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Confetra, la sentenza di condanna a morte del trasporto ferroviario delle merci sta per diventare definitiva
La Confederazione invoca un intervento in extremis al Senato per bloccare l'effetto di un emendamento al decreto legge “Competitività”
23 luglio 2014
Disegno di Legge n. 1541
Emendamento 29.100
All'articolo 29, il comma 3 è sostituito dal seguente:
“3. È fatto divieto di traslare i maggiori oneri derivanti dall'applicazione della presente disposizione sui prezzi e sui pedaggi praticati nell'ambito del servizio universale. La definizione dei pedaggi per l'uso dell'infrastruttura ferroviaria non rientranti nel servizio universale, tiene conto dei maggiori costi di gestione derivanti dalla presente disposizione secondo un criterio di gradualità valido per il primo triennio, in misura non superiore al 50% nell'anno 2015, non superiore al 70% nell'anno 2016, non superiore al 80% nell'anno 2017. L'Autorità per i trasporti vigila sull'osservanza delle disposizioni di cui al primo periodo, anche mediante accertamenti a campione, e sulla corretta applicazione della norma sul mercato.”
Relazione illustrativa La precedente formulazione della norma prevedeva il divieto di traslare i maggiori oneri sui prezzi e sui pedaggi del (solo) servizio universale, attribuendo in tal modo tutto il peso della disposizione sui servizi a mercato sia viaggiatori che merci. La norma proposta prevede una gradualità temporale in grado di diluire nel tempo gli effetti dell'allineamento del prezzo dell'energia al prezzo di mercato, prevedendo una regolazione tariffaria che consenta un recupero parziale nei primi tre anni.
«La sentenza di condanna a morte del trasporto ferroviario delle merci sta per essere emessa in via definitiva». Lo denuncia la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica (Confetra) invocando un intervento oggi in extremis al Senato. La Confederazione spiega che «l'articolo 29 del decreto legge “Competitività” comporta un aumento del pedaggio del trasporto ferroviario delle merci di oltre il 30% a km: un costo - sottolinea Confetra - insostenibile per un comparto che già stenta ad essere in concorrenza con altre modalità di trasporto».
«In sede di conversione al Senato, dopo le speranze dei giorni scorsi per alcuni emendamenti soppressivi della disposizione - precisa Confetra - oggi la doccia fredda: l'unico emendamento rimasto è quello del relatore, il senatore Massimo Mucchetti, e prevede che l'aumento ci sarà, sia pure spalmato in tre anni dal 2015 al 2017».
«Non posso credere - afferma il presidente di Confetra, Nereo Marcucci - che governo e parlamento non si rendano conto del danno che procura al Paese una simile disposizione. Disincentivare il trasporto ferroviario delle merci va oltretutto in senso opposto a quanto vuole l'Europa ed è singolare che l'Italia assuma questa posizione proprio nell'attuale semestre di presidenza del Consiglio UE».
«L'Europa - ricorda Confetra - ha infatti già deliberato con l'assenso dell'Italia di arrivare ad effettuare con tecniche intermodali il 30% del traffico merci al 2030 e il 50% al 2050. Un obiettivo che per il nostro Paese diverrebbe impossibile se non si facesse marcia indietro sull'articolo 29 del decreto competitività».
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