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Mingozzi (Comune di Ravenna): una “manovra” ferroviaria in Italia costa tre volte le tariffe di Rotterdam, Amburgo e dei porti nord europei
Anche per questo motivo - ha spiegato il vice sindaco - le merci si orientano ancora sulla gomma e sul trasporto stradale, che costituisce la vera sfida nei tempi e nelle condizioni tariffarie
3 luglio 2014
«Una “manovra” ferroviaria in Italia costa tre volte le tariffe di Rotterdam, Amburgo e dei porti nord europei». Lo ha sottolineato il vice sindaco di Ravenna, Giannantonio Mingozzi, rispondendo al capogruppo del Movimento 5 Stelle, Pietro Vandini, che gli ha chiesto perché non sia possibile puntare sul trasporto ferroviario per incrementare i traffici portuali di Ravenna.
«Se può essere utile - ha replicato il vice sindaco - vorrei ricapitolare i nostri impegni sulle infrastrutture ferroviarie. Per quanto concerne i progetti per eliminare i due passaggi a livello in centro a Ravenna attraverso la realizzazione dei sottopassi, per una spesa di 70 milioni di euro, questo investimento non è previsto nel progettone portuale perché è in quota RFI negli impegni che le Ferrovie dello Stato hanno assunto per il nostro porto - allegato “Infrastrutture Hub portuale Ra” firmato dal ministro Lupi. Un risultato frutto dell'impegno congiunto della comunità ravennate nelle sue varie espressioni. Sull'intermodalità che cita il consigliere Vandini - ha aggiunto Mingozzi - si può dire che Ravenna abbia già oggi buone linee e raccordi ferroviari, ma sono i servizi ad essere troppo cari, perché i costi che propone ad esempio Trenitalia Cargo sono inaccessibili per gli operatori. Una “manovra” ferroviaria in Italia costa tre volte le tariffe di Rotterdam, Amburgo e dei porti nord europei: anche per questo motivo - ha spiegato - le merci si orientano ancora sulla gomma e sul trasporto stradale, che costituisce la vera sfida nei tempi e nelle condizioni tariffarie. Per questo considero l'E55 fondamentale per i prossimi 50 anni del porto e se arriveranno nuove intermodalità ferroviarie saremo i primi a sostenerle, pur sapendo che i costi di gestione sono un altro capitolo al quale RFI deve mettere mano per abbassare le tariffe».
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