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Buono (Cisl Salerno), l'unificazione dei porti di Napoli e di Salerno può essere utile se aumenta la competitività dei due scali
Il cuore del problema - ha rilevato - è se l'accorpamento rappresenta un miglioramento delle condizioni economiche e di funzionamento dei porti
16 aprile 2014
Secondo la Cisl di Salerno, «:un progetto finalizzato alla creazione di una struttura unica per la gestione e la programmazione delle attività nei porti di Napoli e di Salerno può essere considerato utile e valido se capace di aumentare la competitività, su scala internazionale, dei due scali portuali». Lo ha detto il segretario provinciale del sindacato, Matteo Buono, rilevando che il dibattito sulla unificazione delle Autorità Portuali di Napoli e di Salerno non entra nel merito ma - ha precisato - pare essere dettato da un clima pre-elettorale nel quale poca attenzione si presta ai contenuti e molta, invece, alle poltrone ed al campanile».
«Negli ultimi giorni - ha proseguito il segretario della Cisl - abbiamo assistito ad un confronto politico che non ha toccato, neppure di striscio, il cuore del problema: se l'accorpamento rappresenta un miglioramento delle condizioni economiche e di funzionamento dei porti di Napoli e di Salerno. Non credo - ha aggiunto - che esistano ragioni logiche per una opposizione a questa idea di trasformazione».
«Chi ha espresso un parere negativo sulla ipotesi di unificazione - secondo Matteo Buono - ha voluto evidenziare il lavoro svolto da chi ha guidato l'ente di Salerno. Nessuno mette in dubbio il lavoro svolto dal presidente Andrea Annunziata - ha specificato il rappresentante del sindacato - ma questo giudizio non può mettere in discussione un progetto che va nella direzione di una gestione di ampio respiro dei due porti, oggi più che mai, alle prese con una concorrenza che arriva dall'Italia ma soprattutto dall'intero bacino del Mediterraneo».
«La Cisl di Salerno - ha concluso Matteo Buono - in maniera chiara e trasparente, sostiene e sosterrà tutti quei procedimenti che portano ad una sburocratizzazione delle attività economiche, ad una crescita del territorio e, ovviamente, ad un aumento dei livelli occupazionali della nostra terra».
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