento (frutto di protocolli di intesa e accordi di programma) chiamato a predisporre un Piano integrato logistico da far approvare al ministero dei Trasporti. Piano che fissi obiettivi di traffico, servizi da erogare, interventi infrastrutturali, infrastrutture di collegamento porto-hinterland, promozione commerciale, promozione di progetti multimodali».
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- La terza direttrice prevede «l'eliminazione, nel vigente testo dell'art. 18-bis della legge 84 del 1994, del limite di 90 milioni di euro annui della quota dell'IVA dovuta sull'importazione delle merci introdotte nel territorio nazionale per il tramite di ciascun porto». Tale articolo sull'“Autonomia finanziaria delle Autorità Portuali e finanziamento della realizzazione di opere nei porti” stabilisce infatti che, “al fine di agevolare la realizzazione delle opere previste nei rispettivi piani regolatori portuali e nei piani operativi triennali e per il potenziamento della rete infrastrutturale e dei servizi nei porti e nei collegamenti stradali e ferroviari nei porti e gli investimenti necessari alla messa in sicurezza, alla manutenzione e alla riqualificazione strutturale degli ambiti portuali, è istituito, nello stato di previsione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un fondo per il finanziamento degli interventi di adeguamento dei porti alimentato su base annua, in misura pari all'1% dell'imposta sul valore aggiunto dovuta sull'importazione delle merci introdotte nel territorio nazionale per il tramite di ciascun porto, nel limite di 90 milioni di euro annui”. Il fondo “è ripartito con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, attribuendo a ciascun porto l'80% della quota dell'imposta sul valore aggiunto dovuta sull'importazione delle merci introdotte nel territorio nazionale per suo tramite e ripartendo il restante venti per cento tra i porti, con finalità perequative, tenendo altresì conto delle previsioni dei rispettivi piani operativi triennali e piani regolatori portuali”. La terza direttrice di Assoporti prevede invece «l'attribuzione direttamente alle Autorità Portuali della percentuale dell'IVA dovuta sulle importazioni delle merci introdotte nel territorio nazionale per il tramite dei porti, rideterminando i criteri di ripartizione secondo indicatori di performance relativi; l'attribuzione a ciascuna Autorità Portuale della facoltà di autodeterminare (in aumento o in diminuzione) la misura: della tassa portuale sulle merci imbarcate e sbarcate nei porti amministrati da quella Autorità Portuale, della tassa di ancoraggio sulle navi, dei diritti portuali».
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- La quarta direttrice dell'Associazione dei Porti Italiani prevede un'autonomia amministrativa per Autorità Portuali «che - ha chiarito Assoporti - devono essere “poste nella condizione di operare come imprese, con capacità autonoma di regia e governo in porto e per quel che riguarda i collegamenti di rete e la logistica”. Non gravando sul bilancio dello Stato, ma generando attraverso il gettito risorse, le Autorità Portuali “non possono essere assoggettate ai vincoli relativi alla spesa pubblica, al costo e al trattamento giuridico ed economico del personale”».
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- La quinta direttrice verte sui servizi tecnico-nautici, per i quali «si propone l'attribuzione a ciascuna Autorità Portuale della potestà tariffaria sui servizi stessi, sulla base di una suddivisione di competenze che preveda di riservare: all'Autorità Marittima la competenza esclusiva nella fissazione degli standard di sicurezza, delle dotazioni tecnico infrastrutturali richieste nonché delle caratteristiche dei mezzi e del personale impiegato; all'Autorità Marittima e all'Autorità Portuale la competenza condivisa nell'organizzazione dei servizi; all'Autorità Portuale la competenza nella fissazione delle tariffe sulla base di criteri e meccanismi nazionali uniformi».
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- L'ultima direttrice riguarda il coinvolgimento delle imprese produttive italiane nella catena logistica e la crescita degli operatori logistici italiani, «coinvolgimento che - secondo Assoporti - dovrà essere favorito con un sistema di incentivi».
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- «Sono molto soddisfatto - ha dichiarato il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti - sia del fatto che l'associazione abbia affrontato con grande coraggio il tema importante dello sviluppo a lungo termine del sistema portuale italiano, sia della approvazione all'unanimità anche da parte dei presidenti dei porti di Trieste (Marina Monassi), Venezia (Paolo Costa) e Livorno (Giuliano Gallanti) che recentemente avevano presentato un documento dal quale è scaturito in associazione il dibattito su un tema così importante per il futuro dei porti».
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